Recensione in anteprima – Venezia 77 – In concorso – Nicole Garcia torna a dirigere un film dopo “Mal di pietre” del 2016. La nona direzione della Garcia è un film drammatico, sentimentale, con un po’ di thriller e che richiama costantemente al “melò” francese in tutti gli aspetti. Una sceneggiatura troppo calcolata rendono il film poco credibile e privo di passione. La passione dei due amanti invece è gestita in modo controproducente. 

La storia

Lisa (Stacy Martin) e Simon (Pierre Niney) si amano a Parigi. Lei è allieva di una scuola alberghiera, lui pusher dei ‘piani alti’. Una serata finita male a casa di un cliente facoltoso, costringe Simon a lasciare precipitosamente la Francia e ad abbandonare Lisa in un Café. Tre anni dopo Lisa ha sposato Lèo (Benoit Magimel) e vuole adottare un bambino. Lèo è ricco e può darle tutto. O quasi. A mancarle è la passione che ritrova ritrovando Simon. Il destino li ha riuniti e adesso nessuno potrà più separarli. O forse no…

Storia che ruota attorno ai due amanti in maniera totale e che vede nel terzo personaggio che giunge a quasi metà film il gruppo completo dei personaggi che vengono descritti durante il film.

Una storia semplice, inutilmente complicata tra tre diverse location in giro per il mondo e che vengono opportunamente introdotte da cartelli che dividono il film in tre parti estremamente disomogenee.

Nulla di nuovo dal versante francese

Chi cerca in questo film qualcosa di nuovo dal cinema francese non lo troverà. La vicenda, che, a detta della regista, rispecchia la normalità di molte delle coppie parigine, è molto artefatta e incongruente in molti punti.

La favola, la passione tra i due protagonista, da sola non può giustificare un’attrazione così importante e volubile, così altalenante e allo stesso tempo superficiale o profonda senza lasciare allo spettatore la possibilità di affezionarsi ai due amanti.

Anzi “Amants” ha il pregio/difetto di rendere via via sempre più sgraditi e antipatici i due amanti e non per la loro passione reciproca. Risulta facilmente vincitore di questo confronto a tre quello che dovrebbe essere il “villain” del poco riuscito thriller e il “don Rodrigo” quasi di manzoniana memoria.

Il destino è perfetto… ma anche no

Ad accrescere la delusione per questo film è la struttura della sceneggiatura. Dialoghi poco incisivi, situazioni abbastanza illogiche e, una casualità “ad orologeria” con incastri perfetti di eventi che, in una vita non capiterebbero mai, probabilmente.

Non può essere giustificato tutto dal destino, sarebbe l’ennesima giustificazione che lo spettatore è costretto a dare a una vicenda che si svolge in modo molto strano ma, al tempo stesso, perfetto.

Le interpretazioni del cast sono buone anche se sono i personaggi che interpretano a non essere descritti in modo accurato. Stacy Martin, sempre bellissima e molto in parte quando si tratta di destreggiarsi tra il personaggio della giovane amante e il personaggio di “femme fatale”. Il bravissimo Pierre Naney di “Frantz” fatica non poco durante il film ma si difende bene grazie al suo talento. Benoit Magimel invece è perfettamente in parte, proprio quanto ci si aspetta da una statura del genere.

“Amants” strizza l’occhio a “Parasite” in un paio di scene che vi lasciamo scoprire ma che, ovviamente, non hanno lo stesso impatto emotivo e la stessa funzionalità.

Voto: 4,8

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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