Recensione – 10 anni – Cloud Atlas è un film del 2012 che, sin dal primo giorno in cui è stato presentato, ha fatto molto discutere. Diretto dalle sorelle Wachowski e da Tom Tykwer, Cloud Atlas si è da subito presentato come un lavoro corale e di grande impatto, data la mole e la rilevanza degli argomenti trattati.
“Un’epica storia del genere umano nella quale le azioni e le conseguenze delle nostre vite si intrecciano attraverso il passato, il presente e il futuro, come una sola anima è trasformata da un assassino in un salvatore e un unico atto di gentilezza si insinua nei secoli sino ad ispirare una rivoluzione.”
Costellazione
Cloud Atlas è un mosaico spazio-temporale in cui sei vicende differenti, ambientate in epoche e luoghi distinti, vengono narrate all’unisono, così da poter individuare i punti di contatto che tra esse esistono.
Il Diario dal Pacifico di Adam Ewing (1849):
Adam Ewing (Jim Sturgess) è un avvocato americano che, mentre si trova sulle isole Chatham per seguire la conclusione di un affare, si imbatte in uno schiavo di nome Autua (David Gyasi) che vede in lui un amico e un salvatore, mentre il dottore che lo accompagna Henry Goose (Tom Hanks), dimostra delle mire sull’oro in possesso dell’avvocato.
Lettere da Zedelghem (1936):
Robert Frobisher (Ben Whishaw) è un giovane compositore che in Scozia riesce ad ottenere un lavoro come copista presso la casa del vecchio ma autorevole compositore Vyvyan Ayrs (Jim Broadbent), periodo durante il quale Frobisher compone il suo sestetto Atlante delle Nuvole. Robert Frobisher è omosessuale e scrive in continuazione lettere al suo amato Rufus Sixsmith (James D’Arcy), mentre Ayrs si dimostra interessato all’Atlante delle Nuvole.
Mezze vite – Il primo caso di Luisa Rey (1973):
La reporter Luisa Rey (Halle Berry) entra in contatto con Rufus Sixsmith, un fisico nucleare, che le fornisce i documenti che provano le falle nella sicurezza nella centrale nucleare diretta da Lloyd Hooks (Hugh Grant), il quale deliberatamente non considera tali problematiche al fine di arrivare ad un disastro nucleare che gioverebbe alla lobby dei petrolieri. Luisa sarà preda di un sicario, Bill Smoke (Hugo Weaving), che dopo aver ucciso Sixsmith e Isaac Sachs (Tom Hanks) (un altro scienziato della centrale) prova a porre fine anzitempo alla sua indagine.
La tremenda ordalia di Timothy Cavendish (2012):
Timothy Cavendish (Jim Broadbent) è un editore britannico che a seguito di un fortunoso evento acquisisce una grossa somma di denaro. Questa però non basta a coprire i debiti che egli aveva, oltre che a soddisfare una richiesta ricattatoria di alcuni delinquenti. Egli si rivolge dunque al fratello Denholme (Hugh Grant) che, invece di aiutarlo, decide a causa dei trascorsi tra i due di spedirlo in maniera coatta in una casa di riposo per anziani, dalla quale Timothy tenterà una rocambolesca fuga.
Il verbo di Sonmi~451 (2144):
In una città distopica del futuro, Neo Seul, a lavorare in un fast food sono gli artifici: cloni creati su scala industriale dall’uomo come schiavi del sistema consumistico ormai dominante. Sonmi~451 (Bae Doona) è uno di questi cloni che viene però salvato un giorno da Hae-Joo Chang (Jim Sturgess), un umano membro di una ribellione, che vede in lei una possibile salvatrice e decide di metterla al corrente della propria natura e di come il sistema si autoalimenti grazie allo sfruttamento dei cloni. Sonmi~451 entra a far parte della ribellione e ne diventa il simbolo.
Sloosha Crossing e tutto il resto (106 anni dopo la “Caduta”, 2321):
A seguito di un olocausto nucleare, parte della popolazione sopravvissuta vive in una valle nelle stesse condizioni in cui vivevano gli uomini della preistoria. Zachry (Tom Hanks) è uno di questi, e vive nella valle con la sorella e la nipote. Un giorno arriva nella valle Meronyma (Halle Berry), una donna appartenente invece alla società sopravvissuta all’apocalisse nucleare che ha mantenuto le tecnologie e lo stile di vita di una società futuristica e tecnologicamente avanzata.
La donna salva la nipote di Zachry che era entrata in contatto con un pesce pietra e ottiene così dall’uomo l’aiuto necessario per raggiungere il suo obiettivo: la cima di una montagna nella quale si trova un meccanismo che permette di ritrovare colonie stellari fondate dall’uomo; infatti, la missione di Meronyma è quella di individuare pianeti abitabili per una popolazione che è destinata a morire per gli strascichi dell’olocausto nucleare.
