Lucy segna il ritorno di Luc Besson alla fantascienza, ma a modo suo. Ci sono tutti gli ingredienti di Besson in questo film: sua è la sceneggiatura, sua è la regia, sua è la produzione. Ambientato principalmente nella sua Parigi ha come protagonista un’eroina femminile, come lo era stato in Nikita, e parzialmente ne “Il quinto elemento” giusto per citare due tra i film più conosciuti del regista francese.

Scarlett-Johansson-In-Lucy-Movie-WallpaperScarlett Johansson da voce, viso, corpo a una sorta di supereroe dei nostri tempi. La troviamo nei panni di Lucy, una studentessa che vive a Taipei ma è di chiare origini occidentali. L’inizio del film è folgorante. Se le immagini di vita quotidiana accelerate con una voce fuori campo che ne sottolinea la condizione umana di lavoratori, abitanti del mondo, non sono una novità; il simbolismo e parallelismo tra quanto sta avvenendo nel film e le scene da documentario della vita animale creano un giusto mix visivo coinvolgente e con un ritmo incessante.

Lucy viene costretta dal suo ragazzo ad effettuare la consegna di una valigetta a un ricco (e mafioso) uomo d’affari locale, ben presto si scoprirà che la valigetta contiene una nuova tipologia di droga blu in cristalli, dagli effetti straordinari e per questo molto pericolosa e redditizia. Costretta a diventare un corriere di questa droga tramite l’installazione di due sacchetti nell’addome, durante la sua prigionia in attesa dell’imbarco le percosse ricevute da un suo carceriere rompono uno dei sacchetti sprigionando nel corpo di Lucy tutta la droga in esso contenuta.

j4b3g305e1nl-is-scarlett-johansson-s-lucy-just-going-to-do-this-the-entire-movieLucy si trasformerà così in una donna capace di sfruttare appieno tutte le potenzialità del proprio cervello e del proprio corpo. Il raggiungimento di nuovi step della sua evoluzione viene scandito da Besson intervallando le scene principali da cartelli che indicano 20%, 30%, 40% e così via.

Nel frattempo il regista vuole dare anche una spiegazione degli eventi che si succedono senza per forza dar sempre voce alla protagonista, affida il ruolo di informare lo spettatore al professor Samuel Norman interpretato da Morgan Freeman. Lucy contatterà il professore e lo raggiungerà a Parigi dove lui sta tenendo un seminario proprio sull’uso e le potenzialità del cervello umano.

La vicenda, per non scrivere spoiler poco graditi, finisce tutta qui o quasi. Ed in effetti ad un inizio ben curato e sceneggiato segue un evolversi della vicenda che si perde in rivoli poco comprensibili e si risolleva nel finale richiamando alla mente una sorta di “Tree of life” al contrario. Besson ha tempo di inserire nel film anche elementi a lui congeniali come l’inseguimento in auto per le vie di Parigi ricordando per certi versi il suo “Leon”.

LucyGrab1Il film vira subito verso il filone fantascientifico per giustificare tutto ciò che accade e ben poco viene spiegato. Scarlett Johansson è la star incontrastata del film, il suo personaggio è in scena dall’inizio alla fine in pratica. Il tutto scorre troppo velocemente e se in molti casi è giustificato, in altri risulta un po’ ridicolo, semplicistico e superficiale la trattazione di temi che meriterebbero maggior approfondimento.

Se Nikita è umana e sfrutta il suo 15% di neuroni come tutti, Lucy è una Nikita che ne sfrutta il 100%, che pian pian si disumanizza perdendo contatto con la realtà perché “la realtà che ci siamo creata è solo una convenzione umana”. A belle scene di azione e di sangue vengono intervallate scene di poca verosimiglianza anche per un film di fantascienza e i dialoghi serrati non vengono supportati da una sceneggiatura capace anche di un po’ di ironia e di una struttura solida. Alla fine Lucy appare per quel che è, un film che spazia da momenti mediocri e imbarazzanti a ottime scene che si fanno apprezzare.

A dodici ore dalla visione il mio voto è 7, una media tra il 9 di alcuni momenti e il 5 di altri.

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

5 pensiero su “Lucy (2014)”
  1. Scarlett Johanson ultimamente è passata da voce di un programma (Her), aliena (under the skin) e supereroina (Lucy), mettendoli a segno tutti. Non ho visto ancora quest’ultimo film (certo, Besson non mi fa impazzire) però a volte è curioso vedere in sequenza quelle che sono le scelte di un attore/attrice e quanti di quelli interpretati rimangano nella memoria dello spettatore.

    1. Hai ragione, la Johansson ultimamente è richiestissima e con ruoli diversissimi. Sicuramente se sta ottenendo successo in quasi tutti è anche per le sue doti di recitazione e non solo per la solidità di alcune produzioni (mi riferisco principalmente ad Her, una spanna sopra rispetto a Lucy ed altri film).

  2. Purtroppo devo concordare con la recensione, anzi io sarei anche più severo. Film che crolla per via delle sue enormi ambizioni. Visivamente ricercato e con qualche bel momento action (l’inseguimento in auto), ma a livello narrativo è davvero mediocre e il personaggio della Johansson è fin troppo monocorde.

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