Oscar Cinematikini 2016 – Sedicesimi (S5) Dopo gruppi preliminari, primo, secondo e terzo turno, quest’ultimo non ancora concluso, continuano i sedicesimi di finale. Oltre al conteggio dei voti su facebook e Instagram, in questa fase verranno sommati anche i voti della votazione sul sito. Entrano in gioco le 16 teste di serie che ricalcano i 16 migliori film del 2016 decisi dalla classifica della redazione. Quinto scontro tra la testa di serie numero 5: “1981 Indagine a New York” e “Deadpool”.

1981: Indagine a New York (Recensione)

Inverno 1981, New York. Abel Morales è un intraprendente proprietario di un’azienda a conduzione familiare che tratta in olio combustibile. Da qualche tempo alcune sue cisterne vengono prese d’assalto da malviventi che le fanno sparire nel nulla con il loro carico. Ciò accade proprio mentre Abel sta per portare a termine l’acquisto di un deposito più grande che gli permetterebbe di compiere il salto in avanti professionale da sempre sognato. Deve trovare il denaro necessario per completare l’acquisizione e contemporaneamente un’indagine da lungo tempo avviata sulla sua attività sta per giungere a compimento con gravi capi di imputazione: Abel sa di essersi sempre comportato in modo corretto ma ora il tempo stringe e potrebbe essere tentato di cercare altre strade.

In questo caso non è possibile sorvolare sul titolo originale dell’opera. “A most violent year” fa esplicito riferimento a quel 1981 che, a New York, statistiche alla mano è ricordato come l’anno con il maggior numero di crimini e di violenza accertata. Non è un dettaglio da poco questo del titolo in inglese perché il film immerge lo spettatore in questa violenza sin dalle prime immagini. Non si tratta di immagini forti o cruente ma di informazioni attraverso la radio di crimini che vengono commessi in altre parti della città. Sarà un susseguirsi di informazioni di questo tipo portate abilmente sullo sfondo. Le sentiamo per radio, le vediamo e ascoltiamo tramite la tv, lo spettatore le percepisce dai discorsi in sottofondo delle comparse, dai dialoghi tra i protagonisti, dai volti preoccupati e tesi degli attori principali.

(continua)

Deadpool (Recensione)

Wade Wilson è un mercenario senza scrupoli per cui tutto ha un prezzo, finché scopre la sua anima gemella: una prostituta di nome Vanessa. Quando tutto sembra andare per il meglio, Wilson scopre di avere un cancro all’ultimo stadio. Per questo viene avvicinato da un sinistro personaggio che ha in serbo una proposta di cura insolita. Wilson accetta ma finisce per essere vittima di un esperimento genetico dagli esiti imprevedibili.

“Una cosa non sopravvive qui: il senso dell’umorismo” afferma tenebroso Francis Freeman (Ed Skrein), colui che ha reso Wade Wilson, alias Deadpool, ciò che è diventato: un “supereroe” dalla forza e dalle agilità straordinarie con l’incredibile superpotere di rigenerarsi, ma con la caratteristica di essere sfregiato in maniera terribile su tutto il corpo a causa di una tra le più orribili torture subite durante gli esperimenti del suo acerrimo nemico.

Eppure se c’è una cosa che non si può togliere a Wade Wilson (Ryan Reynolds) e a questo maledettissimo film è proprio il senso dell’humour e la parlantina logorroica che caratterizza l’antieroe.

(continua)

[poll id=”183″]

Di Redazione Ck

Composta da studenti, lavoratori, mamme, semplici "mangiatori" di film, la redazione di Cinematik.it scrive per passione.... passione del cinema e di quanto ci sta attorno

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *