Recensione in anteprima –  Dopo mesi di chiacchiere da bar sul “film di Sorrentino su Berlusconi”, finalmente abbiamo avuto l’opportunità di tastare con occhio questo LORO, sebbene il cineasta partenopeo, non si sa bene se consigliato da qualcuno o in maniera autonoma, abbia deciso di rilasciare la sua ultima opera divisa in due capitoli. Una scelta che non permette di dare un giudizio completo sull’intera opera e rimanda la valutazione a tra qualche settimana quando verrà proiettato in sala anche il secondo capitolo. Il primo dei due film esce il 24 aprile al cinema.

Foto di Gianni Fiorito

in collaborazione con Cuore di celluloide 

Loro… ma anche noi

Faccendieri ambiziosi e imprenditori rampanti, cortigiane – vergini per niente candide che si offrono al drago, addestrate da molti anni di pubblicità sessiste e trasmissioni strillate – politici corrotti, giullari, acrobate: è il circo che sta intorno a Silvio Berlusconi (Toni Servillo), nella “rielaborazione e reinterpretazione a fini artistici” messa in scena da Paolo Sorrentino.

Proviamo ad addentrarci in maniera più approfondita in quello che tutti pensavano fosse un Biopic in stile “Il Divo” sull’uomo italiano che più ha fatto parlare di sé negli ultimi trent’anni, e che invece, come Sorrentino stesso ci anticipa nelle sue note di regia, è solo un’opera di finzione, in costume, che narra di fatti verosimili o inventati, in Italia, tra il 2006 e il 2010. Affermazione che suona come una bella presa per il naso, se pensiamo che durante il film si odono per esteso, e assolutamente non bisbigliati, nomi e cognomi per nulla inventati, a partire dal protagonista Silvio Berlusconi, fino ad arrivare alla celeberrima Noemi Letizia, ovvero quella che lo chiamava “Papi”.

Loro …. ed anche Lui

In soldoni, la trama ha come personaggio più in vista Sergio Morra (Riccardo Scamarcio), che, al contrario del padre imprenditore, onestissimo, cerca di farsi largo, anche con l’aiuto della moglie Tamara (Euridice Axen) nel mondo che conta corrompendo persone di potere con cocaina e donne di facili costumi, con l’obiettivo di arrivare a “Lui” 

“ma Lui chi?” “Eh, LUI, LUI!!!”

L’occasione si presenta quando entra in contatto con Kira (Kasia Smutniak) un’altra figura che ha fatto del “self made myself” il suo marchio di fabbrica, la quale lo aiuta ad organizzare un megaparty in una villa in Costa Smeralda, proprio di fronte a quella in cui passa le sue vacanze Lui 

“Ma LUI LUI? Sì, proprio LUI”

Sorrentino la prende molto alla larga: di Berlusconi, almeno nella prima parte, non vi è traccia se non nell’ultima mezz’ora (ma ricordiamolo, questa è solo la prima parte e chi scrive è convinto che il film andrebbe visto per intero per esprimere un giudizio più approfondito) e, come nella realtà, ruba la scena a tutti.

A dire la verità la sua presenza si avverte anche nella prima ora: a parte i dialoghi in cui si fa riferimento a LUI, le atmosfere, i personaggi, le storie di questi, rimandano tutti, inevitabilmente, alla figura del magnate brianzolo. Imprenditore edile prima, e padrone di televisioni e squadre di calcio poi, fino a diventare il centro umano della politica italiana. Potremmo definirlo, per come lo descrive Sorrentino e, forse, anche per come stanno realmente le cose qui in Italia, colui intorno al quale ruota tutto, come un centro di gravità per la vita sociale e politica del nostro martoriato paese.

Loro e gli altri

Riassumendo, prendete “Loro” come un “Bastardi senza gloria” in salsa tricolore. Sorrentino rappresenta Berlusconi e chi gli girava e gli gira tuttora attorno come Tarantino rappresentò Hitler e la sua cricca. Ovviamente tenendo conto dei rispettivi stili autoriali, completamente diversi tra loro.

Se vi aspettate un “Divo 2” siete completamente fuori strada. Bisogna tener conto che, tuttavia, la seconda parte del film potrebbe demolire o, al contrario, rafforzare questa tesi e quella secondo la quale il film debba essere preso come un’opera di fantasia nella quale ogni riferimento a fatti realmente accaduti e a persone realmente esistenti è puramente casuale (così è scritto sulla schermata iniziale, seguita dal primo piano di una pecora… ma questa è un’altra storia).

Nonostante tutto, soprattutto sorvolando sul “brianzoletano”, ovvero la lingua che parla Toni Servillo interpretando Berlusconi, Sorrentino, quantomeno con questa prima parte, ha messo su un film divertente ma anche molto riflessivo su quello che è la società politica e mondana (e talvolta queste coincidono) del paese. Quindi ci sentiamo di promuoverlo, con riserva dovuta all’arrivo della seconda parte nelle prossime settimane.

Voto: 7 (?)

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