Recensione – Ron Howard firma “Elegia americana”, un film disponibile sul catalogo Netflix ed in corsa agli Oscar 2021 per le categorie di miglior attrice non protagonista a Glenn Close e come miglior trucco.

Un romanzo autobiografico

“Elegia americana” è tratto dall’omonimo libro autobiografico di J.D. Vance che ha voluto raccontare la drammatica storia della sua vita dandoci una chiara immagine di una certa società americana piegata dalla povertà e che per un periodo storico ha creduto di essere stata abbandonata dalle istituzioni.

Ci troviamo nell’Ohio, dove conosciamo la famiglia di J.D, un bambino costretto a vivere nel disagio di una comunità che non offre prospettive e con una madre tossicodipendente (Emy Adams). La nonna di J.D. (Glenn Close) cerca di prendersi cura del ragazzo che crescendo riuscirà a prestare servizio nei Marines ed investire i soldi guadagnati per diventare uno studente di giurisprudenza a Yale.

Tuttavia proprio quando riesce ad affermarsi nei suoi studi, trova una splendida ragazza che frequenta il suo stesso corso ed è in procinto di ottenere un lavoro affermato che aggiungerebbe così un tassello alle sue ambizioni, riceve una telefonata dalla sorella che lo richiama con urgenza a casa a causa di un’overdose della madre.

Nel viaggio e nella sua permanenza a casa, J.D. vivrà i ricordi della sua difficile infanzia e adolescenza che si ritroverà ad accettare per andare incontro al suo futuro.

Il “sogno americano”

Il film è un opera politica il cui protagonista è “il sogno americano”.

Tema ampiamente trattato sia nel cinema che nella letteratura, rappresenta oggi soltanto uno slogan vuoto per la maggior parte degli americani.

A seguito della globalizzazione infatti intere fasce di popolazione americana si sono viste deturpate di molte posizioni lavorative, ritrovandosi ad isolarsi ancora di più nelle comunità di cui facevano parte, ricadendo spesso in situazioni drammatiche come vuole sottolineare “Elegia americana”.

La regia di Ron Howard

Come ben sappiamo a Ron Howard appassionano molto i film che parlano di storie vere, quindi come già successo per Rush, Cinderella Man, A beautiful mind ed Apollo 13, eccoci anche in questo caso di fronte ad una trama che parla di una storia realmente accaduta negli anni ’90 e di cui nel finale sono svelati anche i veri protagonisti grazie alle fotografie che vediamo alternarsi ai titoli di coda.

Certo, il film è stucchevole e sicuramente non tra i migliori del regista, ma è nel pieno stile di Ron Howard, drammatico e commovente, è infatti naturale entrare in piena empatia con il protagonista e tifare per lui affinché realizzi il suo “sogno americano”.

I continui flashback ci riportano dal presente agli anni ’90 dove questo rimando risulta a tratti invadente nella scenografia in quanto gli oggetti di scena sembrano a volte sistemati per l’inquadratura piuttosto che funzionali o di sfondo naturale ad essa.

HILLBILLY ELEGY: (L to R) Glenn Close (“Mamaw”), Amy Adams (“Bev”). Photo Cr. Lacey Terrell/NETFLIX © 2020

Un’attrice da Oscar

Tra i meriti che vanno riconosciuti a Ron Howard troviamo la direzione degli attori, in particolare per le performance di Amy Adams (nel ruolo della madre di J.D.) e per Glenn Close, attrice che verte già sulle sue forze, ma che grazie a questo ruolo gareggia per gli Oscar alla sua ottava candidatura.

Ebbene sì, sperando sia l’occasione giusta per portare a casa la statuetta, Glenn Close si aggiudica al momento il primato come attrice con più candidature agli Oscars senza mai averne vinto uno. Quest’anno si troverà ad affrontare degne candidate come Olivia Colman per “The Father”, Maria Bakalova in “Borat – seguito di film cinema”, Yoon Yeo-jeong con “Minari” e Amanda Seyfried in “Mank”.

Gleen Close è Mamaw Vance, la nonna di J.D, che nei ricordi del ragazzo è riuscita ad infondergli tanta forza quanto senso di responsabilità e dovere nei confronti della famiglia, l’attrice in questo ruolo incarna alla perfezione il carattere di una donna graffiata dalla vita di periferia e di tutte le situazioni drammatiche che si è trovata ad affrontare nel corso della sua vita.

Categorie tecniche degne di nota

Un altro reparto che concorre per gli Oscar è quello del trucco, oltre al lavoro fatto su Glenn Close anche gli altri personaggi presentano questo aspetto particolarmente curato, in particolare Amy Adams, in cui si è cercato di far assorbire il più possibile lo spirito degli anni ’90 che incarna.

Come non rimanere colpiti anche dalla colonna sonora del film, firmata dall’indimenticabile Hans Zimmer assieme a David Fleming, che infonde il giusto tono drammatico e di speranza alle scene più importanti del film.

Nonostante “Elegia Americana” sia una vicenda abbastanza prevedibile e caratterizzata da alcuni luoghi comuni, è un film consigliato a tutti quegli spettatori che hanno voglia di commuoversi e capire un po’ di più la situazione di alcune comunità americane che spesso dimentichiamo quando pensiamo agli Stati Uniti, magari poi interessandosene ed approfondendo questo tema.

Voto 7

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