Recensione in anteprima – Jonathan Dayton e Valerie Faris portano sul grande schermo l’evento sportivo che nel 1973 ha fatto la storia del tennis. La battaglia dei sessi, con protagonisti Emma Stone e Steve Carell, sarà nelle sale italiane a partire dal 19 ottobre.

Il lungometraggio racconta la leggendaria partita di tennis passata alla storia come “la battaglia dei sessi”. É il 20 settembre 1973. La campionessa mondiale, nonché grande sostenitrice della lotta contro il sessismo, Billie Jean King (Emma Stone) sfida, in quello che diventerà uno degli eventi sportivi più visti di sempre, l’ex tennista Bobby Riggs (Steve Carell) tre volte numero uno al mondo, vero e proprio showman con la passione per il gioco d’azzardo. Mentre la rivalità tra i due campioni raggiunge il suo culmine, fuori dal campo ognuno combatte battaglie più complesse e personali. La riservatissima Billie Jean King non solo si batte per l’uguaglianza fra uomini e donne, ma lotta anche per venire a patti con la propria sessualità quando la sua amicizia con Marilyn Barnett si fa più profonda. Bobby Riggs, una delle prime celebrità mediatiche auto prodottosi, invece, lotta contro i suoi demoni nel gioco, a scapito della famiglia e della moglie Priscilla. Insieme, Billie e Bobby offrono non solo un match di alto livello, ma danno voce ad un dibattito culturale che risuona oltre il campo da gioco, accendendo discussioni che sono attuali ancora oggi.

Il film, sceneggiato da Simon Beaufoy (Full Monty”, “The Millionaire”, “127 Ore”) e diretto dai registi Jonathan Dayton e Valerie Faris (Little Miss Sunshine”) offre un’attenta ricostruzione storica degli eventi che si svolsero dentro e fuori il campo da tennis. I registi scelgono di non approfondire nel dettaglio gli spunti sociali e culturali che emergono nel corso della pellicola, ma si limitano ad offrire una fotografia della società di quegli anni. Alla cronaca degli eventi si alterna uno sguardo più intimo e ricercato sulla vita sentimentale dei protagonisti, così come il registro comico si intreccia progressivamente con quello drammatico.

Il fulcro della narrazione risiede nella lotta condotta da Billie Jean King per ridurre lo scarto (anche economico) tra uomini e donne dell’universo sportivo, ma anche per mettere a tacere tutti coloro che sostenevano l’inferiorità della donna, sia sul capo da gioco che fuori. “La battaglia dei sessi” evoca una società, nemmeno troppo lontana da quella dei nostri giorni, in cui il sessismo era sistematico e rivoltante, spesso sostenuto da uomini che detenevano l’autorità esercitandola con estrema arroganza.

Splendida l’interpretazione da parte dei due protagonisti. Emma Stone si cala perfettamente nei panni della tennista statunitense offrendo l’immagine di una persona premurosa e complessa, che affronta alti e bassi, delusioni e sconfitte ma anche ottenendo conquiste e risultati importanti. Al personaggio di Emma Stone si contrappone Steve Carell, il quale veste i panni di Bobby Riggs un maiale maschilista, come egli stesso si definisce, estremamente competitivo, buffo e sfacciato.

“La battaglia dei sessi” è un film che non solo vuole mettere in scena la partita di tennis più famosa della storia, ma desidera mostrare uno spettacolo culturale e sociale che diede vita ovunque ad importanti dibattiti, lasciando un segno permanete che risuona ancora oggi.

Voto: 7

Di Silvia

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