Recensione in anteprima – Quarta opera da regista e da sceneggiatore per Scott Cooper che ritrova, per la seconda volta, Christian Bale come protagonista. Un film sulla storia americana di fine diciannovesimo secolo che è stato presentato al Festival del cinema di Roma 2017 come film d’apertura e arriva il 22 marzo nelle sale italiane.

Il capitano Joe Blocker (Christian Bale) è alla soglia della pensione quando, su richiesta del presidente degli Stati Uniti, gli viene ordinato di condurre fino al Montana il capo Cheyenne Falco Giallo (Wes Studi), in fin di vita per una malattia terminale. Peccato che Joe abbia combattuto contro gli indiani fino a quel momento e abbia visto morire molti amici e commilitoni, alcuni proprio per mano di Falco Giallo. Al drappello si unisce anche Rosalie (Rosamund Pike), una donna che ha visto trucidare la propria famiglia da una banda di ladri di cavalli Comanche.

Il film ha una prima scena di sicuro impatto sia nello spettatore sia, soprattutto, nella co-protagonista Rosalie, una sempre fortemente espressiva Rosamund Pike. Scorre molto sangue e il tristemente famoso “scalpo” si manifesta in tutta la sua cruda crudeltà impattando violentemente con il disturbo emotivo dello spettatore e di Rosalie.

Poi arrivano i titoli di testa e la vicenda si sposta su Joe e Falco Giallo. Il trasformista Christian Bale si cala bene nella parte del capitano d’esercito che ha ucciso diversi “indiani d’America” e, per quanto si possa dimostrare molto schietto e trasparente, come molti soldati, ha, alle spalle qualche ombra che lo tormenta.

Nonostante il film cerchi sempre di dare spazio in maniera equa alle parti in causa che testimoniano la difficile convivenza tra nativi americani e “bianchi”, “Hostiles”, proprio come dice il titolo sottolinea le ostilità delle due fazioni. La situazione forzata dagli eventi e dagli ordini superiori che si viene a creare si aggrava mettendo sempre più in mostra comportamenti razzisti sopiti e bellamente e fieramente annunciati.

In pratica, per tutto il film, la sceneggiatura lascia un po’ a desiderare con il solo personaggio di Rosalie che manifesta una crescita costante e non banale. L’interpretazione di Rosamund Pike va a completare e dare espressione una Rosalie impaurita, sconvolta, rassegnata, vendicativa e, infine quasi comprensiva.

Un altro buon elemento del film è la fotografia che immortala paesaggi statunitensi mozzafiato con luci molto interessanti e ricercate. Stilisticamente “Hostiles” appare molto ben curato e senza lasciare granché al caso. Il film soffre però il punto di vista prettamente occidentale, di quell’occidente che non ha mai inglobato e rispettato quei nativi d’America che avrebbero tutto il diritto di sentirsi depredati.

Un’occasione mancata, in pratica, che non sfrutta appieno il talento dell’intero cast e non approfondisce gran parte delle relazioni tra i personaggi. Si affida, troppo, alle caratteristiche tipiche del western di tardo diciannovesimo secolo.

Voto: 6,4

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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