Recensione in anteprima – Venezia ’24 – In concorso – Iddu è stato uno dei film italiani in concorso alla 81ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il film narra una vicenda legata alla latitanza di Matteo Messina Denaro. Attraverso di essa, Iddu vuole investigare la psiche e i traumi del defunto boss latitante. Al cinema dal 10 ottobre.

Chi è Matteo?

Il film diretto da Antonio Piazza e Fabio Grassadonia esplora la figura di Matteo Messina Denaro (Elio Germano) in maniera non convenzionale. Il titolo si riferisce a “Lui”, soprannome con cui era noto il boss latitante, ma la narrazione si concentra su un aspetto meno atteso della sua vita: il rapporto con il padre e, per analogia, con l’amico e figura partena Catello Palumbo (Toni Servillo).

Catello è un ex preside e politico caduto in disgrazia, uscito di prigione e ingaggiato dai servizi segreti per stabilire una comunicazione segreta con Matteo, attraverso una serie di “pizzini”. Da questo scambio epistolare nasce un gioco psicologico tra i due uomini, una riflessione sulla loro complessa relazione e sui ruoli che interpretano all’interno di un mondo fatto di potere, segreti e tradimenti. Nonostante le aspettative, il film prende le distanze da un classico film di mafia, focalizzandosi invece su temi più personali e introspettivi.

Punti di forza…

Punti di forza di Iddu sono le interpretazioni impeccabili di Elio Germano e Toni Servillo. Servillo regala una performance di grande profondità e carisma. Il suo personaggio, un uomo colto e decaduto, riflette la tragicità di chi ha perso tutto, ma non rinuncia a lottare per riscattarsi, anche attraverso mezzi discutibili.

Elio Germano, invece, impersona una rappresentazione sfaccettata del boss mafioso, riuscendo a cogliere sia la freddezza calcolatrice del criminale che la sua vulnerabilità. Germano interpreta un Denaro che si rivela ben diverso dall’immagine stereotipata del mafioso: colto, riflessivo e tormentato, quasi un Amleto moderno in lotta con se stesso.

La regia di Piazza e Grassadonia si distingue per l’audacia nel miscelare elementi teatrali e cinematografici, creando una sorta di “commedia dell’arte” con toni tragici. I due registi, già noti per la loro opera Sicilian Ghost Story, confermano qui la loro propensione a esplorare il confine tra realtà e finzione, proponendo un film che si allontana dal realismo per abbracciare un linguaggio più metaforico e onirico. Tuttavia, questo approccio rischia talvolta di far perdere al film il suo ritmo narrativo.

…e di debolezza

Pur avendo diversi pregi, Iddu non è esente da difetti. Uno dei principali è la lunghezza eccessiva: con una durata di oltre due ore, il film avrebbe beneficiato di un montaggio più serrato. Alcune sequenze risultano infatti prolisse e appesantiscono il ritmo, rendendo la visione a tratti faticosa.

Inoltre, come detto, chi si aspetta un classico film sulla mafia potrebbe rimanere deluso. Iddu non è un thriller o un film d’azione, né un dramma incentrato sulle attività criminali di Matteo Messina Denaro. Piuttosto, è una riflessione sul potere e la solitudine, che indaga più a fondo il rapporto tra Denaro e la figura paterna rappresentata da Catello, piuttosto che le dinamiche della malavita siciliana.

Questo distacco dal racconto criminale tradizionale può risultare spiazzante per alcuni spettatori, ma al contempo offre una prospettiva originale su un personaggio di cui si è parlato molto ma che raramente è stato trattato in modo così intimo e personale sul grande schermo.

Pirandello al cinema

In conclusione, Iddu è un’opera che, pur non priva di difetti, riesce a distinguersi grazie alla straordinaria qualità delle interpretazioni e a una regia coraggiosa, capace di mescolare realtà e finzione, creando una riflessione profonda sulla condizione umana e sulle maschere che ognuno indossa. Nonostante le sue criticità, il film merita attenzione per l’originalità del suo approccio e per la capacità di offrire un ritratto inedito di una delle figure più enigmatiche e controverse della storia contemporanea italiana.

Voto: 6.5

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *