Recensione – Film del 1979, diventato presto un film di successo internazionale e annoverato dopo quasi 40 anni come film cult per diversi motivi. Il primo lungometraggio di George Miller, il primo film di successo di un giovanissimo Mel Gibson. Il primo di una trilogia che rivedrà la luce in un reboot dello stesso regista con Mad Max Fury Road dal 14 maggio 2015 nelle sale italiane.
In Australia, le istituzioni, ormai incapaci di prevenire e arginare la criminalità dilagante, affidano il compito di combattere le bande motorizzate di giovani, spietati delinquenti ad un apposito corpo di polizia, motorizzato anch’esso, composto da agenti selezionati, esperti nell’uso delle armi e del tutto privi di scrupoli. Max Rockatansky, soprannominato Mad Max, poliziotto del nuovo reparto, è colto dallo sdegno quando vede che un pavido tribunale rilascia in libertà l’assassino di un suo collega. Dubitando dell’utilità del proprio incarico, l’uomo è tentato a dimettersi dal servizio attivo, ma a distoglierlo dal proposito è l’improvviso massacro della sua famiglia ad opera della banda di Toecutter. Facendo della vendetta l’unica ragione di vita, Max si mette a caccia dei criminali e li elimina ad uno ad uno, rivelando lui stesso una selvaggia ferocia non inferiore a quella dei suoi antagonisti.
“Mad Max”, questo il titolo originale del film è stato realizzato con un budget bassissimo (300 mila dollari australiani) e costituisce ancora oggi il film australiano con il maggior incasso internazionale con gli oltre 100 milioni di dollari al box office. Le scene di violenza, quelle di corpi tumefatti, bruciati o mutilati hanno reso il film vietato ai minori di 18 anni in molti paesi, ma, purtroppo non rappresenterebbero una novità per gli adolescenti o i giovani d’oggi che sono abituati da film e anche da realtà a scene anche più angoscianti e terrificanti.
“Interceptor” però non è un film dell’orrore, non vuole esserlo, non è ascrivibile nemmeno nel filone dei film distopici o post-apocalittici. La storia può essere benissimo un’esagerazione estrema di una delinquenza che può essere incontrata verosimilmente in alcune se non molte zone dei sobborghi e periferie di città.
A farla da padrona in questo film è la natura Australiana e la natura umana, lasciata libera di dare sfogo ai propri istinti e sentimenti. Istinti di prevaricazione dell’altro a difesa del proprio territorio oppure a difesa ed attacco per la conquista di nuovo potere e ricchezza. Mad Max invece è uno dei pochi “non corrotti” da questo sistema, baluardo per quasi tutto il film di una voglia di felicità e serenità che, invece ha abbandonato le strade e le abitazioni.
Il successo del film è dovuto soprattutto a una precisa e sapiente regia, a un ritmo incalzante e che rapisce l’attenzione dello spettatore. Una sceneggiatura lineare, senza troppi fronzoli ma efficace e calata nella realtà ripresa dal film. Un film che strizza l’occhio ad atmosfere un po’ punk, un po’ futuristiche con una ventata di motori roboanti che farebbero l’invidia di Fast & Furious. L’esaltazione quasi giocosa di puntare su questi elementi rendono il film un action molto più simile a un western trasportato nell’età moderna.
L’interpretazione di Mel Gibson soprattutto è da ricordare e, giustamente, ha fatto conoscere l’attore australiano al mondo all’età di soli 23 anni. Molto interessante è anche la “V8 Interceptor”, l’auto di Mad Max. Un’auto che è rimasta nell’immaginazione degli estimatori di belle e veloci auto. La “V8 Interceptor” è stata creata su base Ford Falcon XB GT Coupè estremizzandone le caratteristiche e portandola a oltre 300 cavalli di potenza. Le immagini che la ritraggono con una folle velocità son frutto tutte dell’abilità degli stuntmen e proprio della potenza dell’auto stessa, senza trucchi. In Italia, il titolo del film prende spunto proprio dal nome dell’auto invece dell’originale “Mad Max” anche se l’auto appare per poco tempo.
Dopo il successo di questo film “Interceptor” costituisce il primo capitolo di una trilogia su Mad Max che attraverserà la prima metà degli anni 80. Dal 14 maggio 2015, a 30 anni esatti dall’ultimo film, “Mad Max” tornerà nei cinema con un reboot e sempre con la regia di George Miller, la parte che fu di Mel Gibson è affidata a Tom Hardy.
Voto: 6,7
Non rientra nei miei “cult” però sì, bello.
Mi piacque tanto, anche se all’epoca lo vedevo più come un film sul futuro (non mi sbaglio con il terzo che a mio avviso è l’originale di quello che uscirà a breve e con la mitica Tina Turner e la sua “we don’t need another hero”) e non l’estremizzazione della realtà. Bello violento, belle macchine e tanto action. Notevole. Se poi vi chiedete che fine ha fatto Mad Max, insieme a Snake (maledetti traduttori italiani) Plissken non vi resta che guardarvi Last Escape, di Gargamella e Carambola Pictures, insieme alla Marenaro Bros.