Recensione in anteprima – Ventottesimo film da regista per Ron Howard che spazia nuovamente tra i generi e porta al cinema la vera storia della famiglia Wittmer secondo i racconti dei sopravvissuti. Un thriller survival che abbraccia anche toni drammatici e da commedia. Buone le prove dell’importante cast e film che tiene lo spettatore sempre con il fiato sospeso. Al cinema dal 10 aprile.
La storia
La crisi del 1929 ha provocato una generale sfiducia nel sistema capitalistico, che ha avuto conseguenze anche in Europa, e in particolare in Germania, dove il tracollo economico ha fornito terreno fertile all’ascesa del nazismo. In questo contesto, il medico e filosofo tedesco Friedrich Ritter (Jud Law) diventa una celebrità per aver abbandonato la civiltà ed essersi trasferito in un luogo disabitato della Galapagos, l’isola di Floreana, insieme a Dora Strauch (Vanessa Kirby), sua discepola e amante.
Il suo esempio e la sua scelta controcorrente motivano poi il vedovo e veterano di guerra Hienz Wittmer (Daniel Bruhl), nel 1932, a fare altrettanto, in compagnia del figlio e della seconda e giovanissima moglie, Margret (Sydney Sweeney). Tutt’altro che entusiasti dell’idea di condividere il loro rifugio, i Ritter inizialmente prendono le distanze dai Wittmer ma le due coppie trovano comunque il modo, dopo un po’ di tempo, di non darsi fastidio a vicenda. Le cose cambiano, però, quando a Floreana sbarca Eloise Wagner de Bousquet (Ana De Armas), presunta baronessa, con al seguito un paio di amanti-schiavi, e il proposito di costruire un resort di lusso e impossessarsi così dell’isola.
Sceneggiatura e cast
La sceneggiatura di Noah Pink esplora tensioni umane profonde, mettendo in luce come aspirazioni utopiche possano degenerare in conflitti e violenza. Il film, con la sua colonna sonora di Hans Zimmer, enfatizza un’atmosfera tesa che riflette la fragilità dei rapporti umani e la lotta per sopravvivere in un ambiente naturale ma difficile.
Ron Howard, noto per i suoi film basati su storie vere, in “Eden” affronta un genere piuttosto insolito per lui, combinando elementi di sopravvivenza e thriller con una riflessione sulla natura umana e i suoi istinti di sopravvivenza. La regia è caratterizzata da un budget ridotto rispetto ai grandi blockbuster hollywoodiani, ma riesce a creare un’opera avvincente e dotata di un cast di primo livello.
Il cast infatti, abbraccia il progetto di questo film dando prova del proprio talento anche se non c’è equilibrio di utilizzo di ogni attrice e attore. Jude Law interpreta un dottor Ritter convincente, un uomo che insegue la sua utopia in modo scientifico ma arrogante. Vanessa Kirby sostiene bene il ruolo della moglie, Dora Strauch, anche se il suo personaggio non trova lo spazio che hanno gli altri. Ana De Armas è affascinante nel ruolo della baronessa Eloise, imponendo la sua presenza sull’isola in modo prepotente, disturbante e profondamente istrionico e opportunista. Sydney Sweeney, nel ruolo di Margret Wittmer, emerge con forza, trasformandosi da figura secondaria a osservatrice attenta e protagonista silenziosa della storia. E’ quest’ultima la vera sorpresa, in positivo, del film.
L’animo umano
Ambientato negli anni Trenta, il film riflette un’epoca segnata da instabilità economica e sociale, con la crisi del ’29 e l’ascesa del nazismo, che influenza la scelta dei personaggi di lasciare la loro vita borghese per una vita più autentica in un paradiso isolato. Tuttavia, l’utopia immaginata si rivela un inferno, a dispetto del titolo che, invece evoca il paradiso. La vicenda rivela come anche in un contesto naturale l’essere umano possa ricreare dinamiche violente e competitive simili a quelle che tenta, invece, di fuggire.
La colonna sonora di Hans Zimmer, sebbene non memorabile come tante altre di altri suoi film, contribuisce all’atmosfera tesa del film. La fotografia spazia da ampi paesaggi naturali a primi piani dei personaggi, è una fotografia fin troppo naturale e poco colorata dando così un tono ancora più drammatico al film. “Eden” offre un’opera matura e visivamente potente che esplora i temi della sopravvivenza e dell’ambiguità dell’animo umano. E’ un film che tiene lo spettatore perennemente col fiato sospeso mantenendo viva l’attenzione per le dinamiche tra i diversi personaggi.
Voto: 6,7