News – Commenti – Ecco un resoconto dei film visti il quinto giorno alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Finito l’embargo ecco i primi brevi commenti di chi ha visto il film. Le recensioni complete verranno pubblicate nei prossimi giorni. Seguiteci anche sui social: instagram, fb e threads. Le date di uscita al cinema potrebbero variare.

  • Il maestro (di Andrea Di Stefano) – Venezia 82, Fuori concorso

Italia – 125′ – Pierfrancesco Favino, Tiziano Menichelli, Giovanni Ludeno, Dora Romano, con Valentina Bellè, Astrid Meloni, Chiara Bassermann, Paolo Briguglia, Roberto Zibetti, Fabrizio Careddu, e con Edwige Fenech – Indiana Production, Indigo Film, Vision Distribution, Memo Films, Sky, Playtime. Al cinema dal 13 novembre 2025

Sinossi: Estate, fine anni Ottanta. Dopo anni di allenamenti duri e regole ferree, Felice, tredici anni e sulle spalle tutte le aspettative paterne, arriva finalmente ad affrontare i tornei nazionali di tennis. Per prepararlo al meglio, il padre lo affida al sedicente ex campione Raul Gatti, che vanta addirittura un ottavo di finale negli Internazionali d’Italia al Foro Italico. Di partita in partita, i due iniziano un viaggio lungo la costa italiana che, tra sconfitte, bugie e incontri bizzarri, porterà Felice a scoprire il sapore della libertà e Raul a intravedere la possibilità di un nuovo inizio. 

La storia di formazione adolescenziale attraverso la guida di un maestro di tennis non si discosta molto da tante altre vicende simili già raccontate. Il film di Di Stefano però centra a pieno il bersaglio, sfruttando a pieno l’ottima interpretazione di Favino di un ex tennista professionista con problemi di ogni sorta: alcol, droga, donne. La sfida del Maestro è soprattutto contro se stesso, mentre per il giovane allievo protagonista Felice è contro il passato per conquistare un futuro che sia suo.

⭐⭐⭐ (Daniele Sartorato)

Andrea Di Stefano dirige un film sullo sport. Non è uno sport casuale considerata l’estrema popolarità del tennis, in Italia, in questo momento. Lo fa senza incorrere negli errori tipici e, quindi, il film risulta molto realistico riproducendo colpi e strategie in maniera corretta. Buona la sceneggiatura, così come le interpretazioni che coinvolgono ed emozionano il pubblico.

⭐⭐⭐1/2 (Giuseppe Bonsignore)

  • The testament of Ann Lee (di Mona Fastvold) – Venezia 82, In concorso

Regno Unito – 130′ – Amanda Seyfried, Thomasin McKenzie, Lewis Pullman, Stacy Martin, Tim Blake Nelson, Christopher Abbott, Matthew Beard, Scott Handy, Jamie Bogyo, Viola Prettejohn, David Cale – Kaplan Morrison, Intake Films, Proton Cinema

Sinossi: Una favola epica ispirata alla vita di Ann Lee, fondatrice degli Shakers, un movimento religioso radicale nato alla fine del XVIII secolo

Amanda Seyfried trova il ruolo della vita in The Testament of Ann Lee, favola epica sulla predicatrice che nel ‘700 fondò il movimento religioso degli Shakers, propugnando l’astensione sessuale per avvicinarsi a Dio. La regista Mona Fastvold, che ha scritto il film con il marito Brady Corbet, trasforma la sua storia in un musical visionario, audace e trascinante, in equilibrio tra momenti buffi, disperazione e violenza. Impeccabile la ricostruzione d’epoca. Non per tutti, ma sicuramente un esempio di grande cinema.

⭐⭐⭐1/2 (Diego Pelizza)

Il film è scritto a quattro mani dalla stessa regista Mona Fastvold e dal marito Brady Corbet. La storia è poco conosciuta e l’interpretazione di Amanda Seyfried è molto sentita e convincente. La forma estetica di tutto il film è una coreografia perenna centellinata e precisa al millimetro. Il ritmo, a volte ipnotico coinvolge lo spettatore con una musica da orchestra moderna. Un musical ben riuscito che avrebbe dovuto portare un po’ più di coraggio nello sviluppo della trama. 

