Recensione in anteprima – Torino 36 – After Hours –  Il passato, nella nuova pellicola del regista Pascal Laugier diventa una vera e propria minaccia. Un film che ha l’obiettivo di spaventare e ci riesce con equilibrio. Un film interessante e per amanti del genere. Al cinema dal 6 dicembre.

Pauline (Mylène Farmer) e le due figlie adolescenti, Beth (Crystal Reed) e Vera (Anastasia Phillips), ricevono in eredità una vecchia villa piena di cimeli e bambole antiche che rendono l’atmosfera tetra e inquietante. Durante la notte, due intrusi penetrano nella casa e prendono in ostaggio le ragazze.

Pauline lotta disperatamente per la vita delle figlie e riesce ad avere la meglio sugli assalitori, ma il trauma di quella notte segnerà per sempre il destino delle ragazze. Mentre Beth riesce a reagire e a lasciarsi il passato alle spalle, diventando una scrittrice di successo, Vera invece non supera lo shock e si rinchiude nelle sue paranoie. Sedici anni più tardi Beth riceve una telefonata dalla sorella che le chiede aiuto. La ragazza ritorna così nella casa delle bambole dove scoprirà che l’incubo, in realtà, non è ancora finito. Il film ha aperto la maratona horror del Torino Film Festival

L’essere umano come elemento orrorifico

Pascal Laugier torna a spaventare lo spettatore, ma come al solito non si avvale di qualche creatura mostruosa o un semplice fantasma di passaggio. No, il regista, come in ogni suo film, mette in scena l’essere umano in tutta la sua inquietudine, capace di commettere gesti feroci e inimmaginabili. Il tutto gestito con equilibrio, aiutato da un comparto sonoro protagonista sin dalle prime scene ed essenziale per incutere timore.

Certo, davanti a così tanti jump scares, molti potrebbero facilmente storcere il naso, ma è interessante notare il modo in cui vengono usati. Per quanto possano risultare banali oggigiorno, Laugier compie un ottimo lavoro aumentando l’ansia minuto dopo minuto. Un discorso che viene notevolmente ampliato grazie anche alle interpretazioni di ogni singola attrice.

Un cast davvero riuscito

Poco fa abbiamo sottolineato il buon lavoro di Pascal Laugier dietro la macchina da presa, ma è doveroso soffermarsi anche sul lavoro delle attrici, abili nel gestire i vari livelli emotivi dei propri personaggi. Abbiamo una scrittrice (un ottimo pretesto per omaggiare gli scrittori del passato) di successo, interpretata dalla bellissima Crystal Reed e una sorella totalmente sconvolta (Taylor Hickson) tormentate da un passato oscuro e tremendo.

La loro è una prova attoriale tutto sommato riuscita, specialmente nella prima parte dove i loro personaggi sono vittima di un twist ending davvero interessante. Nulla che non si sia già visto, ma fa il suo effetto.

Perché “La Casa Delle Bambole” non è nient’altro che questo: un prodotto godibile, per un pubblico affezionato, che Pascal Laugier confeziona con un amore spudorato verso il cinema di genere. Un film consapevole dei propri limiti e con il semplice intento di intrattenere lo spettatore. Un film minore, quello sì, ma se state cercando un nuovo ”Martyrs”, siete totalmente fuoristrada.

Voto: 7

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