Recensione in anteprima – Il più celebre, profondo e premiato romanzo del maestro dell’horror Stephen King arriva finalmente al cinema grazie alla regia di Andres Muschietti. Paura, angoscia, terrore in un film che rispetta il libro e il suo spirito. Dal 19 ottobre nelle sale.

“Il terrore che sarebbe durato per ventotto anni, ma forse di più, ebbe inizio, per quel che mi è dato di sapere e di narrare, con una barchetta di carta di giornale che scendeva lungo un marciapiede in un rivolo gonfio di pioggia.”

Con queste righe inizia il romanzo più famoso e acclamato del maestro indiscusso della letteratura horror, Stephen King, e con queste stesse immagini inizia il film di Andres Muschietti, una sequenza che è già un’icona del cinema. “IT” da decenni terrorizza e affascina generazioni di lettori.

Si corre sempre un rischio nel trasporre sul grande schermo un romanzo, per giunta uno tra i più amati della storia della letteratura moderna. Se consideriamo poi la storia degli adattamenti dei romanzi di Stephen King, c’è da preoccuparsi. Pochissimi hanno avuto la fortuna di diventare dei bei film. Portare quindi al cinema una storia come quella di “IT”, così ricca, di oltre mille pagine, era un’impresa ardua già in partenza. Ma in questo caso gli sceneggiatori (Chase Palmer e Cary Fukunaga) sono stati bravissimi. Decidendo di concentrarsi solo sulla prima metà, sono riusciti a cogliere appieno lo spirito originale del libro. La sceneggiatura si ispira al romanzo di King, ciò nonostante il risultato è una delle migliori trasposizioni cinematografiche delle sue opere.

A stupire maggiormente è l’equilibrio della pellicola. Andres Muschietti è riuscito a creare un horror vero e proprio che però allo stesso tempo è accessibile a tutti. “IT” è un film di paura, ma anche un film sull’amicizia, sui primi amori adolescenziali e sulla fiducia reciproca. In questo ricorda molto i “Goonies”, “Stand by Me”, ma soprattutto la più recente serie TV “Stranger Things”. Ma non preoccupatevi, vi farà saltare dalla poltrona più volte. Qui torniamo all’equilibrio citato prima; il film alterna in modo perfetto momenti di pura tensione ad altri di sano umorismo. I frequenti cambi di ritmo della narrazione tengono lo spettatore incollato allo schermo dall’inizio alla fine. Si vivono con angoscia tutti gli incontri con il mostro IT, ma si assaporano anche tutti gli aspetti più toccanti dell’amicizia tra i membri del Club dei Perdenti. Ed è proprio in questo che si nota l’ottimo lavoro del regista, perché il film riesce a trasmettere il tema centrale del romanzo.

La vera anima di “IT” sono i Perdenti. Il casting dei sette ragazzini protagonisti è uno dei migliori degli ultimi anni, gli attori scelti sono spiccicati alle controparti del libro e tra loro si è creato un affiatamento talmente perfetto che si percepisce in ogni scena che li vede riuniti. Muschietti inoltre è riuscito a caratterizzare tutti quanti in maniera eccellente, ognuno di loro ha il suo momento, chi più chi meno. Jaeden Lieberher interpreta il timido e balbettante Bill Denbrough (Bill Tartaglia), ossessionato dal ricordo del suo fratellino in impermeabile giallo, Georgie, diventerà ben presto il vero leader del Club. Il Richie Tozier di Finn Wolfhard (“Stranger Things”) è proprio come nel libro, un burlone logorroico con un paio di occhiali spessi che ha sempre la battuta pronta. La bravissima Sophia Lillis è l’unica ragazza del Club dei Perdenti, Beverly Marsh, che si unisce al gruppo ignara degli effetti che provoca sui suoi amici. A Ben Hanscom, interpretato da Jeremy Ray Taylor, spetta il ruolo del secchione del gruppo, mentre Eddie Kaspbrak (Jack Dylan Grazer) il più piccolo dei sette, è protagonista delle scene più divertenti del film a causa della sua smisurata ipocondria. I personaggi di Stanley Uris (Wyatt Oleff) e Mike Hanlon (Chosen Jacobs) sono i meno approfonditi ma non per questo meno interessanti.

Da soli questi ragazzini non riescono neanche a cavarsela con i bulli della scuola, ma insieme trovano un coraggio che deriva dalla loro amicizia. I Perdenti dovranno affrontare le loro più grandi paure che si materializzano sotto forma del mostro IT, che ogni 27 anni torna per nutrirsi delle persone più vulnerabili di Derry, i bambini.Il film così come il romanzo ci permette di rivivere le emozioni che si provavano da bambini. Che si tratti di un mostro sotto al letto, nell’armadio o nell’ombra, la paura è uguale per tutti. IT va ad attingere alle nostre paure giovanili che forse adesso abbiamo dimenticato, ma che sono ancora lì nel profondo della nostra memoria. Il terrore di IT è incarnato da Pennywise, il clown ballerino, di cui Bill Skarsgård offre un’interpretazione davvero magnifica, rendendo tutta la follia e l’ambiguità del personaggio. Si nota la pazzia nelle sue espressioni e nella sua voce stridula e maniacale.

Ogni apparizione di IT è poi accompagnata da una musica e un sonoro che trasmettono la giusta tensione allo spettatore. Il tema di Pennywise in particolare è una canzone per bambini all’apparenza gioiosa e innocua ma che cela terrore. Ad alleggerire il tutto una track list anni ‘80 davvero azzeccata.

“IT” di Andres Muschietti è il miglior adattamento possibile del romanzo di Stephen King che, pur con qualche variazione, lascerà più che soddisfatti i fan del libro.
Non vediamo l’ora di avventurarci di nuovo tra due anni tra le fogne di Derry.

Inquietante, affascinante, divertente, angosciante…
It è semplicemente da PAURA!!!
Il 19 Ottobre andate al cinema.. galleggerete anche voi!

Voto: 8

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