Recensione in anteprima – Dopo più di 100 anni dal film originale, era il 1922, ritorna al cinema “Nosferatu”. La regia, affidata al regista Eggers riprende totalmente la storia, l’ambientazione e i personaggi del capolavoro di Murnau. L’impeccabile tecnica, comunque, basta solo ad avvicinare questo remake alla qualità dell’originale. Al cinema dall’1 gennaio 2025.

La storia

In Germania, a Wisborg, nel 1838, Thomas Hutter (Nicholas Hoult), novello sposo della bellissima Ellen (Lily-Rose Depp), viene inviato dall’agenzia immobiliare per cui lavora, in una remota residenza dei Carpazi. Appena arrivato nella regione è tormentato da incubi e assiste a barbariche pratiche locali, inoltre a portarlo nel castello del conte Orlock arriva una carrozza misteriosamente senza cocchiere. Il conte pretende che lui firmi un contratto in una lingua antica e incomprensibile.

Solo troppo tardi Hutter ne scopre la natura di non-morto ma, incapace di contrastarlo, si rifugia nella propria camera. Quando la creatura lascia il maniero per la città, per avvicinarsi a Ellen dalla quale è ossessionato già dall’adolescenza di lei, Hutter rischierà la vita pur di fuggire. Nel mentre Orlock ha scatenato una pestilenza a Wisborg, che gli permette di agire indisturbato. Darà a Ellen tre giorni di tempo per cedere alla sua mortale corte.

Il nuovo “Nosferatu” di Robert Eggers rappresenta un’opera che non solo omaggia il film muto del 1922 diretto da F.W. Murnau, ma si propone anche come una reinterpretazione audace e visivamente coinvolgente della storia classica di vampiri. Eggers ci offre un’esperienza cinematografica che fonde l’orrore gotico con una profondità emotiva e tematica.

Cast artistico e tecnico

Uno degli aspetti più notevoli di questo film è il casting. Bill Skarsgård interpreta il conte Orlok, offrendo una performance inquietante che riesce a catturare l’essenza del personaggio originale, pur portando una nuova dimensione più animalesca soprattutto nella parte finale. Lily-Rose Depp interpreta Ellen Hutter e la sua interpretazione è intensa e carica di emozioni, mostrando la lotta interna del suo personaggio tra amore e paura. Nicholas Hoult, nel ruolo di Thomas Hutter, riesce a rappresentare la crescente angoscia del suo personaggio.

Il cast è completato da attori di spicco come Willem Dafoe, che interpreta il Professor Albin Eberhart Von Franz, e Emma Corrin nel ruolo di Anna Harding e Aaron Taylor-Johnson nel ruolo di Friedrich Harding.

Il film è caratterizzato da una fotografia mozzafiato, curata da Jarin Blaschke, che riesce a catturare la bellezza inquietante dell’ambientazione. Le scelte di illuminazione e le inquadrature evocano una sensazione di claustrofobia e terrore, richiamando l’estetica espressionista del film di Murnau, ma con una freschezza visiva contemporanea. La colonna sonora, composta da Robin Carolan, è altrettanto impressionante. Essa combina suoni ambientali con melodie inquietanti, amplificando l’atmosfera di tensione e angoscia.

Remake vs Murnau

Il “Nosferatu” di Murnau è un capolavoro del cinema muto, noto per la sua innovativa rappresentazione del vampirismo e per il suo uso pionieristico della luce e dell’ombra. La figura di Orlok, interpretata da Max Schreck, è diventata iconica, simbolizzando la paura e il mistero. Eggers, pur rendendo omaggio a questo classico, si distacca dalla narrazione lineare del suo predecessore, introducendo elementi di introspezione e complessità emotiva.

Inoltre, il film di Murnau, sebbene affascinante, presenta una visione più romantica e meno psicologica del vampirismo. Al contrario, Eggers esplora la natura predatoria e il male intrinseco del conte, rendendo il film più attuale e pertinente per le tematiche moderne, non ultima quella della figura della donna.

Eggers, con la sua abilità nel costruire atmosfere dense e nel creare tensione, riesce a far emergere una nuova interpretazione del mito del vampiro. Uno degli aspetti più interessanti di questa versione è l’uso di tecniche moderne di cinematografia che, pur mantenendo un richiamo all’estetica del cinema muto, permettono di esplorare nuove possibilità visive. Eggers utilizza effetti pratici e make-up per creare un Orlok che è sia terrificante che affascinante, rompendo i confini della semplice rappresentazione visiva del male. L’approccio artigianale del film, che ricorda le tecniche del passato, è un segno del rispetto di Eggers per la tradizione cinematografica, pur con un occhio rivolto al futuro.

Niente di più che…

Il “Nosferatu” di Robert Eggers è una rielaborazione audace e profonda che rende giustizia all’eredità del film di Murnau ma non aggiunge nulla nonostante la tecnica e la bravura del regista che si conferma nuovamente dopo i suoi successi del recente passato. Il suo film aspira ad essere non solo un remake, ma anche una reinvenzione limitata però dalla troppa fedeltà all’originale che viene rispecchiata in maniera egregia.

Per una maggiore esperienza visiva, chi vi scrive consiglia vivamente di vedere il film in una sala cinematografica adeguata, dove la grandezza dello schermo e il suono immersivo possono amplificare l’esperienza. Gli appassionati di horror, ma anche coloro che amano il cinema d’autore, troveranno in questo “Nosferatu” una fusione perfetta di arte e intrattenimento, un viaggio che rimarrà impresso nella memoria.

Nonostante il film possa essere considerato un film ben realizzato e interpretato, Eggers conferma e, allo stesso tempo delude le aspettative per quello che rimane un ottimo film ma non un capolavoro.

Voto: 7,6

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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