Le sei vicende sono contornate da un prologo ed un epilogo dai quali pare sia un anziano Zachry a raccontare tutto, al fine di tramandare le storie e i significati ad esse legati.
Narrativa come esercizio di stile
Cloud Atlas non ha un tema centrale che affronta con rigore e metodo. Il film è un puzzle in cui ogni tassello vive di luce propria, nonostante il disegno più grande esista e sia chiaro. Cloud Atlas decide di raccontare sei storie differenti che spaziano dal passato della storia dell’uomo al futuro, inserendo elementi storici e di fantasia. Il filo rosso che unisce le vicende e i personaggi che le vivono è quello del destino, del fato del singolo connesso a quello dell’universo intero. Si potrebbe insinuare che Cloud Atlas tenti di dare risposta a quale sia il lascito che ogni uomo regala al mondo. Le vicende sono strettamente connesse a quelle precedenti.
Ciò che stimola Robert Frobisher nella composizione del suo sestetto è la lettura del diario tenuto da Adam Ewing il secolo precedente. Il fisico nucleare che la reporter Luisa Rey incontra e che mette in movimento il primo pezzo del domino complottista è lo stesso vecchio amante del giovane Robert Frobisher; le lettere che i due amanti si scrivevano sono oltretutto le letture di Luisa, le quali le permettono di scoprire e ascoltare il sestetto Atlante delle Nuvole.
La lettura del resoconto della vicenda di Luisa Rey sarà il motivo per cui Timothy Cavendish deciderà di realizzare il proprio film autobiografico, che altro non è che il film che Sonmi~451 e Hae-Joo Chang guardano durante la fase di acculturazione e scoperta del mondo di Sonmi~451. La stessa Sonmi~451 sarà la divinità che, nel lontano futuro abitato da Zachry, il popolo della valle venera.
Gli stessi attori
Il costante riutilizzo degli stessi attori per interpretare personaggi differenti nelle varie storie altro non è che un ulteriore messaggio di unificazione e di tracciamento: il destino del mondo è legato alle vicende di tutte le singole persone che lo abitano. Possiamo riscontrare anche la forte tematica della reincarnazione delle anime.
Il montaggio alternato delle vicende potrebbe essere un’arma a doppio taglio, ma si rivela la parte migliore dell’opera. Il risultato sarebbe potuto essere quello di un’accozzaglia di troppe storie, troppi personaggi e troppe situazioni in cui lo spettatore rischia di perdersi. Quello che le sorelle Wachowski e Tom Tykwer sono invece riusciti a fare, è accompagnare lo spettatore attraverso tutto ciò senza sbagliare mai un taglio bensì gestendo i passaggi e le evoluzioni delle vicende dando una visione ampia del mosaico che si va costruendo.
Il montaggio di quest’opera è assimilabile alle teorie fisiche più controintuitive per cui il flusso del tempo può essere modificato e abbattuto: tutto succede nello stesso momento, passato presente e futuro si mescolano e si parlano tra loro, abbattendo i pregiudizi e i limiti con i quali percepiamo la realtà. E, dopotutto, per cosa è nato il cinema se non ampliare gli orizzonti e abbattere i confini con i quali il pubblico guarda alla realtà?
Un grande ma scadente disegno?
Purtroppo, non basta avere intenzioni importanti e azzeccare il montaggio per decretare la piena riuscita di un’opera cinematografica così complessa. La tecnica narrativa varia anch’essa di vicenda in vicenda, creando così sei storie che spaziano tra il cinema storico, quello thriller e il distopico. Le due sorelle Wachowski e Tom Tykwer si sono equamente divisi il lavoro, dirigendo tre storie a testa. Questa mescolanza di toni spesso cozza un po’ durante la visione del film, anche a causa della durata consistente (quasi 3 ore). Di nuovo, è importante sottolineare come il successo maggiore di questo film sia quello di essere nonostante tutto un’opera coerente con se stessa, che non esce mai dai binari e non trasborda, nonostante la moltitudine di storie, di temi, di stili e di menti che ci hanno lavorato.
Purtroppo, Cloud Atlas non è stato un successo al botteghino e, considerando anche l’enorme budget che ha richiesto (oltre 100 milioni di dollari) non si può certo dire che a livello commerciale sia stata un’operazione vincente. Esso rimane uno dei film indipendenti con il budget più alto di sempre, che come spesso il cinema indipendente vuole, ha diviso pubblico e critica.
In conclusione, il consiglio è quello di recuperare senza dubbio Cloud Atlas nel caso in cui non lo abbiate ancora visto (è disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video). Esso è un film complesso e il cui apprezzamento è sicuramente soggettivo, più di altri. La tecnica è notevole, ma la narrazione frammentaria può risultare un ostacolo troppo alto per grossa parte del pubblico.
Voto: 7