Recensione in anteprima – Venezia 75 – In concorso – I fratelli Joel ed Ethan Coen debuttano sul piccolo schermo in veste di sceneggiatori e registi con The Ballad of Buster Scruggs, un film a episodi ambientato nel vecchio west e costituita da sei storie distinte. Gli episodi saranno pubblicati il 18 novembre sulla piattaforma streaming Netflix che ne cura la distribuzione.

VENICE, ITALY – AUGUST 31: Ethan Coen (L) and Joel Coen attend ‘The Ballad of Buster Scruggs’ photocall during the 75th Venice Film Festival at Sala Casino on August 31, 2018 in Venice, Italy. (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Il protagonista del primo episodio è un cowboy canterino (Tim Blake Nelson), che dà il titolo al film; il secondo episodio è incentrato su un ladro di banche e bestiame un po’ imbranato (James Franco), mentre nel terzo seguiamo le vicende di un attore (Harry Melling) e dell’impresario (Liam Neeson) di una compagnia teatrale itinerante. Nel quarto episodio conosciamo un cercatore d’oro (Tom Waits) raggirato e nel quinto una donna (Zoe Kazan) che segue due mandriani sulla Oregon Trail. Infine, nella sesta ed ultima puntata, cinque passeggeri molto diversi tra loro viaggiano su una diligenza diretta in un località misteriosa.

Serie o non serie

I fratelli Coen tornano al Lido a solo un anno di distanza da “Suburbicon” per la regia di George Clooney ma da loro sceneggiato. In concorso, i due registi portano una loro ultima opera distribuita da Netflix che li vede alla direzione oltre che alla sceneggiatura.

Da subito, in conferenza stampa, i due artisti ci tengono a precisare che questo loro ultimo lavoro non è una mini-serie tv come si era portati a pensare. Benché i sei episodi siano autoconclusivi senza alcuni contatto tra loro, si tratta di un film antologia. Essendoci poi Netflix di mezzo il dibattito tra critici e spettatori rischia di consolidarsi tra le due opposte fazioni: chi pensa a “The Ballad of Buster Scruggs” come a un film (e di film ad episodi ne è piena, per esempio la commedia all’italiana) e chi pensa che invece sia una miniserie tv. Senza adeguarsi alla spiegazione dei registi.

In realtà nel film si possono trovare più elementi in comune che possono legare le vicende. Sicuramente non si trovano elementi narrativi o personaggi che possono costituire una continuazione della storia.

L’elemento comune

E’ abbastanza semplice definire il genere western come l’elemento comune più lampante di tutti gli episodi. Nel corso del film, però, se ne possono trovare altri e sta allo spettatore trovarli secondo la sua sensibilità.

I Coen costruiscono 6 episodi di durata diversa con diversi elementi in gioco. Anche il sottogenere risulta differente da episodio ad episodio. L’ambientazione western predominante lascia spazio a musical, commedia, fantasy, sentimentale, action, drammatico.

Si inizia come detto dal Buster Scruggs del titolo, un improbabile cowboy che usa la canzone in molte delle sue azioni. I registi ci introducono al loro film in maniera spensierata e divertente senza tralasciare elementi importanti che percorrono tutti gli episodi. Ci sarà spazio quindi per morte, amore, odio, sentimenti e tutta una serie di circostanze che verrano trattate nel perfetto stile al quale i due registi americani ci hanno abituato.

Dal punto di vista tecnico, il film presenta una fotografia molto ben curata e che, forse, viene sacrificata visto che il film non verrà proiettato nelle sale. Però i registi, come hanno voluto ribadire in conferenza stampa, fanno sapere che il film è stato pensato esattamente per il mondo con il quale verrà fruito, e, quindi, in streaming

Storie western

I sei episodi ambientati nel western americano, pur declinando il tutto in sottogeneri diversi, hanno le tipiche caratteristiche che, da questo genere ci si aspetta. Buster Scruggs infatti, pur non avendo il fisique du role del tipico cowboy, ne ricalca tutte le caratteristiche da “spaccone”. L’aver aggiunto delle abilità canore e una formidabile e rocambolesca capacità nel duello con le pistole lo rendono a tratti mitico e cult per il pubblico in sala

Il ladro di banche interpretato da un divertito James Franco fa goffamente ridere per le trovate che i due registi inseriscono in situazioni drammatiche. Proprio come avveniva in “Suburbicon” se ci si pensa bene.

L’attore del terzo episodio, commuove tanto lui quanto il suo “impresario”. Il cacciatore d’oro del quarto episodio ha un chiodo fisso e un’avidità che vanno al di là della verosimiglianza reale. Un’estremizzazione dell’egoismo. Il quinto episodio colpisce per la delicatezza di alcuni passaggi sempre in un contesto non facile e drammatico. Da sottolineare la splendida prova di Zoe Kazan.

L’episodio conclusivo chiude un cerchio immaginario che costituisce l’insieme di questi episodi. Il mistero silenzioso contrapposto alla verbosità in carrozza, che ricorda vagamente il tragitto in carrozza del film “The Hatefull Eight”.

Voto: 7,1

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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