RecensioneAl suo secondo passaggio al cinema, la spugna più famosa al mondo non si pone limiti ed esce persino dall’acqua. Un film nella piena tradizione del cartone animato e che diverte piccini e grandi nostalgici di un cartone leale, genuino, semplice e sincero.

spongebob_topLa vita è felicemente pop sul fondo del mare, in quel di Bikini Bottom, dove Spongebob fa sfrigolare sulla piastra del capitalista Mr Krabs i più deliziosi Krabby Patty che siano mai stati fatti. Merito di una ricetta segreta, gelosamente conservata in cassaforte. Quando, però, la ricetta viene rubata, e il cibo miracoloso sottratto ai palati delle creature marine, la situazione sociale precipita, l’anarchia e l’aggressività prendono il sopravvento e persino i migliori amici di Spongebob gli voltano le spalle e gli giurano vendetta.

Alla proiezione del film, di questo che è per la maggior parte un cartone animato, c’era un pubblico di tutte le età. Non si trattava solo di genitori e nonni che accompagnavano i propri figli o nipoti ma giovani, trentenni, quarantenni, cinquantenni, venuti senza seguito di piccoli amici o parenti. Quando questo succede vuol dire che il film è atteso un po’ da tutti e risveglia anche nei più grandi una certa nostalgia per un cartone animato, Spongebob, molto amato.

L’esplosione di colori, di immagini al limite del demenziale, di dialoghi sconclusionati è in perfetto stile Spongebob. Per tutta la durata del film lo spirito del cartone animato conosciuto attraverso la tv non viene mai tradito… anche quando i nostri amici vengono catapultati indietro o avanti nel tempo e soprattutto quando Spongebob e i suoi escono fuori dall’acqua.

La storia non ha uno svolgimento logico, o meglio, è chiara la missione ma il susseguirsi delle scene avviene in modo totalmente fantasioso e, molte volte, inaspettato. E’ come detto, lo stile del cartone, ripreso e ingigantito in 90 minuti di pellicola. L’interazione tra cartoni e umani, non nuova fin dai tempi di “Chi ha incastrato Roger Rabbit?” è fluida, affidata principalmente a quell’Antonio Banderas, da noi ultimamente noto per degli spot ma che si offre a interpretare le fattezze di un cinico pirata.

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Come esistono battute e trovate che fanno ridere i bambini, esistono anche delle sottigliezze ed ironie che possono essere colte dai più grandi. Il continuo e divertente gioco sulla parola “team” tra Spongebob e Plankton, l’ironia verso il mondo dei fumetti e dei supereroi al cinema nonchè lo sbeffeggiare tutto il mondo superoistico e Big Hero 6 in particolare creando dei superpoteri quanto mai improbabili son segno evidente di una cura per lo script che non solo si affida agli elementi tipici del cartone ma guarda anche un po’ “fuori dall’acqua”.

Un film quindi divertente per chi conosce il cartone, spiazza chi non lo conosce ma che si fa vedere molto volentieri.

Voto: 6,4

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

6 pensiero su “Spongebob: fuori dall’acqua”
    1. Non toglie e non aggiunge nulla al film… quel personaggio potrebbe farlo chiunque e, per come è la dinamica del film verrebbe bene lo stesso

  1. mai visto niente di Spongebob. Preferisco in tal senso recuperare qualche film di animazione giapponese (molto più nelle mie corde).

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