⭐⭐⭐1/2 (Giuseppe Bonsignore)

  • The Smashing machine (di Benny Safdie) – Venezia 82, In concorso

Stati Uniti – 123′ – Dwayne Johnson, Emily Blunt – Out for the Count Productions, Seven Bucks Productions, Magnetic Fields Entertainment

Sinossi: La storia del lottatore Mark Kerr, leggenda delle arti marziali miste e dell’Ultimate Fighting Championship.

Dwayne Johnson si cala nei panni drammatici di un lottatore di arti marziali miste riprendendo posto su un ring che spesso l’ha visto protagonista di un altro spettacolo affine: il wrestling. Il regista Benny Safdie si concentra sulla prima parte della carriera di Mark Kerr, dalla sua serie di imbattibilità alla prima sconfitta. Un punto nevralgico della storia sportiva e, soprattutto affettiva e personale del protagonista. C’è molto ritmo, una buona sceneggiatura e due ottime interpretazioni di Johnson ed Emily Blunt. Film da vedere.

⭐⭐⭐1/2 (Giuseppe Bonsignore)

Mark Kerr è stato un pioniere delle arti marziali miste, l’odierna MMA. La sua storia è un mix di forza, sudore, impegno e allo stesso tempo di debolezza e fragilità. Dwayne Johnson lo interpreta in maniera sorprendentemente efficace e con una grande sensibilità, diretto da un Benny Safdie accorto, preciso e sempre attento a raccontare l’emotività dei suoi personaggi, senza sovrastare con la tecnica i principi della storia che vuole raccontare. Visione molto interessante e a tratti sorprendente.

⭐⭐⭐1/2 (Daniele Sartorato)

Con The Smashing Machine, Benny Safdie realizza un dolente ritratto della carriera del lottatore Mark Kerr, campione di MMA tra gli anni Novanta e Duemila. I combattimenti ci sono e sono girati molto bene, sono realistici e mai eccessivamente spettacolari o enfatizzati; tuttavia, l’attenzione del regista è soprattutto sul lato umano di Kerr, sulle sue contraddizioni, sulla sua battaglia contro le dipendenze e sul rapporto turbolento con la fidanzata. Soprattutto, è la storia di un uomo abituato a vincere sempre che deve imparare a saper perdere, sul ring e nella vita. Ottimi Dwyane Johnson, al suo primo ruolo drammatico, ed Emily Blunt.

⭐⭐⭐1/2 (Diego Pelizza)

  • Made in EU (di Stephan Komandarev) – Venezia 82, Spotlight

Bulgaria, Germania, Repubblica Ceca – 109′ – Gergana Pletnyova, Todor Kotsev, Gerasim Georgiev, Anastasia Ingilizova, Ivaylo Hristov, Ivan Barnev, Martina Peneva, Ovanes Torosian – Argo Film, 42film, Negativ

Sinossi: Iva lavora in uno stabilimento tessile nella campagna bulgara mentre lotta contro una malattia persistente ma misteriosa. Quando si scopre che è il primo caso di Covid nella sua cittadina, la notizia degenera in un continuo j’accuse: prima da parte dei proprietari della fabbrica, desiderosi di scaricare le responsabilità, poi da parte dei suoi colleghi, di suo figlio e infine dell’intera comunità, nonostante Iva non lasci la città da anni. Con l’emergere delle prime vittime del virus, la demonizzazione pubblica di Iva aumenta, emarginandola rapidamente dalla comunità. 

In Made in EU il regista Stephan Komandarev denuncia le disumane condizioni di lavoro nelle fabbriche tessili della Bulgaria, tramite la storia di una donna costretta a lavorare nonostante la malattia e che così propaga involontariamente il Covid nel paesino dove vive. Il film indaga le reazioni della comunità al diffondersi della malattia, che porta all’ingiusta emarginazione della protagonista e di suo figlio. Il quale, però, riesce infine a portare a galla la verità. Al netto di qualche ridondanza e nonostante il budget ridotto, l’opera ricorda il cinema sociale di Ken Loach e si fa apprezzare per l’importante messaggio di denuncia che trasmette.

