Recensione in anteprima – Nono lungometraggio con Gavin O’Connor come regista. Da non confondere con l’omonimo attore, il regista americano torna dopo nove anni con questo secondo e riuscito capitolo. Questo secondo capitolo approfondisce le dinamiche familiari e dona ulteriore profondità al protagonista. Un buon film carico di emozioni ed azione. Una bella sorpresa per essere un secondo capitolo. Al cinema dal 24 aprile.

La storia

Sono passati nove anni da quando il Dipartimento del Tesoro ha smantellato, con l’aiuto del Contabile (Ben Affleck), la Living Robotics. Raymond King (J.K. Simmons), l’ex-direttore dell’ufficio per la lotta ai crimini finanziari, ha lasciato il suo posto alla prescelta Marybeth Medina (Cynthia Addai-Robinson), ora l’unica a ricevere informazioni sul mondo criminale da parte di Christian Wolff, alias il Contabile.

King, che ha aperto un’agenzia di investigazioni private, si ritrova però invischiato in un caso più grande di lui. Tocca a Medina scoprire cosa è davvero successo, ma ancora una volta avrà bisogno dell’aiuto del Contabile.

Il film diretto da Gavin O’Connor e con Ben Affleck che riprende il suo ruolo di Christian Wolff, rappresenta un atteso seguito del successo del 2016, “The Accountant” In questo sequel, Wolff, un contabile con la sindrome di Asperger, affronta nuove sfide personali che lo porteranno a confrontarsi con una cospirazione criminale pericolosa. Il film combina elementi di thriller, azione e dramma, offrendo uno sguardo più profondo rispetto al suo predecessore, sia nelle dinamiche familiari che nelle vulnerabilità del protagonista.

Personaggi (meglio) sviluppati

La crescita di Christian Wolff è uno degli aspetti più importanti del film. Grazie a una scrittura più profonda, il personaggio di Affleck esplora le sue lotte interiori e le relazioni interpersonali. La rappresentazione della sindrome di Asperger è sensibile e complessa, talvolta anche divertente, mostrando le sue capacità matematiche e logiche per vivere le varie situazioni.

La regia di Gavin O’Connor, già noto per il suo lavoro in “Warrior” e “The Way Back” dimostra una notevole abilità nel bilanciare azione e dramma. La sua regia in “The Accountant 2” è caratterizzata da sequenze d’azione serrate e momenti di forte introspezione emotiva. L’uso della fotografia e del montaggio contribuisce a creare tensione e coinvolgimento, rendendo le scene di azione particolarmente avvincenti.

La performance del cast di supporto, tra cui Cynthia Addai-Robinson nel ruolo di Marybeth Medina, offre interpretazioni solide. L’agente Medina non è solo una spalla per Wolff, ma un personaggio che evolve e deve sempre far fronte ai compromessi oltre il legale che il Contabile le presenta. Anche Jon Bernthal (Braxton) fornisce una performance intensa che aggiunge un ulteriore livello di tensione alla trama, inserendo il non sempre facile personaggio del fratello.

Ben Affleck offre un’interpretazione misurata e profonda, catturando la complessità emotiva di Wolff. La sua rappresentazione della sindrome di Asperger è sia rispettosa che autentica, rendendo il personaggio empatico nonostante le sue differenze nell’approccio con le situazioni della vita.

Alti (tanti) e bassi (alcuni)

La trama però potrebbe anche essere tacciata per troppo elaborata e contorta. Forse sono troppi i fili narrativi ma risultano comunque ben ritmati e interessanti. Aver visto il precedente capitolo aiuta lo spettatore in alcuni passaggi. Mentre gran parte del film mantiene un buon ritmo, ci sono momenti in cui la narrazione rallenta e potrebbe sembrare un po’ protratta. Questi rallentamenti possono interrompere l’intensità complessiva e far perdere coinvolgimento anche se la durata è complessivamente corretta per quanto si vede.

La narrazione comunque tiene gli spettatori incollati allo schermo grazie a una serie di colpi di scena ben posizionati e a un ritmo che riesce a mantenere alta la tensione. La trama affronta anche tematiche importanti, come la criminalità organizzata, la famiglia e l’accettazione, rendendo la storia non solo un thriller, ma anche un dramma umano a tratti commovente.

“The Accountant 2” rappresenta un sequel di successo che riesce a espandere l’universo narrativo creato nel primo film, offrendo un mix di azione, tensione e caratterizzazione profonda. Sebbene presenti alcune debolezze, il film riesce a coinvolgere il pubblico con performance forti e una regia sicura. Un film che, essendo un sequel, è un’ottima sorpresa perchè risulta superiore rispetto alla qualità del precedente capitolo.

Voto: 7,2

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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