Recensione in anteprima – In concorso al Festival di Cannes 2016, Paterson è l’ultimo lavoro del regista americano Jim Jarmusch. Il film sarà disponibile nelle sale italiane a partire dal 22 dicembre.

Paterson (Adam Driver) lavora come autista di autobus nell’omonima cittadina di Paterson, nel New Jersey. Ogni giorno segue la solita semplice routine: fa il medesimo percorso con l’autobus, osserva la città che vede scorrere all’esterno del parabrezza e ascolta frammenti di conversazioni che hanno luogo intorno a lui. Paterson scrive poesie su un taccuino, dopo cena porta a spasso il cane, si ferma nel solito bar per bere una birra per poi ritornare a casa dalla fidanzata Laura.

L’universo di Laura (Golshifteh Farahani), invece, cambia in continuazione. Nella sua vita ogni giorno si fanno strada nuove speranze, ciascuna delle quali si trasforma in un nuovo progetto o fonte di ispirazione. Paterson ama Laura e lei corrisponde il suo amore, lui appoggia le ambizioni della sua ragazza e quest’ultima incoraggia l’inclinazione di Paterson alla poesia.

Il film osserva sommessamente i successi e le sconfitte della vita di tutti i giorni, oltre alla poesia che emerge da ogni piccolo dettaglio.

Paterson è un’opera che si propone come una celebrazione dei piccoli dettagli della quotidianità.

Il film mostra la vita di Paterson nell’arco di sette giorni, questi si ripetono in maniera ciclica tutti apparentemente uguali ma sempre diversi. Il regista Jim Jarmusch focalizza l’attenzione sulla caratterizzazione del protagonista, mostrando come si muove in relazione a ciò che gli succede ogni giorno.

Il film si basa sulla rappresentazione di contrasti: la routine tanto amata dal protagonista, sempre uguale a sé stessa giorno dopo giorno, viene fatta vacillare da piccoli imprevisti che modificano il tranquillo svolgersi della quotidianità; ci sono i silenzi introspettivi di Paterson contro la vivace parlantina della sua fidanzata Laura; c’è il contrasto cromatico fra bianco e nero, tonalità predilette da Laura per decorare la loro casa.

Lo stile, semplice e pulito, esalta i piccoli imprevisti che mettono a repentaglio l’equilibrio della quitidianità di Paterson. Questi eventi generano nel protagonista un sentimento di inquietudine ma, allo stesso tempo, lo porteranno a guardare la sua vita con occhi diversi.

In Paterson la poesia svolge un ruolo essenziale; il protagonista, infatti, utilizza questa forma d’arte come un mezzo per poter comprendere e descrivere la sua vita, i suoi sentimenti, le sue emozioni e il mondo che lo circonda.

Il regista stesso afferma che “Paterson vuole rendere omaggio a ciò che di poetico esiste nei piccoli dettagli, nelle variazioni e nelle interazioni quotidiane, e il film si propone come antidoto al cinema cupo, drammatico o incentrato sull’azione”.

Questo nuovo lavoro di Jarmusch è un’opera delicata e divertente, che vuole mettere in scena una storia particolare e universale al tempo stesso.

Voto: 7,8

Di Silvia

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