Recensione in anteprima – Arriva finalmente in Italia “Love & Mercy” biopic sulla vita artistica e personale di Brian Wilson, leader dei Beach Boys, famosissimo gruppo musicale che ha segnato da protagonista diversi capitoli della storia della musica leggera. Il film esce il 31 marzo.
Melinda (Elizabeth Banks) lavora in una concessionaria di auto. Un giorno incontra nello showroom un tipo strano che le viene presentato come Brian Wilson (John Cusack). L’uomo è stato il frontman nonché l’autore delle canzoni di uno dei gruppi più famosi in assoluto: i Beach Boys. I due iniziano a frequentarsi e la donna scopre così le ragioni del profondo disagio psichico che Brian sta vivendo. Hanno le loro radici in una gioventù difficile e, allo stato attuale, debbono confrontarsi con le devastanti terapie di uno psichiatra che ne è diventato il controllore assoluto.
Non è mai facile realizzare un biopic, la storia sembrerebbe già scritta e quindi di più immediato svolgimento ma non è così e questo “Love & Mercy” non è un semplice biopic. Ce lo spiega Bill Pohlad, regista al suo secondo lungometraggio dopo il primo, “Old Explorers”, passato inosservato: “Non amo particolarmente i film biografici. Cercare di comprimere tutti i battiti e i frammenti di una vita in due ore, era qualcosa che non mi interessava affatto. Volevo mostrare gli aspetti più veri e umani della vita di Brian Wilson, non il suo essere una celebrità. Il film vuole essere pertanto il ritratto di una persona vera. Quest’uomo ha vissuto molti eventi eccezionali, altri meno eccezionali, e per questo non era possibile approcciarsi alla sua storia nel modo più tradizionale”.
Ed infatti “Love & Mercy” è si la storia di Brian Wilson ma si concentra sul suo sentimento forte per la musica, quella passione che lo rende genio e al tempo stesso lo sregolato sociopatico di difficile lettura emotiva. Un ritratto realizzato dal regista, che si avvale della collaborazione del vero Brian Wilson e di sua moglie Melinda che hanno dato libero accesso ai loro ricordi di una vita, anche quelli più intimi, primo tra tutti la situazione al limite del surreale del loro primo incontro.
Prende infatti avvio da un fortunato trovarsi di Melinda e Brian negli anni ’80, come giungono al loro maldestro primo incontro e come prende avvio la loro storia d’amore che si rivelerà estremamente importante per lo stesso Brian. John Cusack, il Brian Wilson degli anni ’80 e Elizabeth Banks, Melinda nel film si scoprono tremendamente coinvolti dalle parti a loro assegnate e questa storia si intreccerà con il montaggio della vita di Brian anni ’60 nel pieno della creatività artistica e del boom dei Beach Boys.
Con questo continuo alternarsi dei due diversi decenni il film è ben ritmato, coinvolgente e ben strutturato nonostante questo continuo salto. Anzi, una vicenda si riaggancia a quella successiva anche attraverso un ponte tra gli anni ’60 e gli ’80 perchè il vissuto è molto spesso connesso e trova giustificazione anche nelle scelte passate.
E’ estremamente complicato riassumere in una recensione di poche righe tutte le molteplici situazioni e sfaccettature della vita di Brian Wilson trattata nel film. Molti sono gli elementi che giustificano un buon giudizio sul film in generale e su come siano stati trattati tutti i meandri dell’animo umano di Brian Wilson così complessato e ridotto, suo malgrado, a subire delle vessazioni psicologiche da chi si è approfittato di lui e dei suoi disturbi mentali.
A completare la buona riuscita del film, le fondamentali interpretazioni di un poker d’attori che riescono a dare il meglio di loro e che sembrano letteralmente calati ognuno nella parte del personaggio a cui devono dare voce e corpo. La stessa Elizabeth Banks commenta riguardo al suo ruolo: “E’ raro trovare un ruolo femminile che sia così proattivo. Quando incontrai Melinda dal vivo, ne fui assolutamente affascinata. Melinda conosce bene se stessa e sa cosa vuole nella vita. Quando incontrò Brian, le fu subito chiaro quale era il suo compito. La loro relazione è straordinaria. Hanno resistito per venti anni sotto stretta sorveglianza”.
Bill Pohlad fotografa molto bene quanto descritto dalla Banks e crea un giusto equilibrio tra questa determinante storia d’amore e le vicende relative ai Beach Boys e alla creazione delle canzoni da parte di Wilson. Un percorso creativo fatto di contrasti, di innovazioni, di depressioni, di scatti d’ira, di perfezionismo maniacale, di visioni determinate anche dall’abuso di droghe e di alcolici.
La musica dei Beach Boys, c’è, si sente, fa da colonna sonora a tutto il film ma non è la parte predominante della vicenda. Si guarda all’uomo Brian Wilson: un’ottima interpretazione di Paul Dano e una sorprendente e intensa prova d’attore di John Cusack. La solita bravura di Paul Giamatti nell’interpretare un dottore abilmente viscido e la forte e decisa recitazione di Elizabeth Banks certificano un film che è stata una gradita sorpresa e che vi consiglio di non perdere.
Voto: 7,5