Recensione in anteprima – Nono film di Jacques Audiard che torna al cinema con ambientazione parigina a 6 anni dal trionfo di Dheepan. Un film in bianco e nero che narra una parte delle storie di 4 ragazzi che cercano di colorare la loro resistenza. Smarrimento, solitudine, sesso, ricerca di vita lavorativa, una fotografia chiara della gioventù di periferia. Al cinema dal 24 marzo
La storia
Nel 13° arrondissement di Parigi il desiderio è dappertutto. Émilie (Lucie Zhang) incontra Camille (Makita Samba), prof di lettere che la innamora ma si innamora di Nora (Noémie Merlant), provinciale e timida che videochiama Amber Sweet (Jenny Beth), cam girl che la ‘riconnette’ col mondo. Tre ragazze e un ragazzo in un mondo liquido. Amici, amanti e le due cose insieme, riempiono di colori un mondo in bianco e nero.
“Les Olympiades” è il titolo originale del film e rappresenta il quartiere nato tra gli anni 60 e 70 dove sono stati edificati enormi palazzi popolari con ognuno il nome di una città che ha ospitato le Olimpiadi. Un quartiere che sta attraversando un profondo cambiamento e rinnovamento dettato anche e soprattutto da riqualificazioni e da un ricambio generazionale.
Non si tratta di banlieu come in Dheepan, il luogo è una periferia che, superficialmente appare come nuova e tenuta mediamente bene. Un quartiere dormitorio con negozi e quant’altro. Un quartiere, in realtà grigio e il bianco e nero utilizzato ne sottolinea questa particolarità comune a tante periferie di grandi città europee.
Amori in bianco e nero
Le tre ragazze e il ragazzo protagonisti della vicenda non sono semplicemente persi in questo quartiere ma si disperdono in uno spazio più ampio ed interiore: loro stessi. Mantenendo il punto di vista soprattutto di Emilie e Nora il regista ci presenta delle vite semplici, si direbbe normali se solo il concetto di “normalità” è messo in discussione in questo film.
L’ adattamento cinematografico dei racconti a fumetti di Adrian Tomine prende vita grazie a un bianco e nero che ne ripercorre, in qualche modo, la graphic novel, come foto stampate e incasellate. Le storie partono indipendenti e si intrecciano. Gli amori vengono gestiti nello stretto confine tra superficialità ed esigenza prettamente fisica ma anche, a volte, spirituale.
La costante ricerca di un amore duraturo sembra essere l’obiettivo strisciante e spesso non detto di tutti i protagonisti anche di Camille e Amber Sweet, personaggi sicuramente più disincantanti rispetto a questo argomento.
Riconoscersi
“Parigi, 13 Arr.” è un film che racconto lo smarrimento, la ricerca, il ritrovamento e poi il nuovo perdersi. La volontà costante di tutti e quattro di rimettersi in gioco dopo ogni ripartenza è affrontata in modo diverso. Con grinta per Emilie, con naturalezza per Camille, con ansia per Nora e con concretezza da parte di Amber Sweet.
Età simili ma diverse con approcci simili ma diversi ai problemi della vita. Il problema in più per Nora è rappresentato dal web, perchè essere scambiata per una nota webcamgirl è allo stesso tempo un dramma ma anche un punto di partenza, un’opportunità per conoscere lati della propria personalità che non erano stati ancora affrontati.
Il film è quindi il racconto di una ricerca di 4 ragazzi della propria identità, del proprio colore in quella vita fatta di grigi che il regista dipinge. Quel distinguersi dalla massa soprattutto per riconoscersi allo specchio, nella vita, nelle proprie aspirazioni, desideri e sogni.
Voto: 7