Recensione in anteprima- Venezia 74 – In concorsoSamuel Maoz dirige una coproduzione israele-Francia-Germania in un film diviso in tre parti distinte che si intrecciano con protagonista la vicenda di una famiglia. Film visivamente molto interessante ma che manca in alcuni punti di un’adeguata sceneggiatura.

Michael e Dafna sono distrutti quando degli ufficiali dell’esercito si presentano alla loro porta per informarli della morte del figlio Jonathan. Michael diventa presto insofferente alla presenza di parenti addolorati troppo assillanti e funzionari militari troppo zelanti. Mentre la moglie riposa sotto sedativi, Michael viene travolto da un vortice di rabbia per poi dover fare i conti con una delle svolte del destino tanto incomprensibili quanto le surreali esperienze militari del figlio.

Il film inizia con l’inquadratura di una porta che si apre, una madre che sviene all’informazione che riceve e i militari che entrano in casa e confermano la notizia della caduta in guerra di Jonathan. La famiglia entra in una spirale di rabbia e tristezza che coinvolge soprattutto il padre Michael e  la parte migliore del film risiede tutta in questi primi minuti. Lunghi silenzi, inquadrature dall’alto anche all’interno della stessa abitazione dei Feldmann, un’approfondita lettura del tormento di Michael. Poi il film, a causa di una notizia che non possiamo svelarvi, cambia totalmente.

Una seconda parte interviene a dare un ritmo ugualmente lento ma più ricco della gioventù tipica di ragazzi al fronte, in un posto di blocco desolato e, forse poco influente ma ugualmente controllato con meticolosa attenzione. Sono giorni che si ripetono con le stesse operazioni quotidiane e con la stessa mancanza della famiglia e lontananza dalle proprie terre che rendono il clima molto melanconico. La messa in scena di giorno risulta impeccabile e, a tratti anche ironica mentre lascia un po’ a desiderare la messa in scena notturna che nasconde molto male il fatto che si tratta di un semplice set all’interno probabilmente di un capannone.

Una nuova, imprevista notizia cambia nuovamente il film e arriva la terza parte di una pellicola che, forse é la parte meno riuscita di tutta l’opera di Maoz. Una parte troppo verbosa, con spiegoni che lasciano un po’ il tempo che trovano e forse non sarebbero stati nemmeno necessari. Un grande peccato perché fino a quel momento il film poteva meritare senza problemi la sufficienza piena. Sufficienza che purtroppo non siamo in grado di dare nonostante il bell’approfondimento che viene effettuato sul padre Michael e, in parte sugli altri personaggi di tutta l’intera vicenda.

Voto: 5,6

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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