Recensione in anteprima – Venezia 77 – Giornate degli autori – Nell’ambito delle Giornate degli autori, al lido di Venezia viene presentato Guida romantica a posti perduti , il film che vede come coppia di protagonisti Jasmine Trinca e Clive Owen. Coppia d’assi per un road movie divertente ma a larghi tratti malinconico. In sala dal 24 settembre.

Protagonisti in cerca di redenzione

Allegra (Jasmine Trinca) è una travel blogger, ha circa trent’anni e una relazione con Michele (Andrea Carpenzano), un ragazzo di diversi anni più giovane. Benno (Clive Owen) è un conduttore di un programma abbastanza noto ad un pubblico popolare, senza la pretesa della qualità, ed è sposato con un’infermiera francese: Brigitte (Irène Jacob). L’apparente banalità delle due figure cade davanti le loro caratterizzanti debolezze.

Allegra non ha mai davvero viaggiato: dotata di grande fantasia ha sempre simulato i propri viaggi, bloccata a casa dalla propria ansia, dalle insicurezze, dagli attacchi di panico. Benno dal canto suo è un alcolista senza difese, senza possibilità di redenzione e il sostegno della moglie sembra non bastare a liberarlo da questo demone. Queste due peculiari figure entrano in contatto quando Benno -ubriaco- sbaglia portone di casa e tenta di entrare in casa di Allegra: i due fanno così conoscenza per la prima volta nonostante vivano da anni nello stesso condominio.

La scoperta da parte di Michele delle menzogne di Allegra e la voglia di Benno di partire per cercare di salvarsi dal proprio inferno sono le cause della decisione dei due di partire assieme per un viaggio progettato da Allegra, la visita dei posti perduti in Europa. On the road i due devono riuscire a conoscersi, fidarsi dell’altro e superare i propri limiti, alla scoperta di posti perduti che spesso simboleggiano i vuoti delle loro vite.

Seduta di psicoanalisi on the road

Benno parte consapevole dei rischi che corre nel continuare a bere. Ad una visita specialistica gli è stato infatti detto che la sua situazione è critica, si avvicina il punto di non ritorno. Allegra parte perché l’amore che prova nei confronti di Michele la spinge a risolvere le questioni in sospeso con sé stessa.

Clive Owen e Jasmine Trinca sono ammirevoli, entrambi perfettamente nella parte nonostante recitino all’opposto: quella di lei è un’interpretazione sull’eccesso che le permette di mostrare le paure e le insicurezze del personaggio, condito con tutte le sue contraddizioni, mentre lui si adopera in una recitazione di sottrazione rendendo davvero giustizia ad un personaggio ben scritto e strutturato, abituato ad affrontare la vita a viso aperto e bocca chiusa, annegando tutti i problemi nell’alcool.

La regista Giorgia Farina al suo terzo lungometraggio realizza un film intimo, delicato e godibile. La storia che ci racconta è coinvolgente, non tracima dalla cornice che la regista ha predisposto e vive in quei due ottimi personaggi in cerca di salvezza.

Un film imperfetto con personaggi imperfetti

Nel film si parlano tre lingue diverse in base alle necessità: inglese per la comunicazione, italiano per i sentimenti e francese per l’intimità del rapporto fra Benno e Brigitte. La musa di Krzysztof Kieślowski (Irène Jacob) completa il terzetto di attori in ottima forma e interpreta una donna innamorata, speranzosa ma pienamente conscia del proprio tempo e delle condizioni del marito.

Come la storia che racconta Benno sulle anguille e sulla loro natura, pare che anche i personaggi abbiano un proprio destino segnato. Il film è un’autentica Guida, ma non tanto a posti perduti, quanto alla riconquista della propria libertà a vivere. Un film dunque consigliato, che tranne qualche ridondanza e giro su sé stesso, riuscirà sicuramente a trasmettere sensazioni positive.

Voto: 7

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