whiteholeWhite Hole

Produttore: Chimera Films

Genere: Fantascienza

Regista: Darren Aronofsky

Interpreti: Edward Norton, Kate Winslet, Thierry Neuvic, Michael Struscevici, Peter Graham-Gaudreau

Trama: Nello spazio si è aperto uno squarcio, un buco bianco che è visibile dalla terra e che suscita curiosità, paura e illusioni nella popolazione. Nessuna tecnologia riesce a far luce sull’origine di esso e gli organi mondiali decidono di ricorrere a un ultimo disperato tentativo di comprensione, mandandogli uno shuttle con a bordo due persone. Un uomo e una donna che non hanno più nulla da perdere che decidono di rischiare la loro vita nella remota speranza di un cambiamento che possa derivare da quell’ignoto.

Link al film.

Soggetto & Sceneggiatura: Soggetto originale col quale Andrew torna alla fantascienza “matura” e con sottili implicazioni “filosofiche”, alla quale ci ha da tempo abituati. In questo caso il soggetto di partenza è ancora più semplice del solito. Si parte dalla comparsa di un misterioso “buco bianco” che ha squarciato la trapunta celeste ed è visibile persino ad occhio nudo. Da questo punto in poi Andrew sceglie di adottare un approccio e punta di vista personali e “minimalisti”, mostrandoci solo in un paio di occasioni la reazione dell’opinione pubblica all’evento, tramite tg e siti internet. Per il resto vengono infatti subito introdotti i due protagonisti, un medico ex astronauta e un’astronoma, che per motivi allo stesso tempo simili e opposti (entrambi non hanno più speranze nella vita, lui perchè affetto da un male incurabile, lei perchè depressa dalla perdita di figlio e marito) si offrono volontari per una missione spaziale suicida che li porterà nel “buco”.
Il film parte veramente bene, inquadrando subito le due personalità, infatti ho trovato adeguata tutta la parte introduttiva (nè troppo lunga, nè troppo breve) fino all’inizio della loro avventura spaziale. Da quel momento in poi il film vede una svolta abbastanza netta, che porta al mistero (già previsto) e ai risvolti quasi horror della situazione in cui si ritroveranno Mary e Jason, appena inghiottiti dal buco bianco. Seconda parte un tantino troppo “fredda” che non mi ha appassionato subito quanto la prima, ma che poi si è risollevato in un finale non nuovissimo. In tutto questo la sceneggiatura di Andrew è tecnicamente ineccepibile, come suo solito, se non fosse stato per qualche espressione gergale che ho notato qua e là (come ad esempio “farsi il dentifricio” al posto del più corretto “lavarsi i denti”), anche se notoriamente io non ho mai dato molto peso a cose del genere, ma alla riuscita “totale” dello script. E anche in tal caso, lo ripeto, Andrew ha fatto un buon lavoro, con l’unico rischio – già citato – di far provare alcuni punti poca empatia allo spettatore a causa di una narrazione un tantino troppo “fredda” e “in sottrazione”.

Regia: L’intero film mi è sembrato molto nelle corde di Aronofsky. Mi viene da pensare soprattutto ai suoi film meno realistici e più “simbolici”, come ad esempio The Fountain. Nello script questa stessa regia è descritta in modo efficace ma senza esagerazioni.

Personaggi & Cast: Il duo Norton-Winslet funziona molto bene. Sono entrambi assai credibili, nelle interpretazioni dei propri personaggi, soprattutto nella prima parte, dove entrambi la fanno “da protagonista”, rispettivamente nelle scene assegnategli. A partire dalla seconda parte, con la Winslet che si confronta coi suoi “fantasmi” e comprende soltanto dopo Jasonla realtà delle cose, fa sì che sia proprio lei a incarnare lo stesso punto di vista dello spettatore e ciò la eleva a protagonista, mettendo persino un po’ in ombra Norton. Norton regge però ugualmente bene le scene regalandosi persino suggestioni “alla Jack Torrance” in Shining e in occasione della rivelazione finale da parte dell’entità che li ha “inglobati” io credo che tra i due sia ovviamente l’unico ad aver accettato la cosa come un’opportunità, come il regalo di una nuova vita (per lui che era malato terminale) e non come la “prigione” nella quale, molto più tristemente, si è ritrovata Mary suo malgrado.

Colonna sonora, locandina & sito: Stavolta la colonna sonora scelta di Andrew non mi ha convinto del tutto. Avrei preferito meno canzoni e meno sonorità dure, a favore di musiche più evocative e in linea con l’atmosfera sospesa del film. Locandina tra le più belle del Contest, sito esauriente e sicuramente superiore alla media, anche se meno fantasmagorico del solito.

Considerazioni finali: Ho accolto favorevolmente questo ritorno di Andrew alla fantascienza “adulta” e considero questo film una interessante variazione sul tema del “sogno” e delle realtà “parallele” o alternative. E’ forse molto meno originale di quanto sembri ma a dimostrazione di quanto spesso contino le emozioni suscitate nello spettatore e i finali “ben riusciti” posso dire che non dimenticherò facilmente l’amarissima scena finale. Mi è sembrato quasi il contraltare del sogno regalato dagli alieni all’umanissimo robot David nel finale di Artificial Intelligence: lì un’eterno sogno tra le braccia della madre amata e a lungo ricercata, qui una vita stanca che sa di fittizio e di colori che svaniscono, nel benevolo “capriccio” di un intelletto freddo che ci studia. Voto complessivo: 7.6 (World)

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