Recensione in anteprima – Oltre 20 dopo il successo della trilogia di Peter Jackson, “Il Signore degli anelli” torna al cinema con un film d’animazione prodotto da Warner Bros. Animation e New Line Cinema, è un’opera ambientata nell’universo fantastico creato da J.R.R. Tolkien. La storia si svolge 183 anni prima degli eventi narrati ne “Il Signore degli Anelli” e si concentra sulla figura di Helm Mandimartello, il leggendario re di Rohan. Al cinema dall’1 gennaio 2025.

La storia

Le cronache della Terra di Mezzo sono affollate di epiche battaglie ed eroi leggendari, ma ci sono anche gesta meno conosciute raccontate di notte attorno ad un fuoco. Una di queste storie la ricorda Éowyn (Miranda Otto), la guerriera capace di abbattere il Re Stregone durante la Battaglia ai Campi del Pelennor, e si svolge quasi duecento anni prima della Guerra dell’Anello.

Helm Mandimartello (Brian Cox/Edoardo Sitavo) governa su Rohan, affiancato dai figli Hama, Haleth e Hera (Gaia Wise/Valentina Favazza), come dal nipote Fréaláf (Laurence Ubong Williams); un giorno, durante un consiglio del regno, si presenta Freca (Shaun Dooley), ricco possidente appartenente alla stirpe dei dunlandiani, chiedendo la mano di Hera per suo figlio Wulf (Luke Pasqualino); Helm rifiuta l’offerta, e nello scontro che ne segue uccide con un solo pugno Freca, scatenando l’ira di Wulf che giura vendetta.

L’ispirazione per “La guerra dei Rohirrim” proviene da “Il Signore degli Anelli”, in particolare dall’appendice A che narra la storia di Rohan e dei suoi sovrani. Qui vengono citati i tre figli di Helm, tra cui una figlia, Hera, che deve il suo nome agli sceneggiatori di questo film. Sebbene Helm sia uno dei protagonisti, Hera svolge un ruolo cruciale nella narrazione, contribuendo attivamente alla lotta contro le forze del male.

L’animazione moderna

Questa scelta di caratterizzazione riflette un desiderio contemporaneo di includere voci femminili forti e complesse nelle storie epiche, rendendo il film non solo un tributo all’opera di Tolkien, ma anche una riflessione sui valori moderni. La lotta di Helm e del suo popolo contro gli invasori è una storia di resistenza e unità, che si ricollega ai temi della guerra e della comunità presenti nelle opere di Tolkien.

Tuttavia, il film si prende delle libertà artistiche per adattare la narrazione a un pubblico moderno, il che potrebbe suscitare opinioni contrastanti tra i puristi dell’opera di Tolkien.

La qualità dell’animazione è uno dei punti forti del film. “La guerra dei Rohirrim” presenta uno stile visivo che combina elementi di realismo con un’estetica più stilizzata, richiamando l’arte tradizionale giapponese e l’animazione tradizionale anni ’90. I paesaggi di Rohan vengono riprodotti in modo molto realistico facendo anche uso di immagini della trilogia cinematografica elaborate per l’animazione. Tuttavia, non mancano alcuni difetti. In alcune sequenze, il ritmo dell’animazione può risultare a tratti disomogeneo, con momenti di grande intensità seguiti da transizioni più lente che possono spezzare il coinvolgimento emotivo dello spettatore.

Oltre il Signore degli anelli

“La guerra dei Rohirrim” si presenta come un’opera ambiziosa che cerca di espandere l’universo di Tolkien. Sebbene alcuni puristi possano trovare delle incongruenze, il film offre una nuova prospettiva su una storia epica già ben nota. La scelta del regista Kenji Kamiyama e degli sceneggiatori Jeffrey Addiss, Will Matthews, Phoebe Gittins, Arty Papageorgiou, di includere un’eroina femminista e di affrontare tematiche contemporanee, come l’uguaglianza di genere e la lotta per la libertà, arricchisce ulteriormente la narrazione. Questa aggiunta, già effettuata, in parte, da Jackson con Arwen e soprattutto Eowyn, qui voce narrante nella versione originale della stessa Miranda Otto, è stata approvata dallo stesso Jackson e dalla produttrice Philippa Boyens, già sceneggiatrice della trilogia.

Il film cerca quindi di andare oltre ma ha fortissimi richiami alla trilogia cinematografia, e, ovviamente, al libro di Tolkien. La colonna sonora, per esempio, arricchita da melodie evocative, accompagna perfettamente le sequenze d’azione e i momenti più intimi, e riprende i leitmotiv creati da Howard Shore e cari ai fan della trilogia cinematografica.

Tuttavia, è importante notare che, come con molte opere di adattamento, “La guerra dei Rohirrim” potrebbe non soddisfare le aspettative di tutti i fan. Alcuni potrebbero desiderare un’aderenza maggiore al materiale originale di Tolkien, mentre altri potrebbero apprezzare le libertà creative che il team di produzione ha scelto di intraprendere.

In conclusione

“La guerra dei Rohirrim” è un film che intrattiene e, sebbene la sceneggiatura non spicchi per originalità nei dialoghi, permette comunque di introdurre efficacemente un arricchimento della saga. Il film è ben realizzato anche se si allontana, forse troppo coraggiosamente, in alcune aree rispetto alle opere originali.

Il film non è solo un film d’animazione, ma un tentativo di dare nuova vita a leggende antiche, rendendole rilevanti e emozionanti per le generazioni future. La sua capacità di fondere elementi tradizionali con nuove prospettive lo rende un’opera da vedere e discutere, unendo il meglio dell’animazione moderna con la ricchezza della mitologia tolkieniana. Il risultato finale è formalmente apprezzabile ma, forse, non memorabile. La durata, 2 ore e 14 minuti è, in questo caso, eccessiva.

Voto: 6,7

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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