Recensione in anteprima – Venezia 73 – In concorso – Giuseppe Piccioni torna alla Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia con il suo settimo film dopo 15 anni dal suo bel “Luce dei miei occhi”. “Questi giorni” è film invece mal realizzato. In uscita al cinema il 15 settembre.

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Una città di provincia. Tra le vecchie mura, nelle scorribande notturne sul lungomare, nell’incanto di un temporaneo sconfinamento nella natura, si consumano i riti quotidiani e le aspettative di quattro ragazze la cui amicizia non nasce da passioni travolgenti, interessi comuni o grandi ideali. Ad unirle non sono le affinità ma le abitudini, gli entusiasmi occasionali, i contrasti inoffensivi, i sentimenti coltivati in segreto. Il loro legame è tuttavia unico e irripetibile come possono essere unici e irripetibili i pochi giorni del viaggio che compiono insieme per accompagnare una di loro a Belgrado, dove l’attendono una misteriosa amica e un’improbabile occasione di lavoro.

Terzo film italiano in concorso al Lido di Venezia dopo “Spira Mirabilis” e “Piuma”. Non abbiamo avuto modo di vedere il primo film, ma possiamo dire che il film di Giuseppe Piccioni non è nemmeno divertente come “Piuma”, caratteristica che molti riconoscono a quest’ultimo e che permette a diversi di salvare il film di Roan Johnson.

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In “Questi giorni”, semplicemente, c’è troppo, o meglio non c’è quasi nulla di quanto ci si aspetta di vedere una volta che si iniziano ad intavolare certi discorsi e certi problemi. Ricco di personaggi, il film non ne approfondisce nemmeno uno, lasciando al vago tentativo dello spettatore la fatica di riuscire a capire come mai certe giovani abbiano reazioni così poco verosimili in certe circostanze.

E’ vero che la complessità giovanile è varia e variegata ma forse quattro ragazze, ognuna con i propri scheletri nell’armadio, son troppe da gestire in un film e Giuseppe Piccioni non ci riesce. La sceneggiatura sfugge alla definizione di una spiegazione, è frettolosa nel liquidare rapporti, indugia troppo in passaggi al rallenty o semplicemente solo musicali con la finta pretesa di voler essere profondo o intimo.

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“Questi giorni” è un film che sostanzialmente non emoziona se non a tratti. Non convince nelle relazioni. Diverte in alcune, poche, scene ben pensate e realizzate. La recitazione, tranne Margherita Buy (anche se qui sembra un po’ forzata) e Maria Roveran, la migliore, è stucchevole, meccanica, a tratti finta complice una sceneggiatura con diverse battute che fan cadere le braccia.

Il road movie di formazione che viene innescato non funziona, si arena, si sfalda e devia verso altre forme lasciandosi dietro senza senso altri spunti a mezz’aria. Non tutto deve essere spiegato lo conveniamo, non tutto, nella vita può ricondurre a soluzioni e a rapporti che si chiudono o costruiscono qualcosa ma il vago lasciato a mezz’altezza sembra più adatto a una serie televisiva per teenagers che a un film in concorso.

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A tratti vengono trattati temi con una superficialità disarmante per essere un film drammatico. Così come a tratti vien in mente la vacanza di “4 amiche e un paio di jeans”, ma lì la scelta virava dichiaratamente verso la commedia che voleva solo intrattenere. Con “Questi giorni” sembra che, voce narrante fuori campo compresa, voglia fare la morale, fare lezione di vita. Troppe pretese mal gestite.

Voto: 4,4

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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