Recensione in anteprima – Venezia 77 – El arte de Volver é un film drammatico spagnolo presentato alla 77° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia che segue una giornata nella vita dell’attrice Noemí. Una pellicola sul tempo che scorre, sui ricordi, gli incontri e gli affetti e del proprio posto nel mondo. 

24 ore nella vita di Noemì.

Noemí (Macarena García) ritorna nella sua città natale, Madrid, dopo 6 anni  trascorsi a New York. Fin da subito siamo proiettati nella sua vita in cui ne seguiamo le 24 ore. Il film si apre sul proprio lavoro di attrice e l’attesa ad un casting, si prosegue sula visita all’adorato nonno anziano e malato – il suo punto di riferimento – che si trova in una struttura per anziani. La sua giornata poi prosegue con una visita alla sorella con la quale il legame di una volta non c’è più, l’incontro con l’amico Carlos (Nacho Sánchez) il quale ha da sempre un debole per lei e l’amica Ana (Ingrid García Jonsson). Infine c’è l’incontro causale con l’autista rumeno Radu e un’altra protagonista inaspettata che aiuterà Noemì

Il flusso di coscienza di Noemí.

‘El Arte de Volver’ é un film spagnolo del 2020 per la regia di Pedro Collantes con Macarena García – attrice spagnola rivelazione per il film ‘Blancanieves‘ che le valse il Premio Goya 2012 – e con Ingrid García Jonsson – attrice svedese cresciuta in Spagna – e l’attore spagnolo Nacho Sánchez. Produzione di Daniel Remón. Il film é stato presentato all’interno dello schema del Festival dal nome Biennale College, un progetto con l’obiettivo di realizzare film a basso costo, la volontà di trovare nuovi e giovani volti nel settore e darne infine visibilità nell’industria cinematografica.

La sceneggiatura é buona e l’idea riprende il tema del ‘Ritorno’ tanto a cuore ad un altro grande spagnolo: Almódovar ne ‘Volver‘ (2006). In questo caso il ritorno é legato al tema del tempo che passa. É un film che fa riflettere sul passato. Presente. Futuro. Dove eravamo e dove siamo ora. Il film é un continuo flusso di coscienza di Noemí. É un film introspettivo in cui lo spettatore segue le sue emozioni senza pause: si vivono le sue aspettative, il suo dolore, la sua felicità, i suoi ricordi. Noemí é l’arte di tornare, così si descrive lei stessa. L’arte del non fare piani, l’arte dell’incertezza.

Il cast

L’attrice principale é credibile e ha buone doti recitative, la fotografia é ottima soprattutto nelle ambientazioni esterne. I dialoghi sono lunghi e profondi ma é proprio per questo motivo che alcuni passaggi scorrono molto lentamente.

L’Arte di Tornare‘ é un film sulle radici e il senso di appartenenza. Perché dovunque andremo nella vita, saremo sempre legati a quelle terre di origine. É una pellicola che ci mostra che alcuni legami restano fermi nel tempo e altri invece sono destinati a cambiare. Ma soprattutto è una produzione che tratta un tema estremamente contemporaneo: restare, andare, tornare con sempre al centro la volontà di trovare la propria stabilità. Dovunque essa sia.

“Mi dispiace Noemí” 

Voto: 6.5

Di Sabrina Pusterla

Interessata di media ed entertainment. Da sempre una eterna cinefila, amo il cinema a 360°. Mi piace visionare, analizzare e parlare dei film. Progetti? Tanti. Sogni nel cassetto? Troppi. Spero un giorno di pubblicare un libro ed un podcast in cui parlo della settima arte. "Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima." (Cit. Ingmar Bergman)

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