La la land (anteprima)

Recensione in anteprima – Venezia 73 – In concorso – Film d’apertura della mostra del cinema di Venezia targata 2016 che subito parte con un ottimo film. Chazelle, con gli ambienti e i ritmi moderni ci porta nel mondo dei musical di un tempo e ovviamente il suo amore per il jazz incanta e fa da perfetta colonna sonora.

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Sinossi: La storia di due sognatori che tentano di arrivare a fine mese, inseguendo le loro passioni in una città celebre per distruggere le speranze e infrangere i cuori. Mia, aspirante attrice, serve cappuccini alle star del cinema fra un’audizione e l’altra. Sebastian, appassionato musicista jazz, tira a campare suonando in squallidi pianobar. Ma come il successo cresce per entrambi, si trovano di fronte a decisioni che incrinano il fragile edificio della loro relazione amorosa. E proprio i sogni così duramente inseguiti e protetti, rischiano ora di diventare la principale causa della distanza che si crea fra l’uno e l’altra.

Damien Chazelle, 31 anni, professione regista con la passione del jazz. Lo abbiamo notato nel suo “Whiplash“, film, per certi versi, personale e lo ritroviamo totalmente in questo “La la land” che apre la mostra del cinema di Venezia del 2016.

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Il film del giovane regista incanta fin da subito, ancor prima dei titoli di testa gli spettatori vengono omaggiati di una scena di canto e ballo in mezzo a una rampa d’accesso dell’autostrada losangelina, dove tutti, come ogni giorno sono imbottigliati. La scena, strappa applausi convinti.

Il “La la” del titolo non è solo un rimando al “la la la” delle canzonette, sta anche per quella LA (Los Angeles) che è la vita di tutti i giorni, piena di difficoltà dei due personaggi principali, piena di sogni da realizzare e, forse, da inseguire inutilmente.

“La la land” è una storia d’amore, tra Seb (Ryan Gosling) e Mia (Emma Stone), una storia d’amore verso il jazz, una storia d’amore nei confronti del cinema qui omaggiato più e più volte con citazioni, con scene riproposte, con ammiccamenti nei colori, nei cartelloni, nelle battute. Mia lavora addirittura dentro uno studios cinematografico vicino al suo sogno di attrice, come Seb passa ogni giorno a prendere il caffè davanti al suo locale jazz preferito (ora un non meglio precisato locale dedito alla Samba), pieno di storia del jazz e che vorrebbe suo.

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C’è un grosso lavoro di fantasia e realtà. Un bel mix di ambienti e situazioni volutamente fittizie che sospendono la realtà del momento per lasciar viaggiare la fantasia. Momenti in cui, attraverso la musica, il canto e il ballo viene restituita quell’innocenza di guardare in faccia il proprio “io” interiore e perseguire quella volontà, quella realizzazione del proprio sogno.

I colori pastello, decisi, creano l’effetto sognante in un alternarsi di situazioni che debbono confrontarsi con la cruda realtà dei rifiuti, dei distacchi, delle delusioni. Succede, succede ma non bisogna mollare, come più volte viene detto nei film, come Chazelle ci dice anche in questa sua pellicola in modo poeticamente musicale.

E’ un musical scadenzato nelle stagioni dell’anno, si parte dall’inverno, freddo, per poi passare a primavera ed estate in un crescendo di emozioni e di amore. L’autunno e l’inverno successivo cambieranno un po’ le cose di nuovo ma nulla cambia per peggiorare se si è capaci di prendere il meglio e andare avanti.

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In ultimo il cast: Ryan Gosling e Emma Stone formano una coppia perfetta, coadiuvati da una sceneggiatura molto buona e con un ritmo consapevole delle dinamiche affettive non si perdono nei loro sentimenti ma li condividono quanto e quando possibile. Si innamorano, son credibili e son abbastanza bravi sia nel canto che nel ballo (a essere sinceri Emma Stone ha una vocina non proprio eccelsa). Bravissimo Ryan Gosgling al piano. Giocano e si divertono e fan divertire il pubblico.

Ottimo inizio quindi per Venezia 73 e buon film, da vedere. Un finale che è poesia pura, omaggio al cinema dei musical in maniera strabordante e, allo stesso tempo, sensibile, dolce, affascinante, in una parola sola: vita!

Voto: 8,6

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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