Recensione in anteprima – Dopo il caos di The Wolf Of Wall Street, Martin Scorsese torna al cinema regalandoci una storia silenziosa, pacata, ma al tempo stesso cruda. I misteri della fede, il silenzio di Dio e la natura imperfetta dell’uomo sono i temi principali della sua nuova pellicola.

Silence, tratto dal romanzo di Shusaku Endo è ambientato in giappone nell’epoca dei ”cristiani nascosti”. La storia racconta di due missionari portoghesi del XVII secolo che intraprendono un lungo viaggio irto di pericoli, alla ricerca del loro mentore scomparso, padre Christovao Ferreira, cercando di diffondere il cristianesimo in una nazione sotto persecuzione.

Dopo aver lavorato per anni al progetto, Scorsese ci mette di fronte a una storia che si pone diverse domande sulla debolezza dell’uomo e sulla condizione umana. Una pellicola che mette la fede al di sopra di tutto, esaminando il problema spirituale e religioso del silenzio di Dio davanti alle sofferenze umane.

Il tutto prendendosi tempi giusti per raccontare e caraterizzare al meglio le situazioni e i vari personaggi. Abbiamo i due missionari, interpretati in maniera davvero ottima da Andrew Garfield (una piacevole sorpresa) e Adam Driver. Due uomini determinati, ma al tempo stesso prigionieri delle loro paure. Nel cast anche nomi illustri, come quello del regista Shinya Tsukamoto,  autore di pellicole meravigliose come Tetsuo, Tokio Fist e Gemini, qui in una grandissima prova attoriale.

”Per Mr.Scorsese avrei fatto anche la comparsa”  Shinya Tsukamoto

Pensare che sia una pellicola semplice o leggera, significa sbagliare in partenza. Ha bisogno di tempo per essere assimilata, probabilmente non potrà piacere a tutti, complice anche la durata di 161 minuti e di questo Scorsese è sicuramente consapevole.

Vi troverete davanti ad un continuo alternarsi, tra la crudeltà umana e quella psicologica, che lentamente si trasformerà in una forma d’espiazione o in una prova di fede. Una fotografia magnifica, immersiva e che mette in risalto l’ottimo lavoro eseguito da Dante Ferretti, storico collaboratore del regista.

Un film silenzioso, non solo nei temi, ma anche nella narrazione. Privo di una vera e propria colonna sonora, Silence agisce nella maniera più realistica possibile, lasciandosi accompagnare solamente dalla voce fuori campo dei personaggi, in primis quella di Andrew Garfield.

In conclusione Silence è un film spiazzante. Uno spettatore non abituato a questo genere di storie potrebbe facilmente annoiarsi, ma il cinema è fatto di opportunità e se vi definite ”amanti” o ”cinefili” allora credo sia giusto dargliela ad occhi chiusi.

Voto: 8,6

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