Recensione in anteprima – “Biancaneve” è il remake in live action del primo grande classico Disney animato del 1937. Accompagnato da critiche sulle scelte di cast fatte, il film diverte soprattutto nella prima parte, la più fedele alla fiaba. La seconda parte introduce troppo forzatamente elementi nuovi e moderni che non vanno sempre a buon fine. Ottima la colonna sonora. Al cinema dal 20 marzo.

La storia

In un regno ai confini di una foresta incantata, il saggio re (Hadley Fraser) e la sua amorevole regina (Lorena Andrea) crescono la loro figlia (Emilia Faucher), la dolce e gentile Biancaneve (Rachel Zegler). Ma la felicità della principessa viene spezzata quando la regina muore prematuramente e il re, per il bene del regno, prende una nuova moglie Grimilde (Gal Gadot). La matrigna di Biancaneve è una donna di straordinaria bellezza e grazia, ma il suo cuore è oscuro e colmo di invidia. Quando, alla morte del re, assume il controllo del regno, la sua natura crudele si manifesta in tutta la sua ferocia.

Ossessionata dalla propria bellezza, consulta il suo specchio magico, che le rivela una terribile verità: non è lei la più bella del reame, ma Biancaneve. Accecata dalla gelosia, la Regina Grimilde ordisce un piano per sbarazzarsi della giovane principessa. Avvertita del pericolo, Biancaneve fugge dal castello e si addentra nella foresta magica. Qui, tra alberi sussurranti e creature fatate, trova rifugio in un’accogliente casetta abitata da sette piccoli minatori che accolgono Biancaneve nella loro famiglia e le offrono un luogo sicuro dove nascondersi.

Fin qui la storia del film ricalca quasi fedelmente il classico del 1937 e, soprattutto, la fiaba narrata dai fratelli Grimm. Ed è un inizio che riprende persino il classico libro delle fiabe che  si apre per iniziare la storia con la voce di un narratore che la introduce. La trama del seguito è qualcosa che ricorda la fiaba come la conosciamo, non la stravolge ma, purtroppo, viene farcita forzatamente da elementi estranei che ne contaminano il ritmo e l’interesse che, fin qui erano molto buoni.

Biancaneve senza i nani

La bufera mediatica e fin troppo aggressiva che ha anticipato il film riguarda anche la presenza, anzi l’eventuale assenza dei nani dalla fiaba. In realtà i nani ci sono, non vengono mai chiamati così, non appaiono più nel titolo per ribadire come il film sia concentrato sulla figura di una nuova Biancaneve. I nomi e le caratteristiche dei 7 personaggi sono presenti e vengono riproposti la famosa canzone, il balletto, le scene che hanno come protagonisti i 7.

Quindi qui tutte le polemiche si sgonfiano e la trama non si discosta dalla versione che conosciamo. Inoltre il legame tra Biancaneve e questi 7 personaggi viene caratterizzato con un tono più moderno, in maniera più approfondita e costituisce una delle novità meglio realizzate.

“Biancaneve” infatti parte molto bene, con un ritmo e una vitalità che è anche più coinvolgente del film del 1937. L’ottima musica e l’orecchiabilità delle canzoni è presente per tutto il film che, invece, riguardo alla trama, ad un certo punto rischia sempre di deragliare paurosamente con la spiacevole sensazione di essere spettatori di un altro film, di un’altra storia.

Il non principe che ruba ai ricchi

Il film quindi coinvolge, fa anche canticchiare, riporta in auge la memoria di ogni spettatore che ha visto il film animato del 1937 e, nonostante qualche licenza su mele, cuori, patate etc tiene la rotta della classica trama che tutti conoscono.

Fino all’intrusione di un personaggio creato e inserito forzatamente per evitare che il bacio del risveglio sia il bacio (e quindi la violenza) di uno sconosciuto principe. Jonathan (Andrew Burnap) è uno dei sudditi del regno che vive nella miseria, fedele al re cerca di difendere e aiutare i più deboli rubando ai ricchi… in pratica un novello Robin Hood.

Questo personaggio ruba letteralmente la scena a Biancaneve nella parte centrale del film. Questo strania il pubblico perchè personaggio inatteso e forzato all’interno di una narrazione che non ne aveva bisogno e che si rivela un boomerang per quanto riguarda la solidità di Biancaneve stessa.

Nonostante queste forzature il film è comunque godibile e presenta solo in parte una nuova Biancaneve. Ci sarebbe altro da dire sulla maggiore obiettiva bellezza di Gal Gadot e quindi della regina rispetto a Biancaneve ma lasciamo ad altri i facili “meme” del caso perchè comunque le due attrici offrono una buona prova recitativa.

“Biancaneve” è un film ottimo nella prima parte, controverso nella seconda per gli elementi estranei inseriti, ha ottimi costumi e scenografie oltre a coreografie e musiche coinvolgenti. Il film è un remake riuscito solo in parte, risulta vittima di pregiudizi infondati e presta il fianco all’ingiustificata eccessiva durata e alle forzature. Il confronto con il classico più amato del 1937 non è nemmeno da mettere in conto.

Voto: 5,7

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *