Recensione in anteprima – Roma 13 – Selezione ufficiale – Settimo lungometraggio del regista Eli Roth che torna nuovamente al cinema e non con il suo genere horror/splatter. “The House with the Clock in its wall” è un fantasy per famiglie vicino a toni disneyani e potteriani. La fruizione del film soffre di qualche situazione già vista ma gode dell’interpretazione di Cate Blanchett e Jack Black. Al cinema dal 31 ottobre.

Nel 1955, nella cittadina di New Zebedee in Michigan, il giovane Lewis Barnavelt (Owen Vaccaro), rimasto orfano per un incidente stradale, va a vivere con l’eccentrico zio Jonathan (Jack Black) in una villa vagamente sinistra. Lo zio rivelerà di essere un benintenzionato ma goffo stregone, mentre la vicina di casa Florence Zimmerman (Cate Blanchett) è una potente e buona strega. Nella casa però aleggia ancora la presenza del precedente proprietario, Isaac Izard (Kyle MacLachlan).

Il fantasy per famiglie tra Harry Potter e Jumanji

Il film è la trasposizione cinematografica del romanzo “La pendola magica” del 1973 scritto da John Bellairs ed illustrato da Edward Gorey e, a un primo sguardo, rappresenta in tutto un fantasy per famiglie.

“Il mistero della casa del tempo” si trova a metà strada tra un’avventura alla Harry Potter e una visione della fantasia molto più allargata alla “Jumanji” degli anni ’90. Sin dalle prime battute l’aria tenebrosa e spettrale è mitigata da un’atmosfera divertente e coinvolgente grazie alla presenza di un esuberante Jack Black.

La magia, quella di potteriana memoria diventa presto alleata della quotidianità della vita di Lewis che rimane affascinato dalla possibilità di diventare un mago (anzi uno stregone) grazie alle lezioni dello zio. L’analogia con “Jumanji” si rispecchia anche con la condizione di Lewis, orfano come lo erano i due bambini del film con protagonista Robin Williams. Affidato allo zio come i due nipoti affidati alla zia nella casa di “Jumanji”.

Alla ricerca del tempo perso

“The House with a Clock in Its Wall” è il titolo originale del film. Nella versione del titolo italiano si perde quel riferimento all’orologio nel muro che è la ricerca principale di Jonathan. Una ricerca spasmodica che attraversa gli anni e che inquieta le notti di Lewis e che si fa presto fonte di un’ulteriore avventura.

E’ anche una ricerca del tempo perduto nei rapporti umani. Quelli accennati e alcuni approfonditi riguardo le amicizie di Lewis a scuola e fuori da scuola. I rapporti sociali di zio Jonathan con la sua vicina di casa Florence che è chiaramente di tenera fattura anche se mai ammessa.

Tempi persi e ritrovati. Orologi che scandiscono secondi, minuti, ore e che determinano anche il tempo magico di magie e sortilegi. L’apprendista stregone impara senza non poche situazioni divertenti e imbarazzanti fino alla creazione del classico problema.

Le magie di Cate Blanchett e Jack Black

Il film si muove su situazioni e svolgimento della vicenda abbastanza standard. Sembra un classico film Disney sporcato dalla magia e da situazioni che ricordano i divertenti giorni di halloween di bambini e più giovani. Non è un caso che il film esca nelle sale italiane il 31 ottobre.

“Il mistero delle casa del tempo” è piena di magia e di fantasia ma le magie più belle sono rappresentate dall’interpretazione di due attori del cast. Il film vive della comicità di Jack Black con le sue abituali espressioni e modi di fare estremamente divertenti per il pubblico.

Un’altra grande interpretazione è data da Cate Blanchett che appare a suo agio nei panni di una strega o maga che dir si voglia molto inglese nei toni e  nelle movenze. Recitazione impeccabile, espressione contenuta e di grande carisma. In pratica due valori aggiunti a un film divertente, per famiglie e che non si può certo definire innovativo oppure un capolavoro.

Voto: 6,7

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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