⭐⭐1/2 (Diego Pelizza)

  • Un anno di scuola (di Laura Samani) – Orizzonti, In concorso

Italia, Francia – 102′ – Stella Wendick, Giacomo Covi, Pietro Giustolisi, Samuel Volturno – Nefertiti Film con Rai Cinema Tomsa Films, Arte France Cinéma

Sinossi: Settembre 2007, Trieste. Fred, diciottenne svedese esuberante e coraggiosa, arriva in città per frequentare l’ultimo anno di un Istituto Tecnico. Si ritrova a essere l’unica ragazza in una classe di soli maschi e catalizza l’attenzione di tutti, in particolare quella di tre amici: Antero, affascinante e riservato; Pasini, seduttore istrionico; Mitis, bonaccione protettivo. I tre sono legati tra loro da quando hanno memoria. L’arrivo di Fred sconvolge il loro equilibrio, mettendo a dura prova la loro amicizia. Mentre ognuno di loro la desidera segretamente per sé, Fred vuole essere ammessa nel gruppo, ma le viene chiesto continuamente di sacrificare qualcosa di sé per diventare una di loro.

Adattando e attualizzando l’omonimo romanzo di Giani Stuparich, Laura Samani, al suo secondo film, realizza uno splendido coming of age ambientato a Trieste, su una ragazza svedese che si ritrova a frequentare un istituto superiore popolato solo da ragazzi. Il film, come da titolo, segue i 9 mesi dell’ultimo anno delle superiori, focalizzandosi sulle dinamiche che si vengono a creare tra la protagonista e tre compagni. Il risultato è un’opera solare, fresca e coinvolgente, che racconta l’adolescenza e la maturazione dei personaggi in modo autentico e convincente.

⭐⭐⭐1/2 (Diego Pelizza)

Un anno di scuola è un’interessantissima storia di formazione. Fred è una ragazza svedese che si trasferisce a Trieste per il lavoro del padre e diventa il quarto membro di un gruppo di amici maschi. Le dinamiche che il film riporta sono quelle di amicizia, amore, odio, inadeguatezza, dipingendo così la tela dell’adolescenza usando tutti i colori tipici di quell’età. Gli interpreti sono impeccabili e il film emana autenticità, tenendo lo spettatore incollato a seguire vicende che ognuno può sentire affini.

⭐⭐⭐ (Daniele Sartorato)

  • Ish (di Imran Perretta) – Settimana della critica

Regno Unito – 90′ – Farhan Hasnat, Yahya Kitana, Avin Shah, Sudha Bhuchar, Joy Crookes, Arman Mohammed, Is’haaq Hasan Haque, Hasnain Shah, Zubin Varla – Primal Pictures, Home Team

Sinossi: Alla soglia dei 12 anni, i migliori amici Ish e Maram faticano a mantenere saldo il loro legame a seguito di un traumatico arresto e perquisizione da parte della polizia. Mentre le ripercussioni si propagano in profondità, i ragazzi devono fare i conti con gli uomini che stanno diventando. A volte ‘lasciar andare’ è la parte più difficile di diventare grandi.

Ish è una piacevolissima sorpresa. Delicata storia di formazione ambientata nella comunità musulmana di Luton, tra piccola delinquenza e persecuzioni poliziesche, è il racconto della crisi dell’amicizia tra due ragazzini che devono capire che uomini vogliono diventare. Sullo sfondo, lontano ma non così tanto, il conflitto israelo-palestinese. Girato in uno splendido bianco e nero, con uno stile fresco e dinamico, coinvolge e convince. Il giovane regista Imran Perretta è un nome da tenere d’occhio.

⭐⭐⭐1/2 (Diego Pelizza)

Ish(mail) è un ragazzo che vive a Luton, in inghilterra. La storia che ci viene raccontata è quella della sua amicizia con Marem, un ragazzo palestinese poco più grande di lui. Il film narra delle loro gesta, dei loro litigi, dei piccoli atti delinquenziali. Lo sfondo però è l’occludente sensazione di non essere padroni delle proprie vite, che possono essere messe in discussione in ogni momento. Lo stile della regia e la cura della fotografia in bianco nero lo rendono accattivante ed esteticamente apprezzabile.

⭐⭐⭐ (Daniele Sartorato)

Di Redazione Ck

Composta da studenti, lavoratori, mamme, semplici "mangiatori" di film, la redazione di Cinematik.it scrive per passione.... passione del cinema e di quanto ci sta attorno

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