Oggi mercoledì 4 marzo ore 23,55 Italia 1, praticamente non questa sera, ma questa notte. Il film è tratto dall’omonimo bestseller narrativo di Alice Sebold. L’autrice è stata vittima di violenze da giovane e ha scritto un libro molto apprezzato e inaspettatamente molto venduto con un punto di vista totalmente originale: il punto di vista narrativo è quello della vittima uccisa ancora adolescente.
Regia: Peter Jackson.
Cast Mark Wahlberg, Rachel Weisz, Susan Sarandon, Stanley Tucci, James Michael Imperioli, Saoirse Ronan, Jake Abel, Amanda Michalka, Thomas McCarthy, Reece Ritchie, Nikki SooHoo, Rose McIver, Zachary Gordon, Anna George, Andrew James Allen, Robyn Malcolm, Michael Imperioli, Carolyn Dando, Charlie Saxton, Christian Thomas Ashdale, Stink Fisher, Stefania Owen, Bravo, Evelyn Lennon, Tina Graham, Steven Moreti, John Jezior, Seth F. Miller
Produzione USA, Gran Bretagna, Nuova Zelanda,
Anno 2009 (uscita italiana febbraio 2010)
Durata 135 minuti circa.
Dalle cronache dell’epoca:
MILANO – «In qualsiasi film con elementi fantastici è fondamentale che i personaggi credano a quello che si fa, così come il regista: quando si chiede al pubblico di intraprendere un viaggio, si firma una sorta di contratto, è come strizzare l’occhio e dire “D’accordo, crediamoci per due ore”». Così Peter Jackson ha presentato alla stampa italiana la sua ultima fatica, «Amabili resti» («The lovely bones»), tratto dal best seller di Alice Sebold (edizioni e/o), in uscita negli Stati Uniti l’11 dicembre (in tempo utile per gli Oscar), mentre da noi sarà nelle sale dal 5 febbraio distribuito da Universal. «Per questo cerco di filmare in modo realistico anche gli aspetti più fantastici di ogni mio film, come quando per Il signore degli anelli usavo la handycam per le scene di combattimento» ha aggiunto Peter Jackson.
LA STORIA – Il film è ambientato nel 1973 in Pennsylvania, in una famiglia qualsiasi della middle-class americana. Qui la dolce e sensibile quattordicenne Susie Salmon (Saoirse Ronan) non ha neppure il tempo di dare il suo primo bacio al ragazzo, che finalmente si è accorto di lei, perché viene brutalmente uccisa da uno psicopatico serial killer (Stanley Tucci) che ama costruire case di bambola nella sua anonima casa verde. La storia potrebbe finire qui se la ragazzina accettasse davvero di morire e di diventare, come è normale, un ricordo per i suoi cari. Ma non sarà affatto così. La ragazzina si ritrova, volutamente, in una sorta di mondo parallelo, di limbo post mortem, a vegliare sulla sua famiglia che nel frattempo va a pezzi per il dolore. Susie insomma, ancora legata alla Terra, graviterà non solo su un padre (Mark Wahlberg), ossessionato dall’idea di trovare il colpevole, e su una madre (Rachel Weisz) che a un certo punto fugge di casa, ma anche sulla coraggiosa sorella a caccia dell’assassino e su una nonna alcolizzata e tabagista (Susan Sarandon) squisitamente autoreferenziale. Ma nel mondo parallelo dove vive, paradisiaco o minaccioso secondo il suo umore, c’è anche il carnefice che lei vuole vedere punito.
TUCCI – Ad accompagnare il regista neozelandese, la protagonista principale del film, Saoirse Ronan, già candidata dall’Academy per Espiazione e ora chiamata a impersonare il delicato ruolo di Susie Salmon: «Come attrice e anche da spettatore, è stato difficilissimo per me accettare come le sia stata rubata la vita – racconta la giovane interprete -, ma allo stesso tempo è stato proprio questo ad aiutarmi ad entrare nel personaggio, un’adolescente tipica, amata dai genitori. Dopo questo film capisco davvero cosa si possa provare in certi momenti, e il dolore provato da chi rimane». Su Stanley Tucci il regista ha detto: «Sono stati tutti straordinari, ma ovviamente il compito più difficile è toccato a lui, che ha accettato la parte ma si percepiva quanto non fosse a suo agio a dover rendere quel personaggio. Stanley Tucci ha tre figli, è una persona gentile ed è un grande attore: per superare l’ostacolo, si è servito della metamorfosi richiesta per il ruolo, dal parrucchino biondo e i baffi fino alle lenti azzurre per gli occhi. Guardandosi allo specchio, si allontanava da se stesso e si riconosceva in Mr. Harvey: è stato questo a fargli prendere le distanze dal personaggio, un serial killer che non doveva trasformarsi in icona pop o cool come Hannibal Lecter, ma che rimanesse defilato, patetico e anonimo come certa carta da parati».
Personalmente ho adorato il libro che ho acquistato quando ormai era già uscito il film che non ero riuscito a vedere. Decisi di leggere prima il primo e recuperare poi il film in tv come difatti è accaduto nel 2013. Se il libro è un ottimo libro che appassiona e si lascia leggere molto velocemente e con grande interesse fino alla fine (l’ho divorato in una settimana di spostamenti casa-lavoro), il film è “soltanto” un buon film. Si sfilaccia un po’ strada facendo giungendo ad un finale leggermente diverso nelle intenzioni rispetto al libro pur salvaguardandone a grandi linee l’epilogo narrativo. Fino a due terzi dell’intera durata il film ricalca quell’atmosfera un po’ particolare del punto di vista di Susie e Saoirse Ronan, allora 15enne dimostra di essere perfetta per la parte non solo per quanto riguarda l’età ma soprattutto per le qualità recitative. Stanley Tucci si conferma un grande caratterista e incarna quell’uomo cattivo della porta accanto che il libro descrive bene. Gli “amabili resti” vengono descritti meglio nel libro, nel film vengono solo tratteggiati e pericolosamente quasi banalizzati nel finale. Un film molto interessante, ben recitato, con una regia che da’ il massimo nella prima parte e si discosta poco dal libro, giusto qualche licenza cinematografica. Voto: 7 al film, 8,5 al libro.
L’attesa e la discussione sul forum
Lo so, è tutt’altro che perfetto, ma a me era piaciuto tanto e col tempo mi sono perfino dimenticato del perché a tratti mi fece storcere la bocca, e anche questo è un pregio.
tra l’altro resta un film d’attualità nonostante l’ambientazione 70s, e guarda caso in Italia nessuno pensa a scrivere romanzi del genere o a produrre film simili… finale fantasy a parte.
Ah c’è un finale fantasy? Ecco perché devo averlo cancellato dalla memoria 😛
Credo che il difetto maggiore sia appunto il finale e il finale girato da Jackson che per buona parte del film segue più il libro e le vicende che “la sua testa”…. poi si lascia andare e chiude in affanno…
ma… il finale del film è identico al finale del libro. 😛
Nello svolgersi sì, (anche se qualche ovvia licenza c’è), ma non nel “chiudere il cerchio”, non va esattamente dove mi sembrava di aver colto dal libro.
americani e neozelandesi hanno una visione dell’aldilà comunque molto diversa da noi cristiani e cattolici… vedasi anche the tree of life