Recensione in anteprima – Il successo di marketing del libro e poi del film “50 sfumature di grigio” non potevano non creare una parodia cinematografica forzatamente sboccata ed esplicita. Si ride poco, si sorride a volte per un film stanco fin dalle battute iniziali. Nelle sale italiane dal 18 febbraio 2015.

50 sbavature di nero

Dai produttori di Scary Movie e Ghost Movie, la commedia diretta da Michael Tiddes (Ghost Movie, Ghost Movie 2) e interpretata da Marlon Wayans (Scary Movie, Ladykillers, White Chicks, Ghost Movie) prende di mira la trilogia erotica delle 50 sfumature, in particolare lo “scandaloso” 50 sfumature di grigio, non risparmiando però altri cult di genere come Magic Mike, Django Unchained e Nymphomaniac. Le spassose gag si snodano tra improbabili giochi erotici, incontri eccentrici e situazioni paradossali. Il film conta la partecipazione anche di Kali Hawk, Mike Epps e Jane Seymour.

Un successo planetario per quanto riguarda la trilogia letteraria delle “sfumature” di E.L. James e film con incassi vertiginosi per quanto riguarda il primo capitolo “Cinquanta sfumature di grigio” sono il ghiotto biglietto da visita per chi ha avuto la malsana idea di creare questa istant parody che ha il solo pregio di non far rimpiangere il film che prende di mira.

50 sbavature di nero

Benché già “Cinquanta sfumature di grigio”, quello serio, fosse in realtà già una parodia di un film questo “Cinquanta sbavature di nero” tenta, molte volte invano di far ridere sul poco materiale che il film originale offre. Impresa ardua che trova i suoi momenti migliori quando vengono prese di mira le star di Hollywood, il libro stesso e soprattutto quando vengono presi in giro personaggi della cultura e dello star system tipicamente americano, con ovviamente gli sfottò tra repubblicani e democratici.

Con un gioco di parole nel titolo originale il film gioco anche con la situazione della popolazione afroamericana negli Stati Uniti. Un giocare che tocca tutti i luoghi comuni tipici e li tratta in chiave ironica. Un gioco che dura poco e alla fine stanca. Come stanca l’idea che si ripete più e più volte e cioè l’unica anche del film originale: il sesso. Esplicitato, volgarizzato, dichiarato, spudoratamente mostrato in primo piano fino all’eccesso. Ovviamente siamo sempre di fronte a trucchi esagerati in un senso e nell’altro abbastanza evidenti e posticci. Un’esagerazione e un’insistenza che molto spesso sono gratuite e che non fanno granché ridere, anzi stancano e fanno sembrare il film ben più lungo dei 92 minuti.

Ciò che invece funziona è l’alchimia, la chimica, l’intesa erotica tra i due protagonisti. Fintamente brutta lei (Kali Hawk) ma con un corpo sensualissimo e spavaldamente affascinante lui (Marlon Wayans). Un’intesa assolutamente più interessante e ben riuscita della coppia protagonista del film originale.

50 sbavature di nero_2

“Cinquanta sbavature di nero” è un film che poteva estraniarsi molto di più dal pessimo film di cui effettua la parodia andando a cercare riferimenti ad altri film incastrandoli bene. Uno dei pochi presenti e che riesce bene è il riferimento a “Whiplash”, una scena esilarante e tra le poche che fanno realmente ridere forse insieme alla battuta su Bill Cosby.

Voto: 4,3

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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