Recensione in anteprima – Jennifer Lawrence torna al cinema da protagonista con uno spy-thriller che ci riporta nelle atmosfere della guerra fredda. Un film fortemente segnato dalla presenza dell’attrice e che non convince totalmente. Dall’1 marzo al cinema.

Dominika Egorova (Jennifer Lawrence) è la stella del Bolshoi che a seguito di un incidente si ritrova senza più un ruolo nella compagnia nella quale è cresciuta. Senza lavoro e senza speranze per il futuro suo e di sua madre, Dominika decide di accettare la proposta di suo zio Ivan (Matthias Schoenaerts) pur non avendo idea di che cosa si tratti. In maniera del tutto inconsapevole la donna è testimone di un omicidio politico e i servizi segreti russi sono decisi ad eliminarla. Dominika si trova davanti a un bivio: morire, e lasciare quindi da sola sua madre, o diventare una sparrow, una spia senza scrupoli usata dai russi per recuperare importanti informazioni. E’ lo zio Ivan a farle questa proposta e a Dominika non resta che accettare. Per prima cosa Dominika si sottopone ad un durissimo addestramento in cui vengono testate non tanto le sue capacità fisiche, quanto la sua abilità nel manipolare gli altri. Per essere una sparrow non si deve avere alcun pudore, bisogna essere disposte a fare qualsiasi cosa, anche dal punto di vista sessuale, mettendo da parte le proprie resistenze e tenendo presente unicamente l’obiettivo finale.

Tratto dal romanzo “Nome in codice: Diva” scritto dall’ex agente della CIA Jason Matthews, il film è diretto da Francis Lawrence che ritrova l’attrice che ha lanciato proprio lui nel ruolo di Katniss Everdeen nella serie “Hunger Games” dirigendone 3 dei 4 capitoli. Rispetto al debutto, qui Jennifer Lawrence è cresciuta a livello artistico e non si può non tener conto dell’impatto mediatico che l’attrice ha sul pubblico e sui suoi fan.

Il film sfrutta appieno tutta l’aurea da star della sua protagonista e, ovviamente tutta la sua bellezza messa letteralmente a nudo in diverse scene. Sin dall’inizio il corpo è una delle dimensioni protagoniste del film. Dominika è una ballerina e il suo volteggiare sul palo nei primi minuti del film è solo la versione più classica e tranquilla del suo personaggio. Dopo l’incidente tutto cambia, anche la determinazione e la sicurezza di Dominika. Il suo percorso da normale ballerina a spia disposta a tutto si completa con il trascorrere del tempo.

Jennifer Lawrence interpreta un personaggio che si colloca a metà tra la sua Joy del film omonimo, con tutta la determinazione tipica di chi ha le idee chiare e si fa forza considerando l’obiettivo finale e quell’“Atomica bionda interpretata da Charlize Theron nel film con lo stesso titolo. Cambiano le città e le attrici ma l’intreccio internazionale è il medesimo. Il gioco di spie e controspie riguarda sempre i due fronti storici dell’immaginario collettivo: blocco sovietico da una parte e blocco occidentale dall’altra.

Questo spy-thriller però dimostra subito il fiato corto e rischia sovente di incartarsi. Lo svolgimento della trama è abbastanza pasticciato e convulso. La sceneggiatura, concentrata nel non essere banale e povera di idee, esagera nel modo contrario: risulta ipertrofica di trame e sottotrame, di colpi di scena che, alla lunga non scaturiscono l’effetto per il quale sono stati creati. Alla fine ci si annoia abbastanza nella parte centrale e il film risulta essere troppo lungo, ben 2 ore e 20 minuti, avvitandosi continuamente su se stesso.

Nonostante tutto “Red Sparrow” risulta essere un film che intrattiene, anche con i suoi eccessi. La nudità di Jennifer Lawrence spiattellata in diverse situazioni, tutte funzionali all’economia della vicenda ma evidentemente alla ricerca dell’impatto emotivo nello spettatore. La crudezza di alcune scene con sevizie e torture su corpi nudi appesantisce la visione per i più sensibili e dona un tocco “blood” ad alcune scene di lotta.

Le torture, i giochi mentali, le intercettazioni, i pedinamenti, molte sono le armi tipiche di un film di spie anni 80-90 che vengono ripresentati nel film di Lawrence. Così come non mancano momenti tesi, di paura e di ansia. I continui ribaltamenti però e il gioco ad eliminazione fisica e morale contribuiscono però a insinuare nello spettatore l’aspettativa nell’aspettarsi di tutto e il contrario di tutto. Il risultato finale è la scoperta abbastanza facile della soluzione degli enigmi che questo genere di film mette in piedi.

La recitazione di tutto il cast non è male, ovviamente lo show principale è di Jennifer Lawrence. Lei è presente dalla prima all’ultima scena nonostante il suo accento russo non sia dei migliori. Una buona prova nonostante tutto alla quale fa eco anche la carismatica presenza attoriale di un Jeremy Irons in grande spolvero.

Voto: 6,2

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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