RecensioneUna favola classica nelle mani del Kenneth Branagh shakespeariano diventa un film riuscito, intelligente, fantastico, rassicurante, fantasioso. Una vera sorpresa pur rimanendo fedele alla vicenda e al suo spirito. Con una trama risaputa dai più, il messaggio rimane attuale e universale. Una Cate Blanchett quasi perfetta.

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Il nuovo film Disney Cenerentola racconta la storia di una giovane ragazza (Lily James) figlia di un mercante. Dopo la morte di sua madre, suo padre si risposa e lei, per dimostrargli il suo affetto, accoglie in casa la matrigna (Cate Blanchett) e le sue figlie, Anastasia (Holliday Grainger) e Genoveffa (Sophie McShera). Ma quando improvvisamente suo padre muore, Cenerentola si ritrova alla mercé di tre donne gelose e malvage. Relegata alla stregua di una serva coperta di cenere e stracci, Cenerentola potrebbe facilmente perdere ogni speranza. Invece, nonostante le crudeltà di cui è vittima, desidera solo onorare le parole pronunciate da sua madre sul letto di morte, che le raccomandava di “avere coraggio ed essere gentile”. La giovane fanciulla non intende disperarsi né disprezzare chi la maltratta. E poi c’è l’affascinante straniero che incontra nel bosco. Senza sapere che si tratta di un principe, e non di un semplice apprendista del Palazzo Reale, Cenerentola sente di aver incontrato la sua anima gemella. E quando i reali invitano tutte le fanciulle del regno a partecipare a un ballo, spera che il suo destino stia finalmente per cambiare e di poter nuovamente incontrare l’affascinante principe (Richard Madden). Purtroppo la sua matrigna le proibisce di andare al ballo, strappandole l’abito che avrebbe dovuto indossare. Ma come in tutte le favole che si rispettino, qualcuno accorre in aiuto: una gentile mendicante (Helena Bonham-Carter) si fa avanti e, con una zucca e qualche topolino, cambierà per sempre la vita di Cenerentola.

Alzi la mano chi crede che le favole siano destinate ai bambini! Ecco, chiunque l’abbia fatto, vedendo questa nuova versione di Cenerentola firmata da Kenneth Branagh si dovrà ricredere e parecchio. Il film presenta la famigerata storia di Ella (Cenerentola per le sorellastre e la matrigna) in modo classico, estremamente fedele a quanto ogni spettatore si aspetta e ricorda dalla fiaba letta durante l’infanzia o recitata al figlio di turno.

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Branagh, estremamente bravo quando si tratta di camminare per il suo sentiero preferito e cioè le opere del drammaturgo Shakespeare, poteva essere una scommessa perdente per la Disney ed invece si trasforma nel miglior alleato per far rivivere in un film situazioni e sensazioni che catturano lo spettatore da metà film in poi. Infatti la prima parte del film fatica un poco a decollare ma con l’avvento di una Cate Blanchett straordinaria e perfetta nella parte della matrigna, con i battibecchi delle sorellastre e con l’incontro folgorante di Cenerentola e del suo futuro principe azzurro l’entusiasmo cresce, la favola si fonde in fiaba, la fiaba diventa sogno e da lì lo spettatore tornerà coi piedi per terra solo a fine film.

Magnifiche le ambientazioni, i costumi, i colori, questi ultimi pensati anche in maniera oculata e moderna nonostante il periodo storico. Il principe azzurro in pratica non c’è, c’è una principessa azzurra e, guarda caso, ricorda nei toni di colore un’altra principessa famosa giusto un anno fa. L’aggancio con l’immaginario Frozen e il suo successo è se non voluto almeno è una felice coincidenza.

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Una Cenerentola pura, cristallina, gentile, bella, coscienziosa, amorevole, quasi ingenuamente buona è la Cenerentola che tutti si aspettano e se, nel 2015, qualcuno potrebbe aspettarsi qualcosa di più al passo coi tempi e con i caratteri delle giovani d’oggi, il film ribadisce in ogni sua scena che di sogni, di fiabe, di favole il cinema ha bisogno. Il mondo e soprattutto lo spettatore ha bisogno di film che le sappiano raccontare bene e facendolo viaggiare con la fantasia. Cenerentola versione 2015 ci riesce benissimo.

Voto: 7,7

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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