Recensione – I pupazzetti col ciuffo che divertono i piccini nei loro giochi diventano cartone animato colorato, divertente, psichedelico, scanzonato. Freschezza assicurata ma trama ridotta all’osso e fortemente semplificata.

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Da vent’anni i Trolls, le creature più felici mai viste al mondo, vivono in celebrazione della propria esistenza gioiosa, al riparo dai terribili Bergen che, non conoscendo la felicità, devono nutrirsi di Trolls per provarne l’ebbrezza. L’ultimo incontro con i predatori è stato sventato dall’eroico re Peppy, convinto che nessun suo suddito dovesse essere lasciato nelle grinfie del nemico, nel giorno del Trolstizio: quello in cui i Bergen vanno a caccia di felicità. Col tempo re Peppy ha ceduto il posto a sua figlia, la principessa Poppy, che con contagioso entusiasmo guida le schiere dei Trolls in infinite sessioni di canti, balli e abbracci. Solo Branch, l’unico Troll privo di colori vivaci, rifiuta la filosofia gaudente dei suoi simili, divorato dalla preoccupazione che i Bergen ritornino. E puntualmente, nel giorno della celebrazione della Festa più grande del mondo, i timori di Branch si avverano e i Bergen rapiscono un nutrito gruppetto di Trolls per cibarsene nel giorno del Trollstizio. Sarà compito di Poppy e Branch andarli a salvare: lei con la sua forza trascinante, lui con la sua conoscenza approfondita di un nemico tanto a lungo studiato e temuto.

Chi non conosce i pupazzetti con il lungo e colorato ciuffo? Forse pochi. Dreamworks Animation decide di prendersi una pausa dalle saghe dell’animazione di successo che ha messo in piedi (Shrek, Dragon Trainer, Madagascar, Kung Fu Panda, ecc) in questi ultimi anni per cercare di creare un film divertente che possa, probabilmente, dar vita a un nuovo franchising. Protagonisti di questa operazione cinematografica e commerciale sono questi buffi mostriciattoli canterini, la risposta “con ciuffo” che arriva dalla tradizione svedese ai puffi belgi.

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Il parallelo, nel cartone tradizionale Dreamworks è abbastanza evidente in diversi punti. Come i puffi anche i trolls si nascondono alla vista degli altri grazie alla natura. Come i puffi anche i trolls sono tendenzialmente gioiosi, fanno del lavoro per la  festa la loro missione di vita e hanno un nemico che ha bisogno di mangiarli.

Vorremmo essere tranquillizzati anche sull’evoluzione della trama e soprattutto sul finale, che possa non essere uguale o simile a quello dei puffi ma non è di questo che il film parla. Il film si vuole rivolgere a quel pubblico di bambini che la Dreamworks non riesce a intercettare con i precedenti filoni d’animazione. Quindi spazio alla musica con un film canterino, largo ai colori, alla simpatia, all’estrema gioia e ad un’avventura semplice, lineare, diretta e fin troppo facile da seguire e capire.

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Il maggior punto di forza artistico del film è costituito dalle canzoni presenti nel film in una sorta di mini-musical sulla falsariga del “Frozen” di Disneyana memoria. Canzoni riconoscibili e apprezzate dai grandi e che divertono i bambini senza far loro perdere il filo del discorso.

Uno dei maggiori difetti, forse, è costituito invece dall’estrema semplicità della trama accentuata anche dalla non originalità della sceneggiatura. Aiuta i bambini ma abbassa la fascia dei potenziali spettatori.

Nella versione italiana le voci originali si sentono solo in occasione della canzone “Sound of Silence” e sono di Anna Kendrick (Cake, Pitch Perfect 1 e 2, The Accountant), Justin Timberlake, Zooey Deschanel. Nella versione italiana invece si tratta di Elisa, Alessio Bernabei, Francesca Manicone, Carlotta Centanni.

Voto: 6,1

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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