Recensione in anteprima – Dopo più di 25 anni di travagliatissima lavorazione arriva finalmente anche nelle sale italiane il “Don Chisciotte” di Terry Gilliam. L’amara, divertita e stravagante vita del cavalier errante viene intersecata con le vicende di un regista che ha perso l’anima del suo lavoro. La malinconica e imperdibile lotta tra memoria del presente e realtà del passato in una folle guerra ai mulini a vento per l’onor della Dulcinea di turno. Al cinema dal 27 settembre.

Toby (Adam Driver) è un geniale ma anche cinico regista di spot che si trova su un set spagnolo in cui sta lavorando su un soggetto legato a Don Chisciotte. L’incontro con un gitano che vende dvd pirata di film ambientati in Spagna gli fa ritrovare la copia di un’opera giovanile girata in un paesino poco distante e avente lo stesso tema. Con quel lavoro aveva creato numerose aspettative negli abitanti e non tutte sono andate a buon fine.

Toby e il suo passato

Il diventare grandi passa attraverso delle scelte. Toby ha fatto le sue e la sua voglia di primeggiare non si è arrestata ma è rinchiusa in quella corazza di immobilismo stancante di un regista di spot di poco interesse. Nove anni prima la sua indole di giovane autore cinematografico l’aveva portato a produrre un’opera innovativa, sentimentale, sentita, sincera e scansonata.

Quel Toby riaffiora tra scene di vita passata che riecheggiano nel presente. Non è un caso che, come nel libro, il paese che viene ritrovato da Toby non ha un nome. Lentamente e con un sempre crescente distacco dalla logica e dalla realtà Toby ritrova se stesso e ritrova la sua Dulcinea. Quell’amore tanto desiderato e poi accantonato, nato per caso, quando non era il momento e ricco di tante aspettative deluse.

Con grande passione Terry Gilliam si ritrova in Toby così come la sua presa di posizione con un certo modo di fare cinema appare piuttosto evidente. La poca libertà di seguire i progetti del cuore che cede sempre il passo al cinema di “pubblicità”.

Don Chisciotte e il suo scudiero

Con una serie di eventi fortuiti, stravaganti e via via sempre più inverosimili, Don Chisciotte si rivela allo spettatore. E’ il film stesso che parte da lontano nella lavorazione. Oltre 25 anni di alterne vicende, di copioni scritti e riscritti per poi essere nuovamente abbandonati, ripresentati e poi, infine approvati. La sfortuna e la malasorte che si accaniscono con tempeste, sventure, incidenti e tanto altro. Finalmente “L’uomo che uccise Don Chisciotte” arriva al cinema e trasuda di passione per il personaggio scritto da Miguel de Cervantes.

Il romanzo più venduto della storia, l’avventura maggiormente declinata in film, telefilm, cortometraggi, mediometraggi, cartoni animati, dipinti, parodie, ha una nuova rappresentazione. “L’uomo che uccise Don Chisciotte” si burla del presente e da respiro alla fantasia di un lontano passato. Retto da un ritmo incalzante e stralunato, è spesso ironico soprattutto quando in scena ci sono il maldestro Don Chisciotte e l’improvvisato scudiero Toby che il “cavaliere dei leoni” scambia per il redivivo Sancho Panza.

Come nel libro, chi è lo scudiero e chi il cavaliere? Chi regge la vicenda e il senno della ragione davanti al pericolo? Chi ha ha veramente la lucidità nell’indirizzare l’avventura verso un porto tranquillo e il ritorno a casa? La dinamica del libro è perfettamente declinata dalla sceneggiatura co-scritta dallo stesso Terry Gilliam.

C’è sempre una Dulcinea da salvare

C’è tanto amore per la letteratura e per il cinema in quest’opera di Terry Gilliam. Il film non è perfetto, ha diversi difetti, soffre anche le innumerevoli rielaborazioni al quale è stato sottoposto in 25 anni ma non si non voler bene a Don Chisciotte e alla sua voglia di dimostrare alla sua Dulcinea il suo valore.

Ognuno insegue la propria Dulcinea da salvare. Terry Gilliam vede nel suo film la sua amata arta che lo riporta in costante misura nella giusta direzione. Don Chisciotte ha nel mirino quella Dulcinea fonte di ispirazione per le sue avventure. Toby insegue la sua Angelica. La Dulcinea incontrata anni prima e che ha rapito, senza saperlo, il suo cuore.

Jonathan Pryce è il perfetto Don Chisciotte, il cavalier errante che ti aspetti. Così vero e così fantasticamente effimero. Il cavaliere improvvisato che la mente dello spettatore aveva creato leggendo i libri di de Cervantes. Adam Driver è quello scudiero innamorato del suo lavoro con la coscienza del suo amore ritrovato. Perfetto anch’esso nell’interpretazione. La bellissima Angelica ha il volto di Joanna Ribeiro. C’è tanta tenerezza nella storia d’amore tra Angelica e Toby così come  c’è tanta sincera ammirazione e  commozione per il Don Chisciotte disegnato da Gilliam.

Voto: 7,8

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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