In chiusura di feste natalizie Cinematik.it vi offre questo articolo che parla di una mini-intervista a Marco Bonfanti e Anna Godano, rispettivamente regista e produttrice del film “L’ultimo pastore”.
L’occasione propizia per incontrare questi due realizzatori del docufilm pluripremiato e apprezzato è stata la proiezione de “L’ultimo pastore” (qui la nostra recensione) del 20 dicembre all’auditorium di Vignate dopo la quale c’è stata un’ampia discussione tra il pubblico, regista e produttrice. Più avanti troverete anche un link a un video che in 5 minuti spiega le difficoltà e le particolarità della scena delle pecore in piazza Duomo. Il link porta alla nostra pagina facebook e, saremmo molto felici che aggiungeste il vostro “mi piace” così da essere anche aggiornati sulle nostre novità cinematografiche.
Marco, quale è stata la scena più difficile da girare?
Scena in piazza Duomo esclusa?
Sì scena in piazza Duomo esclusa
In realtà non c’è stata una vera e propria scena più difficile da girare rispetto ad altre. Tutto il film è stata una sfida, un’avventura. La prima difficoltà è stata convincere della bontà del progetto Renato, lui non aveva ancora idea di quello che ne sarebbe uscito fuori, alcune volte era convinto di dover fare delle foto e basta e ci son voluti mesi per stargli dietro e spiegargli e convincerlo che un film del genere avrebbe avuto successo ma soprattutto sarebbe stato apprezzato e avrebbe raccontato quello che lui fa, lui vive da pastore. Durante la realizzazione del film poi c’erano dei tempi tecnici che dipendevano dalla natura, dagli animali, alcune scene sono state realizzate e inserire nella sceneggiatura dopo averle girate. Io avevo creato, limato una sceneggiatura e avevo deciso le scene e l’ordine che le scene dovevano avere che è poi quello che avete appena visto nel film ma quando si ha a che fare con la natura ogni tanto bisogna stare alle sue regole, ai suoi tempi.
La scena in piazza Duomo (video intervista)
Anna, sappiamo che registi al primo lungometraggio e soprattutto giovani sconosciuti non hanno grande considerazione e fanno fatica a vedere il loro film prodotto e distribuito, come è avvenuto in questo caso? E soprattutto cosa ne pensi della situazione italiana delle piccole produzioni?
Prima parlavamo insieme di Cristian (Scardigno) e del suo film, ecco anche per noi ci son state difficoltà simili. Abbiamo avuto la fortuna di presentare il film al Tokyo Film Festival dove è andato bene, molto bene e da lì poi, in un secondo momento c’è stato l’interesse dell’Istituto Luce che ci ha affiancato nella distribuzione e nella realizzazione del DVD. La situazione italiana per le piccole produzioni è difficile, ci son pochi soldi per la crisi e poca fiducia nei giovani e nell’investire nei giovani, peccato perché ci sono dei validi prodotti, dei validi registi che avrebbero bisogno di maggiore attenzione e supporto.
Marco, dopo il film realizzato con altri diversi registi, 9×10 Novanta quali altri progetti ti attendono?
Per ora c’è ancora molta richiesta riguardo alla distribuzione de “L’ultimo pastore”, nel frattempo sto scrivendo, un lungometraggio probabilmente ma sto ancora scrivendo quindi è ancora in una fase iniziale.
Grazie di questa mini-intervista e in bocca al lupo per i progetti futuri.
Grazie a te e crepi il lupo.