Dopo 3 mesi di attesa, approda nelle sale il film che ha riscosso grande successo di critica straniera. Tratto dall’omonimo libro e best seller di John Green, Colpa delle stelle tratta il mondo della malattia e della vita tramite gli occhi di una coppia di adolescenti.
“Cosa succede ai personaggi di un romanzo quando il libro finisce?”
“Non puoi scegliere di non soffrire ma puoi scegliere per chi soffrire” “semplicemente alcuni infiniti sono più grandi di altri” |
Hazel Grace (Shailene Woodley) è una sedicenne malata di cancro. Grazie a una cura sperimentale in tenera età riesce a sopravvivere a questo male con l’ausilio dell’ossigeno e di un respiratore. Sa che, comunque, la sua vita sarà breve, morirà giovane e ha perso gran parte della sua vita da bambina combattendo contro la malattia.
Convinta dalla madre frequenta un gruppo di sostegno per giovani che son affetti da malattie incurabili. Durante uno di questi incontri fa la conoscenza di Augustus (Ansel Elgort). Un giovane appena maggiorenne che ha perso una gamba sempre a causa del cancro.
Il giovane ha imparato a vivere ugualmente la vita senza preoccuparsi troppo della sua condizione e pian piano insegna questo punto di vista a Hazel. La sedicenne riscopre così emozioni che non pensava di poter provare e ha un unico desiderio: scoprire cosa succede ai protagonisti del suo libro preferito dopo che il libro stesso è finito.
Il libro, “An imperial affliction”, è l’unico libro scritto da tale Peter Van Houten (Willem Dafoe), con protagonista una certa Anna gravemente malata. Per esaudire questo desiderio i due giovani e la madre di Hazel volano ad Amsterdam, patria di Van Houten per incontrare lo scrittore.
L’incontro con l’autore del libro non sarà dei più felici ma il soggiorno ad Amsterdam sarà un punto di svolta per la storia tra Hazel e Augustus.
Dopo un ritardo imperdonabile (3 mesi) arriva in Italia un film che è stato molto apprezzato dalla critica americana e straniera. Il successo anche in Italia di questi giorni dimostra la bontà dell’opera di Josh Boone, che qui dimostra una regia mai invadente e sempre equilibrata e curata anche nei dettagli.
Il film riprende quasi totalmente il libro “The Fault in Our stars” di John Green, autore che ne ha seguito anche l’adattamento sul grande schermo. Se qualche particolare non riprende fedelmente la narrazione di Green, sicuramente ne rispecchia totalmente l’atmosfera. Il film non è da considerare un teen dramma ma un film che può far riflettere anche il pubblico più adulto. Nella semplicità dei gesti e nella cura delle contrapposizioni (da notare la scena della rottura dei molteplici trofei di Augustus) il film emoziona molto, riempie il cuore di sensazioni pian piano fino a farlo scoppiare in lascrime (poche o tante che siano) nel finale.
Un film da vedere, che non sarà amato da chi non ama film strappalacrime ma che tratta temi importanti senza essere né troppo pesante né troppo superficiale. Ottima prova di Shailene Woodley e ottimi dialoghi.
voto 8
io l’ho visto per curiosità e mi è piaciucchiato abbastanza: girato bene, interpretato bene, e una lacrimuccia l’ho versata, però non sono d’accordo con chi grida al capolavoro. gli do un 6 e mezzo e bon.
Dire capolavoro è eccessivo. Io credo sia fatto bene, è un film equilibrato e pur essendo tale, senza calcare troppo sull’emotività emoziona. Forse emoziona più per lo scorrere delle vicende “normali” che poi si tramutano in dramma a poco a poco che il dramma stesso.