Recensione in anteprimaDal 18 giugno arriva nelle sale italiane il film d’animazione distribuito da Notorious Pictures e tratto dal libro “Albert” dello scrittore danese Ole Lund Kirkegaard. Diretto da Karsten Kiilerich, il film racconta la sotria di Albert un bambino intelligente e sfacciato che è molto temuto per i suoi scherzi in tutta la città

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Albert è un bambino intelligente e sfacciato che è molto temuto per i suoi scherzi in tutta la città. Quando distrugge accidentalmente la statua dell’eroe locale, il famoso capitano di mongolfiera Leopoldus, per risolvere il guaio che ha combinato, decide di partire all’avventura alla ricerca di una mongolfiera e di un diamante magico insieme al suo migliore amico Egon

Siamo stati all’anteprima milanese del film d’animazione danese “Albert e il diamante magico”. Anteprima un po’ particolare, con la presenza insolita di numerosi bambini delle elementari, lì per testare l’opera del regista Karsten Kiilerich. Caratteristiche fondamentali di un buon film d’animazione per bambini che non abbia la presenza di supereroi o personaggi già conosciuti tramite la tv o i giochi sono: il buon ritmo delle vicende, un sano umorismo con scene folli in cui i protagonisti ovviamente non si fanno mai male veramente, richiami all’amicizia e all’avventura, tanta tanta fantasia e, non ultimo una durata totale della proiezione non troppo ampia.

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Il film danese dura 1 ora e 20 minuti, perfetta durata per un film per bambini mentre tutti gli altri elementi sopra elencati ci sono, non in abbondanza ma ci sono. Il personaggio ideato da Kinkergaard ormai quasi 50 anni fa è un prototipo di nerd degli anni sessanta e viene replicato dal regista in maniera fedele persino nel periodo storico e nell’ambientazione. Complici anche le tavole lasciate dallo scrittore che ha anche disegnato quanto romanzato Kiilerich propone la città immaginaria di Kalleby come una tipica città danese dei suoi ricordi d’infanzia.

E’ il colore e il calore di una famiglia e di un paese tutto, quello che si riversa nelle strade percorse da Albert nella sua città natale. Colori pastello vivi, di un cartone animato che bada anche all’impatto visivo con qualche bella scelta registica che amplia il senso di libertà e di fantasia da infondere nello spettatore, soprattutto più piccolo. Kinkergaard nel suo romanzo, delinea un Albert attingendo alla sua esperienza di insegnante delle scuole elementari. L’Albert del film ne consolida questa caratterizzazione e, per i più piccoli, l’ambientazione non moderna non svia ed anzi crea quel senso generale di innocenza e di bontà anche nelle scene che evocano (per gioco) omicidi o furti.

Il surreale e il paradossale fa capolino ogni tanto dettando un’accelerata alle scene più lente e forse poteva anche essere usato di più. Risultano un po’ deboli alcuni personaggi di  contorno e forse si ride un po’ troppo poco.

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I messaggi costruttivi come la fiducia nell’amico, il rispetto dei genitori, la voglia di avventura con criterio, il senso di responsabilità e giustizia vengono trattati nell’idea generale del film, nel complesso, mai citandole direttamente e questo è un gran bell’aspetto positivo per un film che, altrimenti poteva risultare una lezioncina a tratti tediosa. La storia, semplice, dove bene e male prendono subito le parti che spettano loro, pur mescolandosi abilmente, danno al film quella leggerezza ampiamente digeribile dal pubblico al quale il film è dedicato.

Consigliato per i bambini dai 5 ai 10 anni, al di fuori di questa fascia il film potrebbe risultare anche un po’ noioso e banale. In ogni caso a livello tecnico è stato fatto un buon lavoro.

Voto: 6,6

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

4 pensiero su “Albert e il diamante magico”
  1. strano facciano ancora film di animazione per un target molto ristretto. Lo capisco nelle produzioni televisive, un po’ meno per il cinema. Già è difficile rientrare nei costi (generalmente), immagina così. Poi magari farà sfracelli.

    1. Mah, non credo faccia incassi stratosferici come altri film spinti da un merchandising di contorno. E’ una trasposizione di un libro per bambini, benchè i costi dell’animazione si siano abbassati (non c’è 3D o formati “impegnativi”) condivido le valutazioni sul rischio soprattutto con piccoli produttori che arrivano da un paese piccolo come la Danimarca. Però c’è un grande sostegno economico del governo locale e un concorso correlato e sponsorizzato che ti porta a Legoland e parchi tematici di questo tipo. In Italia esce, tra l’altro, il 18 giugno, periodo estivo, con poca concorrenza sì ma periodo di magri risultati. Mi aspetto incasso totale intorno ai 500mila, non di più.

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