Recensione in anteprima – A distanza di tre anni dal primo capitolo di una nuova “era”, tornano i dinosauri de-estinti della cinematografia mondiale. Trevorrow rimane nel progetto ma la regia è affidata allo spagnolo J.A.Bayona che annovera tra i suoi successi “The impossible” con Naomi Watts. “Jurassic World, Il regno distrutto” è il secondo film di questa nuova trilogia e presenta una sceneggiatura debole con qualche sporadica scena ben congegnata ed efficace. Al cinema dal 7 giugno.

Owen (CHRIS PRATT) meets the vicious T. rex in “Jurassic World: Fallen Kingdom. Welcome to “Jurassic World: Fallen Kingdom.”

Il mondo dopo Jurassic World

Tre anni dopo la chiusura del parco Jurassic World, sull’isola Nublar i dinosauri hanno vissuto liberamente, ma ora sono minacciati da un’incombente eruzione del monte Sibo. Claire Dearing (Bryce Dallas Howard), passata da direttrice del parco a tema a fondatrice del Dinosaur Protection Group, recluta Owen Grady (Chriss Pratt), l’addestratore di dinosauri che lavorava nel parco, per compiere una missione di salvataggio. Il piano è di evacuare gli enormi animali dall’isola ma per Owen sarà anche l’occasione per cercare di ritrovare Blue, il raptor cui è particolarmente legato.

Male ha fatto il regista J.A. Bayona a paragonare il suo film centrale di una trilogia a film come Star Wars l’impero colpisce ancora” e “Star Trek l’ira di Khan”. Questi due film citati rappresentano, forse, i migliori film delle due saghe, e, sicuramente tra i più amati e ricordati. “Jurassic World il regno distrutto” difficilmente lascerà il segno tra i cinque film del franchise giurassico.

La volontà di dare un seguito al buon capitolo precedente ha creato un film che denota tutti i difetti di un sequel “forzato” e di “passaggio” all’interno di una trilogia già ideata a tavolino. Malgrado i rimandi e le citazioni a “Jurassic Park” siano evidenti quasi a evocare una nostalgia mai sopita, la narrazione presta il fianco a un incedere molto spesso illogico dei protagonisti e dei personaggi coinvolti. 

Gli animali fuori dal Jurassic World

“Jurassic World il regno distrutto” sembra confermare, ancora una volta, che i dinosauri fuori da quel benedetto/maledetto parco fanno sempre dei danni. E’ successo così per la vecchia trilogia quando dal parco gli animali sono stati portati in città, succede anche in questo nuovo film. La premessa iniziale della salvaguardia dei dinosauri dal disastro poteva essere sfruttata molto meglio.

E’ una spinta vagamente ecologista quella che si affaccia all’inizio della vicenda, complice anche una deposizione del professor Ian Malcolm (un poco presente Jeff Goldblum) sui danni causati dagli umani. E’ uno spunto interessante che non viene però sviluppato e viene relegato a poche scene e pochi passaggi. Quasi un’intuizione che lo spettatore deve carpire.

Sia sull’isola che nel mondo civilizzato i dinosauri sono protagonisti di scene di azione molto turbolente e mozzafiato. Non si può non affermare che l’aspetto tecnico del film non sia stato curato con molta attenzione. Probabilmente l’accuratezza dei particolari e gli effetti speciali legati alla presenza in scena dei dinosauri sono la parte migliore del film. Quello che manca è la meraviglia.

Jurassic all’infinito

E’ sicuramente difficile meravigliare gli spettatori in un quinto capitolo ma era necessario non abbandonarsi a una trama semplice e, allo stesso tempo ingarbugliata quel tanto che basta per essere definita come già vista e, abbastanza banale. Un lampo di genio si fa strada verso il finale del film. Poteva essere un’altra, la seconda, buona occasione per far svoltare un film che si trascina per oltre due ore tra alti e bassi, tra scene inverosimili e qualche buona intuizione.

Ci si mangia le mani per l’opportunità persa. Gli elementi brillanti del film precedente vengono ripresentati ma attenuati da una corsa all’azione che, alcune volte sembra essere la soluzione per “uscire dai guai” di sceneggiatura. L’alchimia tra Owen (Chriss Pratt) e Claire (la bellissima Bryce Dallas Howard) sembra anestetizzata e piegata alla causa di un film che dovrebbe terrorizzare almeno un po’ ma non ci riesce, dovrebbe appassionare tanto ma ci riesce solo in parte.

“Jurassic World il regno distrutto” in realtà rischia di distruggere ben oltre l’isola-regno del film. Con questo episodio viene rischiato quanto di buono era stato creato dal riuscito “Jurassic World”. La parola “World” nel titolo non basta per rendere la vicenda mondiale a fronte, paradossalmente, di un coinvolgimento di persone minore rispetto a quante ne erano state coinvolte nel primo film.

Peccato, peccato davvero per un film che poteva realmente alzare ulteriormente l’asticella della qualità di questo franchise che dura da decenni. Probabilmente il film incasserà anche molto perché l’argomento riscuote sempre un certo appeal in diverse fasce d’età ma non è il film ideale per proseguire. Si attende con fiducia un terzo capitolo che dovrà dare molte risposte alle troppe domande che rimangono allo spettatore.

Voto: 5,2

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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