Recensione – Secondo lungometraggio per RaMell Ross che porta sul grande schermo in Usa e sulla piattaforma Amazon Prime Video, l’omonimo romanzo scritto da Colton Whitehead. Una storia di fiction che prende spunto dalla realtà delle condizioni nel riformatorio Dozier School for Boys. Con una soggettiva alternata tra i due protagonisti il pubblico sente le ingiustizie molto vicine. In streaming dal 27 febbraio.
La storia
Florida, 1962. Elwood Curtis (Ethan Herisse) è un ottimo studente liceale che è stato accettato ad un corso avanzato presso un college. Mentre si reca al college accetta un passaggio da uno sconosciuto che si rivela un ladro d’auto e viene fermato dalla polizia. Siccome è un ragazzo di colore non gli viene dato modo di discolparsi: Elwood viene spedito alla Nickel Academy, un riformatorio dove i metodi educativi consistono nel riempire di botte chiunque non si sottometta alle regole del direttore.
Il ragazzo fa amicizia con Turner (Brandon Wilson), un ragazzo di strada che sembra più adatto a gestire la situazione e che fornisce a Elwood piccole scappatoie. Il legame fra Elwood e Turner si rivelerà molto più profondo di quanto entrambi potessero immaginare, e la loro natura complementare in modi davvero inaspettati.
“Nickel Boys” è un film basato sul romanzo omonimo di Colson Whitehead, che racconta una storia profondamente toccante e inquietante, ispirata a eventi reali avvenuti negli Stati Uniti. RaMell Ross si propone di portare sul grande schermo l’orrore e l’ingiustizia che caratterizzarono le riforme giovanili negli anni ’60, il razzismo di quell’epoca e tutte le violenze ingiustificate che i ragazzi neri subivano nei riformatori.
Lo stesso romanzo prende spunto da quanto scoperto essere accaduto, e per decenni taciuto, alla Dozier School for Boys dove son stati rinvenuti anche i corpi di molti ragazzi “giustiziati” per futili motivi dalle guardie del posto.
Regia e inquadrature ricercate
La regia del film è caratterizzata da una forte sensibilità e da una grande attenzione ai dettagli. Il regista riesce a bilanciare momenti di intensa drammaticità con attimi di speranza e amicizia. La scelta di inquadrare le scene in modo da enfatizzare la claustrofobia del riformatorio permette allo spettatore di sentirsi intrappolato insieme ai protagonisti. L’uso di luci e ombre contribuisce a creare un’atmosfera opprimente, mentre le inquadrature ravvicinate aiutano a mettere in evidenza le emozioni dei personaggi.
L’alternanza del punto di vista tra i due protagonisti rende la visione del film molto più intima e aderente alle emozioni e paure di Elwood e Turner. Questa particolare tecnica, che ricorda un POV di un game sparatutto, si incrocia con una vocazione anche documentaristica del film soprattutto nelle scene ambientate ai giorni nostri. Tecnica già utilizzata in altri film e nel più recente e premio Oscar “Il figlio di Saul” anche se in “Nickel Boys” l’inquadratura è, spesso, in totale soggettiva.
Cast e sceneggiatura
Il cast di “The Nickel Boys” è variegato ma sono i due protagonisti che riempiono tutte le scene sia quando sono insieme sia quando vivono le loro vite singolarmente. Ethan Herisse e Brandon Wilson portano le loro interpretazioni a un livello straordinario. I due offrono performance autentiche che riescono a trasmettere la vulnerabilità e la forza dei loro personaggi. Il loro legame di amicizia è al centro della narrazione, e l’alchimia tra di loro è palpabile.
La sceneggiatura di “Nickel Boys” è scritta con grande cura, mantenendo un equilibrio tra dialoghi incisivi e momenti di silenzio che parlano più delle parole. La narrazione è strutturata in modo da alternare il presente e il passato, permettendo al pubblico di comprendere non solo le esperienze vissute dai protagonisti, ma anche le conseguenze a lungo termine delle ingiustizie subite. Il passaggio in scena di alligatori e altri animali è simbolo della pericolosità della situazione. Si tratta di un balletto impari tra preda e predatori, un’ingiustizia costante a testimonianza degli orrori emersi in quei riformatori.
Sullo sfondo le immagini delle lotte di Martin Luther King, i movimenti di protesta e tanti altri eventi persino la rincorsa americana allo spazio. Una dicotomia tra progresso tecnologico e voglia di un progresso sociale.
“I ragazzi della Nickel” (“Nickel Boys”) è un’opera che riesce a catturare l’orrore della realtà storica che rappresenta, grazie a una regia attenta, un cast eccezionale e una sceneggiatura ben costruita. La sua capacità di affrontare tematiche importanti e di lasciare il pubblico con una riflessione profonda sulla giustizia sociale lo rende un film significativo e potente.
Voto: 7,3