Recensione in anteprima – Taormina Film Fest 2020 – Il film di chiusura della rassegna cinematografica del Taormina Film Fest di quest’anno é ‘La Regola d’Oro’. pellicola che tratta la storia di Ettore militare catturato in Siria e che fa ritorno in Italia. Una produzione drammatica italiana diretta da Alessandro Lunardelli, presentata in anteprima mondiale.
La storia
Ettore (Simone Liberati) caporale dell’esercito Italiano fatto prigioniero in Siria è di rientro in Italia dove viene accolto dalla madre (Francesca Antonelli), dai giornalisti e dai media che vogliono una suo intervento o una sua foto. E’ passato poco tempo quando gli viene chiesto di mostrarsi in pubblico durante un evento di grande impatto mediale che si svolgerà da lì a soli 3 giorni: Il Festival di Taormina. Subito irrompe Massimo (Edoardo Pesce), un autore televisivo che cerca di aiutare Ettore e che avrà sempre più spazio nella storia. Di seguito, subentrerà nella sua vita anche la compagna di Massimo Monica (Barbora Bobulova) e per una sera un ex tenore (Luis Gnecco). La celebrazione per Ettore si rivelerà un momento fondamentale per la sua vita…
Alessandro Lunardelli, regista del film del 2014 ‘Il mondo fino in fondo‘ con Luca Marinelli, torna alla regia con un nuovo film. Nel cast figurano Edoardo Pesce, Simone Liberati, Hadas Yaron, Barbora Bobulova e altri attori. Prodotto da Pupkin Production e Rai Cinema, per la distribuzione di 01 Distribution, con le musiche di Carlo Virzì (fratello del regista Paolo Virzì), il film è stato girato tra Italia, Spagna e Ungheria. A livello diritmo, la storia scorre lentamente nella prima metà focalizzandosi sulla figura di Ettore e sul suo vissuto, la parte centrale su Simone e infine sul finale tutto si racchiude insieme.
Questione di flashback
Il flashback in questo film è fondamentale: solo in questo modo scopriamo la vicenda in medioriente, tutta raccontata attraverso questo espediente narrativo. È così che capiamo cosa il protagonista ha vissuto prima di rientrare in Patria nella sua città a Roma.
Per Ettore sono due gli elementi essenziali, i due personaggi fondamentali: innanzitutto il ruolo di Jamila (Rita Hayek). Ettore l’ha conosciuto in Siria ma di lei si perdono le tracce e dunque il ragazzo va a cercarla. Successivamente anche la figura di Simone, personaggio che diventa poco a poco sempre più rilevante e centrale per il protagonista.
Il tema cardine
Il tema cardine sottostante che muove tutta la pellicola è lo scontro fra: da un lato l’odierna spettacolarizzazione da parte dei media dei traumi vissuti e dall’altra la sofferenza personale dell’individuo. Spesso il regista si sofferma sullo sguardo di Ettore riuscendo a trasmettere la sofferenza interiore causata dalla sua esperienza senza però permettere allo spettatore di capire fino in fondo cosa il ragazzo abbia davvero dentro di sé e che cosa lo turba.
La verità è che non si tratta solo della difficoltà nel gestire l’immagine pubblica e il rimbombo assordante dei media e delle folle, è soprattutto un tema di affrontare le relazioni con le persone vicine a lui – come la madre – e di risanare le sue ferite dopo aver vissuto un episodio traumatizzante. La vera paura in realtà non è generata dagli altri, ma da se stesso.
Voto: 7