Recensione in anteprima – Secondo capitolo che vede coinvolto Ted, orsacchiotto animato irriverente fortunata intuizione comica di Seth MacFarlane, il padre de “I Griffin” (Family Guy). Un sequel per certi versi più divertente del primo, pecca di qualche inevitabile ripetizione e guadagna dei cameo e delle citazioni che strappano la gioia e le risate degli appassionati di cinema. In uscita dal 25 giugno

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Ted e la sua neo moglie vorrebbero avere un bambino, ma non sono qualificati per questo. Ma ben presto le cose prenderanno una piega inaspettata.

Rivisto Ted, il primo capitolo, siamo stati invitati all’anteprima stampa di “Ted 2” al Cinema Apollo di Milano, opportunamente blindato con il ritiro all’ingresso in sala di cellulari e similar. La striminzita trama è semplice ed è solo la punta di un iceberg via via sempre più grande che si scioglie solo sulla soluzione della questione, messa in dubbio dallo stato americano, se Ted sia un essere vivente, quindi una persona oppure sia solo una cosa, una “property”.

Chi conosce Seth MacFarlane e le sue creature, da “I Griffini” a “American Dad” passando per tutte le diverse interpretazioni personali dei relativi personaggi sa di che irriverente comicità è capace il regista. Tutto in Ted 2 è essenzialmente sulla falsariga del precedente capitolo. Un film che fa della stupidità la sua bandiera ma girato e proposto in maniera intelligente.

Quella che apparentemente potrebbe sembrare una cineidiozia di marca statunitense si rivela, a conti fatti una commedia demenziale, piena di gag molte delle quali ben riuscite. Se la storia sicuramente potrebbe sembrare scontata e sostanzialmente è irreale, sicuramente la sceneggiatura, offre notevoli spunti comici e di riflessione. Non mancano i cameo divertiti e divertenti di diversi attori famosi, uno su tutti, forse una delle migliori scene, la comparsa alla cassa del supermercato di un guardingo e sospettoso Liam Neeson.

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E’ infatti la parodia e la citazione a sorpresa che diverte lo spettatore del film. Abituato a mettere nei suoi film parecchie citazioni degli anni 80, MacFarlane questa volta si spinge anche sull’attualità scenica e non solo verbale, sfociando nella festa finale per veri nerd e nostalgici di tutto ciò che è fumetto, videogame, film e telefilm che furono.

“Guarda, si muovono in branchi” (cit.) che è poi una citazione che va bene anche per i due protagonisti John e Ted e i loro amici al seguito. Si muovono da Boston a New York per difendere i diritti di Ted, fatto a simbolo della diversità che vuole conquistare gli stessi diretti della maggioranza delle persone. Un braccio di ferro fatto di battibecchi, rincorse, sotterfugi, aule di tribunale e rapimenti. Il gruppo appare unito e l’uscita di Mila Kunis rimpiazzata da Amanda Seyfried non si fa sentire benché il meccanismo di un’avvocato che offre consulenza pro bono a una coppia quantomai strampalata di amici ricorda molto “Vi dichiaro marito e… marito”

Se c’è un difetto, comunque annunciato nel film, questo risiede nel dare molto spazio alla dimensione comica e demenziale della vicenda ritornando diverse volte su argomenti quali droga, fumo, alcol, sballo vario. Viene tralasciato o soltanto accennata tutta quella parte riguardante il bel personaggio cucito addosso a Giovanni Ribisi, ripresentato anche in questo capitolo ma che ha una parte un po’ più defilata e si conclude in poco tempo.

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Tra qualche gag telefonata e qualche colpo basso ai soliti noti (Kardashian e Bieber su tutti) il film scorre in modo godibile ricordando una demenzialità più vicina al David Zucker de “La pallottola spuntata” (film citato nell’immersione dei due protagonista dalla barca) con qualche inevitabile immagine spinta all’eccesso in modalità “cartoon” piuttosto che alle imperfette e mal raccordate parodie di uno Scary Movie a caso.

Voto: 6,2

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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