Recensione in anteprima – Venezia 77 – In concorso – Debutto al lungometraggio in lingua inglese per l’ungherese Kornél Mundruczò. Un cast di talento e affermato a livello internazionale e una sceneggiatura scritta dalla moglie Kata Wéber più volte riscritta nel corso degli anni. Un film che inizia in maniera intensa, sia a livello recitativo sia a livello registico. Una seconda parte molto più intima che vede totale protagonista una Vanessa Kirby da applausi.

Il lungo pianosequenza

Nonostante la madre sia contraria, Martha (Vanessa Kirby) sceglie di partorire in casa, assistita dal compagno Sean (Shia LaBeouf) e dall’ostetrica Barbara. Quest’ultima però non riesce a raggiungerli durante il travaglio ed è rimpiazzata da Eva (Molly Parker).

Nonostante l’esperienza pluriennale e i modi rassicuranti dell’ostetrica, avviene qualcosa di imprevisto e la neonata muore, pochi minuti dopo il parto. Mentre Martha e Sean cercano di convivere con il dolore della perdita e provano a ripartire, la madre di Martha intende fare tutto quanto è in suo potere affinché Eva sia condannata per negligenza dall’opinione pubblica e da una corte giudiziaria.

La prima parte del film contiene un lunghissimo piano-sequenza che descrive il travaglio di Martha tra le diverse stanze della casa della coppia. Una scena, molto lunga e intensa in cui i due attori danno il meglio di loro in modo appassionato e passionale. E’ una scena che strappa lacrime non solo per la nuova nascita imminente ma, soprattutto, per il coinvolgimento emotivo tra i due che viene messo in campo con coccole, baci, abbracci.

Vivere nel dolore

“Pieces of a woman” è la storia di un dolere che Martha deve accettare, sopportare e poter vivere nonostante quell’immenso vuoto che lascia la perdita di una figlia tanto attesa. Nella seconda parte del film Martha cerca questo percorso, più di quanto, in realtà fanno i suoi familiari e, soprattutto suo marito.

Mentre Martha cerca di ripartire perchè solo lei sa quale dolore si radica in una madre, poco spazio viene dato all’approfondire i dolori degli altri anche se viene riscontrata e sottolineata una certa ipocrisia di fondo da parte di amici e conoscenti.

Ricomporre i pezzi

Martha riprende in mano la sua vita e si mette a recuperare tutti i pezzi per ricomporla. Questa seconda parte del film è tutta nelle mani e della bravura di Vanessa Kirby. La sceneggiatura non è male ma non approfondisce molti temi, paure e sentimenti. Cosa invece eseguita ottimamente durante tutta la prima parte di “Pieces of a woman”.

Il film si dilunga forse troppo sulle diatribe, mai approfondite, tra Martha e la madre e la lotta di Martha con il mondo esterno che non la comprende e non può farlo. Discutibile anche l’iter di Sean e la sua trasformazione se messa a confronto con la prima parte.

Un bel film, un’ottima interpretazione di Vanessa Kirby e un’ottima regia soprattutto nella prima parte.

Voto: 7,2

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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