Recensione in anteprima – Venezia 78 – In concorso – Ottavo lungometraggio del regista Xavier Giannoli e terza partecipazione alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia. Viene portato in scena il cuore de “La commedia umana” di Honorè de Balzac. Quelle “Illusioni perdute” fortemente impregnato di politica, corruzione, strategia di diffusione di opere letterarie e di sopravvivenza di giornali e stampa.

Da Balzac allo schermo

Lucien Chardon, (Benjamin Voisin) de Rubempré da parte di madre, si sogna scrittore nella campagna di Angoulême. A incoraggiare i suoi versi e la sua ambizione è Madame de Bargeton (Cécile de France), sposata a un uomo molto ricco e troppo vecchio per lei. Lui scrive poesie per elle, lei è sedotta dalla poesia. Lo scandalo provocato dalla loro relazione, lo spinge a lasciare la provincia per Parigi e la fama letteraria. Ma la capitale non fa sconti a Lucien, che passa dalle braccia di Madame de Bargeton a quelle di Coralie (Salomé Dewaels, attrice plebea a cui si consacra.

A cambiargli la vita sarà l’incontro con Étienne Lousteau (Vincente Lacoste), redattore corrotto e corruttore di una piccola gazzetta di successo, che lo inizia al mestiere: fare il bello e il cattivo tempo sul mondo del teatro e dell’editoria. Fresco nel suo stupore, Lucien impara presto ‘la commedia umana’ e supera il maestro in perfidia. A colpi di penna abbatte l’aristocrazia che lo ha rifiutato e gli nega il titolo nobiliare che vorrebbe dannatamente riprendersi. A sue spese imparerà che tutto si compra e tutto si vende, la letteratura come la stampa, la politica come i sentimenti, la reputazione come l’anima.

Trasporre un romanzo sul grande schermo non è mai semplice soprattutto se quei romanzi sono nati in un’epoca in cui l’autore non avrebbe potuto nemmeno immaginare la sala cinematografica. Cercare di rendere in immagini cinematografiche quanto descritto da Honorè de Balzac è ancora più complesso in quanto l’autore letterario francese è uno dei più rinomati, scrupolosi e attenti narratori della storia della letteratura mondiale.

In costume ma con ritmo incalzante

Confrontarsi con un’opera così enciclopedica come “La commedia umana” presuppone che un film focalizzi l’attenzione su una parte della stessa. “Illusioni perdute” (Illusions Perdues) è la parte centrale, il cuore di questa immensa opera e, nel film di Giannoli viene rappresentato questo romanzo in chiave critica e storica rispetto alla situazione degli autori, degli scrittori e della carta stampata sempre più corrotta o asservita al potere.

In oltre due ore di questo film in costume che ricrea perfettamente la Parigi della prima metà dell’ottocento subito dopo la caduta di Napoleone Bonaparte si colloca la vicenda personale di Lucien. Xavier Giannoli riesce a dirige egregiamente Benjamin Voisin, il giovane e talentuoso attore francese. A completare il cast Vincent Lacoste, il regista/attore Xavier Dolan, Cécile de France e Gerard Depardieu tra i volti più noti in parti più rilevanti.

Film definito “in costume” e “storico” ma non per questo privo di dinamicità, di un ritmo a tratti dirompente e incalzante. Ci sono i momenti di tensione e di pausa, di riflessione e di discussione ma spesso il ritmo appare moderno con ovvie dinamiche ottocentesche nei rapporti tra donne e uomini, tra nobiltà e plebe, tra artisti e pubblico.

Amore, sogni e temi attuali

La corruzione dei giornalisti, dei giornali e dei critici teatrali dell’epoca sono argomenti centrali del film. Argomenti ereditati dal romanzo scritto da Honorè de Balzac anche lui giornalista fortemente critico nei confronti della stampa dell’epoca.  Tutte le dinamiche di corruzione sono spiegate senza sotterfugi, senza nascondersi. La vita dello stesso giornale dipende dal pagamento degli articoli al giornale stesso da parte del potente di turno proprio per ingraziarsi una bella recensione del libro da lui scritto o sponsorizzato.

Per il teatro vere e proprie organizzazioni possono essere pagate per far applaudire o far fischiare a comando parte del pubblico così da creare un’accoglienza positiva o negativa pilotata. Tutti giochi di potere che Lucien deve combattere e ben presto imparerà a manovrare  anche per i suoi fini.

Lui ha il sogno di scrivere poesie, di pubblicarle ma questo sogno passa attraverso l’inferno della scrittura di articoli che non sente suoi perchè su “commissione” e pagati. Il suo amore per la scrittura si intreccia con l’amore per la vita, per ristabilire l’onore al suo cognome che rifiuta proprio perchè il padre lo ha portato in una cattiva considerazione.

“Illusions perdues” è un film che sorprende per la sua solidità, per la sua attualità nella quale troppo spesso articoli sul web, post sui social vengono veicolati e “sponsorizzati” dagli influencer di turno spesso lautamente pagati. Nel film si parla anche di bufale e come queste son nate, di informazione libera, di controllo delle èlite. Senza mai dare giudizi. Lo spettatore comprende quanto queste siano importanti nella narrazione e ne trae le sue valutazioni.

Voto: 7

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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