Recensione in anteprima – Venezia 74 – In concorsoL’ esperto narratore e regista Guillermo Del Toro scrive, produce e dirige questa sua nuova favola moderna. Un po’ thriller, un po’ spy story con una chiara citazione all’amore tra la “Bella e la bestia”. Film fantastico dal sicuro impatto emotivo.

America nel 1963, Guerra Fredda. In un laboratorio governativo ad alta sicurezza, dove lavora, la solitaria Elisa è intrappolata in una vita di silenzio e di isolamento. La sua vita cambia per sempre quando lei e la sua collega Zelda scoprono un esperimento classificato come segreto. Si tratta di una creatura unica nel suo genere che il governo statunitense vorrebbe studiare per poterlo usare nella corsa verso lo spazio e battere così i russi.

Quando alla sceneggiatura e alla regia compare il nome di Guillermo Del Toro, gli spettatori e gli addetti ai lavori si aspettano sempre dal regista messicano dei grandi film ricchi di poesia, magia, favola con protagonisti personaggi strani, mostruosi, e, persino dei robottoni. Il film che Del Toro presenta a Venezia, in concorso, non delude le aspettative ma parte con una protagonista totalmente “normale”: una vita fatta di colazione, lavoro, poche relazioni di amicizia. Elisa però ha la particolarità di essere muta. Si sente esclusa e guardata con differenza da tutte le altre persone al di fuori della propria, ristrettissima cerchia di due soli amici fidati.

L’inizio viene affidato ad immagini di un ambiente familiare come l’interno di un appartamento però in un contesto subacqueo. Da qui parte la storia, raccontata come favola da un personaggio secondario, della protagonista Elisa. Una scelta, questa, che rende ancora di più l’idea che lo spettatore non si sta avventurando verso la sola visione di un film ma é chiamato ad immergersi in una passione, in una storia che potrà anche essere estremamente fantasiosa.

“L’acqua prende la forma di tutto ciò che la contiene in quel momento e, anche se l’acqua può essere così delicata, resta anche la forza più potente e malleabile dell’universo. Vale anche per l’amore, non è vero? Non importa verso cosa lo rivolgiamo, l’amore resta se stesso sia verso un uomo, una donna o una creatura.”

Letteralmente “The Shape of Water” significa “La forma dell’acqua” e quanto riportato sopra é il pensiero di Guillermo Del Toro riguardo all’acqua e alla sua caratteristica di prendere la forma del contenitore che lo ospita. Una forza potente come l’amore, devastante per certi versi, e, sicuramente travolgente.

“The Shape of Water” é una storia d’amore fantastica all’interno di una storia di spionaggio accennata inserita in una storia più grande ovvero l’accettazione delle diversità come punti di forza e non di debolezza. La mancanza della parola da parte di Elisa non la limita in nulla, perché é solo il mondo esterno che la incatena a un ruolo passivo e al suo piccolo rifugio dell’anima fisico e morale: il suo appartamento e il suo vivere quotidiano sempre uguale.

Elisa é unica come unica é la creatura della quale non ci viene svelato il nome. Una creatura senza nome é volontà degli stessi sceneggiatori così da non identificarla né per genere né, tantomeno per provenienza. L’unicità della creatura é simile, per certi versi all’unicità della “Bestia” nel famoso racconto, con una bella, Elisa, che non é la principessa ma che non ha paura di manifestare tutti i suoi limiti e difetti.

La perfetta scenografia anni ’60 fanno da sfondo a una vicenda che diventa anche azione, thriller e spy story con un cattivissimo e spietato Michael Shannon, ancora una volta impeccabile nella sua recitazione. La creatura é stilisticamente e visivamente affascinante, Sally Hawkins, l’attrice che interpreta Elisa é di una dolcezza infinita e appare a suo agio anche nella lingua dei segni che spesso usa per comunicare e ovviare ai suoi ripetuti silenzi.

Altri due elementi di notevole spessore sono la fotografia e la colonna sonora, Alexandre Desplat, più volte premio Oscar, fa di nuovo centro spaziando dalla musica di sottofondo alle canzoni classiche anni 50-60 americane.

“The Shape of Water” é un film alla Del Toro, consigliato per la visione dagli adolescenti in su. Una favola moderna che sa unire fantasia, realtà, avventura e soprattutto amore.

Voto: 7,8

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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