Recensione in anteprima – Brad Pitt è il divertente protagonista del nuovo film di David Leitch alla sua quarta opera dopo l’esordio, da accreditato, con Atomica Bionda. Un film quasi totalmente ambientato sul famoso treno giapponese ad alta velocità (detto treno proiettile) e che oltrepassa ogni schema della logica, della fisica per abbracciare il divertimento. Purtroppo troppo verboso. Dal 25 agosto al cinema.

Una folle storia

Ladybug (Brad Pitt) è un agente di una misteriosa organizzazione, che gli affida incarichi oltre i confini della legalità. Non si considera un assassino: è solo colpa della sfortuna se la gente finisce per morire durante le sue imprese. Questa volta avrebbe un incarico facile facile: rubare una valigetta sullo Shinkansen, il “treno-proiettile” ad altissima velocità che collega Tokyo e Kyoto. Peccato che la valigetta sia sotto la custodia di una coppia di ciarlieri ma pure letali sicari: Lemon (Brian Tyree Henry) & Tangerine (Aaron Taylor-Johnson), ossia limone e mandarancio. I due hanno con loro anche il figlio (Logan Lerman) della Morte Bianca (Michael Shannon), un boss criminale di origine russa che ha preso il controllo di una fazione della yakuza.

Ma non è tutto: sul treno viaggia The Prince (Joey King), una ragazzina solo apparentemente indifesa e con un piano machiavellico, che ricatta il giapponese Kimura (Andrew Koji) perché lavori con lei. Inoltre sono della partita altri due assassini: Hornet (Zazie Beetz), micidiale con i veleni, e Wolf (Bad Bunny), sicario messicano in cerca di vendetta.

Il film è l’adattamento cinematografico del romanzo del 2010 “I sette killer dello Shinkansen” scritto da Kotaro Isaka. Per questo film David Leitch ha utilizzato molti attori non giapponesi per rendere la vicenda con un respiro più internazionale e soprattutto far leva su alcuni famosi attori e comparse.

Azione ai tempi del Covid

“Bullet train” è stato girato (in più tempi) durante il periodo di limitazioni dovute al Covid e dai racconti dello staff tecnico si evince che il treno per quanto riguarda gli interni, in realtà, è sempre stato in studio ed è stato costituito, al massimo da tre carrozze continuamente riallestite per le riprese.

Tutto il panorama che si intravede dai finestrini del treno è ricreato grazie a “schermi verdi” oltre ad utilizzare molta CGI di discreta fattura per le scene più folli e che coinvolgono vagoni ferroviari, spade con voli estremi, e tutto il resto. Ci fermiamo qui per non spoilerare ulteriormente.

E’ una tipologia d’azione che è ristretta in poco spazio ed è ben coreografata come ci siamo abituati con film quali appunto “Atomica bionda”, “John Wick”, “Deadpool” ecc. Azione molto spettacolare oltre ogni ragionevole logica che intrattiene anche divertendo. La trama è volutamente ingarbugliata, piena di flashback, di sotterfugi, di camuffamenti, di rivelazioni. Un concentrato di colpi di scena, ritorni ed eventi a catena che impacciano solo superficialmente il protagonista Ladybug

Sopra le righe… le troppe parole

Questa azione sopra le righe che, tra l’altro è in crescendo fino ad arrivare a un’apoteosi “fuori di testa”, è corroborata da una loquacità eccessiva di quasi tutti i personaggi che lo spettatore incontra su questo treno.

Soliloqui che spesso si intersecano con flashback per raccontare la storia pregressa, le origini di ogni personaggio, di ogni incontro, di ogni scontro del passato. Una mossa narrativa che, alla lunga, fa perdere ritmo al film e, forse, slega un po’ il tutto. Il fastidio non è eccessivo e “Bullet train” scorre via veloce proprio come il treno ad alta velocità sul quale è ambientato.

Brad Pitt sembra divertirsi in questo strano action movie, così come anche il resto del cast. Per gli spettatori oltre alla visione del film, un interesse in più nel riconoscere le numerose comparse sul treno.

Voto: 6,7

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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