Recensione – Miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista (Dustin Hoffman), miglior sceneggiatura e innumerevoli altri premi. Questi i numeri convincenti di un film divenuto un grande classico, un enorme successo che viene ricordato a distanza di quasi 30 anni anche dalle nuove generazioni grazie alla strepitosa interpretazione di Hoffman e a una sceneggiatura abilmente costruita.
Charlie, commerciante di auto di lusso ma indebitato fino al collo, scopre che l’eredità paterna è stata assegnata a un fratello di cui non ha mai avuto notizia: ha vent’anni più di lui e vive in una clinica, affetto da autismo. Charlie lo rapisce e cerca di portarlo a casa sua per diventarne il tutore, e in questo modo appropriarsi dei diversi milioni di dollari lasciati dal padre. Durante il viaggio verso Los Angeles, che si protrae per le necessità di Raymond che non vuole prendere né aereo né autostrada, Charlie comincia a conoscere veramente suo fratello, un individuo malato ma dotato anche di un’incredibile memoria e capacità di calcolo. Giunti a Las Vegas, Charlie ha la brillante idea di farlo giocare al tavolo verde ottenendo molte vincite. Piano piano Charlie si affeziona a lui scoprendo anche che lo strano personaggio che gli cantava le canzoncine da bambino, che egli chiamava Rain Man e che pensava fosse frutto della sua fantasia, non era altro che suo fratello, del quale è stato privato per tutti questi anni. Charlie decide di riportare Raymond nella clinica, rinunciando all’eredità paterna e a un assegno da 250.000 dollari offertogli, promettendo di frequentare Raymond appena possibile.
A 26 anni dall’uscita nei cinema di tutto il mondo, quello che è stato un film di grande successo di pubblico e di critica si è trasformato, a ragione, in un film facente parte dei grandi classici del cinema mondiale. Grazie alla precisa (e un po’ ruffiana) sceneggiatura e soprattutto a un’interpretazione di Dustin Hoffman tra le migliori dell’attore nella sua vita da artista il film è scoperto e riscoperto anche dalle nuove generazioni, quelle, compreso chi vi scrive, che non han potuto apprezzare il film sul grande schermo perché troppo piccoli o non ancora nati nel 1988-89.
La regia di Barry Levinson tratteggia con equilibrio una sceneggiatura puntuale non priva di difetti dovuti soprattutto alla prevedibilità della vicenda e a qualche superficialità. L’interpretazione di Hoffman è magistrale nel rappresentare la sindrome di Savant, la Sindrome degli Idioti Sapienti cioè di tutti coloro che son affetti da quella particolare forma di autismo che li rendono persone che hanno particolari abilità( definite straordinarie come nel disegno,arte,musica) rispetto al loro ritardo mentale,una di queste è la capacità nei calcoli logico-matematici. La dedizione di Hoffman nel creare il personaggio l’ha portato anche a passare un paio di mesi in un istituto di persone affette da autismo.
Questa dedizione ha dato frutto tanto che la sola sua interpretazione da un valore aggiunto altissimo al film, ne giova anche l’interpretazione di un Tom Cruise che poche volte in carriera è così “in parte” cavalcando anche l’ottimo scorcio della sua storia lavorativa. Nota stonata appare invece la performance di Valeria Golino, che appare da subito come un corpo estraneo per la sua voce, il suo timbro, la sua recitazione anche da ridoppiata. Tutte altre note costituiscono la colonna sonora a firma di Hans Zimmer. Le canzoni della soundtrack diventeranno dai grandi successi, riconosciuti e associati al film sin dalle prime note. Musica che si integra perfettamente e fa da sfondo a questa sorta di road movie un po’ particolare.
Rain man è quindi un film che ci presenta l’autismo e focalizza l’attenzione sul rapporto tra fratelli. Un film da vedere e rivedere non soltanto perché ben fatto e ben interpretato ma anche per il valore sociale che ricopre andando a tratteggiare seppur superficialmente un problema che sicuramente avrebbe bisogno di più approfondimento e considerazione dai media, dalle strutture scolastiche e sanitarie.
La stragrande maggioranza delle recensioni danno al film voti alti, altissimi in parecchi casi. Su Rotten tomatoes il film ha il 90% dei consensi, IMDB presenta un voto superiore a 8/10, come anche coming soon e mymovies quindi dare un voto a questo film è anche, in questo caso, destinare una parte di voto alla “tenuta” del film negli anni.
“Chi gioca in prima base. Non te lo chiedo te lo sto dicendo. Chi gioca in prima base?”
Voto: 9
Sì, bel film, mi piace questa riscoperta di film del passato che si sta facendo attraverso questi articoli molto interessanti e piacevoli da leggere