Recensione in anteprima – Dopo oltre un anno dalla proiezione nelle sale americane e dopo diversi rifacimenti di montaggio, il film arriva anche nelle sale italiane. Tutti i dubbi di una giovane donna si articolano in relazioni via via sempre più complicate e con lo sfondo di un’Olanda regina della produzione dei tulipani. Al cinema dal 6 settembre.

Nella Amsterdam del XVII secolo il ricco mercante Cornelis Sandvoort (Christopher Waltz) sposa la giovane Sophia (Alicia Vikander), cresciuta orfana in un convento. Nella spasmodica attesa di un erede, i due posano di fronte al pittore Jan van Loos (Dane DeHaan) per un ritratto che cambierà le loro vite. Quando, infatti, Sophia si innamorerà del pittore, i due escogiteranno un piano per vivere la loro passione clandestina, d’accordo con l’aiuto della cameriera Maria (Holliday Grainger).

La ragazza, i tulipani e i costumi

All’inizio del film ci viene presentata una realtà olandese ben ricostruita. La macchina da presa vola con maestria per canali, ponti, mercati, botteghe. Cornelis intanto sceglie il suo fiore, dall’orfanotrofio, Sophia viene promessa al ricco affarista che, per diversi motivi non riesce a trovar donna che gli lasci un erede.

La scelta della bella Sophia, consapevole del suo destino ma che non ama Cornelis, attiva nel ricco tutte le quelle pratiche, anche meccaniche e lievemente comiche per facilitare la procreazione. I tulipani poi, presenti ovunque, creano un parallelo tra la natura piena di vita che viene sfruttata per ragioni commerciali e la vita richiesta per l’eredità e creata dietro ragioni di opportunità.

Justin Chadwick, il regista non è nuovo alle opere in costume. Il suo esordio nei lungometraggi fu “L’altra donna del re” nel 2008 con delle giovanissime Natalie Portman e Scarlett Johansson. Non è nuovo nemmeno nel dirigere un cast importante ma, a parte la bravura di Alicia Vikander che va oltre la sua straordinaria bellezza (messa anche a nudo), il resto del cast sembra un po’ smarrito. Lo stesso Christopher Waltz tenta inutilmente di salvare il salvabile del suo personaggio. Per non parlare di Judi Dench che, nella piccola parte assegnata svetta su tutti e tutto.

Amori e affari

Dall’entrata in scena del pittore Jan Van Loos la vicenda inizia a farsi molto più intrigante e ingarbugliata ma il ritmo non si adegua come non lo fa nemmeno la sceneggiatura, più volte, come detto, riscritta.

E’ molto interessante vedere come la storia d’amore si intreccia al presente finanziario ed economico dell’ Amsterdam del tempo. L’investimento in tulipani genera una ricchezza ipertrofica che permette a imprenditori spesso improvvisati di elevare la loro vita sociale fintamente. I soldi inaspettati vengono scialacquati spesso in meretrici, alcol, vanità. E qui abbiamo la comparsa di lusso di nome Cara Delevingne, perfetta inutile.

Succede tutto e troppo, succede tutto troppo velocemente oltre che banalmente. Dialoghi spesso telefonati e che invitano alla noia. Buoni nella parte affaristica, molto meno interessanti quando si parla di amore e sentimenti. Il silenzio e la decisione di Cornelis appaiono la scelta migliore.

Un cinema teatrale

Tom Stoppard, lo sceneggiatore, adatta il romanzo di Deborah Moggach “Tulip Fever” ma non sempre le scene sono interessanti e ben riuscite. Stoppard ha già creato sceneggiature per film in costume e ambientate in secoli passati, sue sono quelle, per esempio di  “Shakespeare in love” e “Anna Karenina” che hanno avuto migliori risultati.

“La ragazza dei tulipani” appare come un cinema teatrale, o, se meglio si vuol credere un teatro cinematografico. Non è difficile pensare che un’opera del genere possa essere rappresentata in teatro e le inquadrature, spesso sono create in modo da poter essere replicate come a teatro. Vi è anche l’inganno ordito da Sophia e dalla cameriera Maria che è tipico delle opere teatrali brillanti.

La caratterizzazione che Christopher Waltz fa del suo personaggio Cornelis è altresì riscontrabile in macchiette e recitazioni tipicamente teatrali. Oltre le righe, snob, avido e con chiari ed evidenti problemi di egocentrismo. Inspiegabilmente, almeno nel film, muterà atteggiamento.

“La ragazza dei tulipani” è un film che piacerà a chi ama le storie d’amore in costume senza guardare all’originalità di dialoghi o situazioni. Piacerà a chi è abituato ad andare a teatro e ama il genere. Non sarà un film importante per la cinematografia mondiale e il fatto di averlo tenuto così tanto tempo lontano dalle sale aveva i suoi motivi fondati.

Voto: 5

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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